Terrorismo
Gli ebook dell’Isis per sfruttare “le falle della sicurezza in Belgio“
Nelle strade i combattenti che seminano il terrore. Sulla rete i simpatizzanti si preoccupano di sostenere mediaticamente l’azione. Il copione è sempre lo stesso e si ripete ad ogni attacco dell’Isis. Anche ieri, dopo i fatti di Bruxelles, una valanga di fake ha invaso Twitter, il social preferito dai fanatici della Jihad, postando per tutta la giornata messaggi di propaganda, con l’obiettivo di fare proseliti soprattutto fra i giovani dell’occidente
La comunicazione, soprattutto nelle ore successive, è essenziale nella strategia del califfato. E a nulla valgono i tentativi di cancellare gli account dei simpatizzanti, i quali, a mo’ di sfida, aprendo un nuovo profilo, per prima cosa si preoccupano di postare lo screen dell’account chiuso.
Quella dell’uomo con il volto insanguinato e il dito che indica il cielo sotto la scritta “We are the Islamic State” è stata una delle foto più condivise di ieri. Così come quelle che ritraggono i miliziani di qualche provincia del califfato mentre distribuiscono dolcetti ai bambini e agli anziani per festeggiare la riuscita dell’attentato in Belgio. In un’altra foto, un combattente armato di mitra tiene i piedi sopra il codice penale e un libro chiamato la democrazia. Il messaggio, scritto a caratteri cubitali, non ha bisogno di particolari traduzioni, “Man-made Laws -Under My feet”, così come non ne ha bisogno la macabra cartolina di saluti “Who is next”, in cui vengono raffigurate le città di Parigi, Bruxelles, dove il califfato ha già colpito, seguite da Londra e Amsterdam.
Oltre a Twitter, la comunicazione passa sempre più spesso su Telegram, dove i canali pro Isis a cui è possibile iscriversi sono moltissimi. Anche qui, fra gli utenti, a farla da padrone è la foto in cui vengono elencate tutte le precauzioni da prendere per i combattenti che si trovano in Belgio e che magari hanno collaborato all’attentato di ieri. Il titolo del documento è piuttosto esplicativo, “Attentions for all our brothers in Belgium” ed il primo consiglio è quello di non utilizzare internet senza servirsi di software protetti ( Tor network – i2P Network – VPN). Ai miliziani del Belgio, inoltre, viene suggerito di criptare tutti i file di propaganda, indicando i programmi migliori per l’eventuale distruzione del documento. Cambiare posizione senza avvertire nessuno è caldamente consigliato, anche perchè “le agenzie di intelligence lavoreranno giorno e notte per prendere ogni jiahdista in Belgio. Per questo cerca di essere pronto a reagire”.
In molti rispolverano i link per scaricare uno degli Ebook di propaganda non ufficiale che venne diffuso nei giorni successivi agli attentati di Parigi dello scorso novembre, “Black Flags from the Islamic State”, dove un intero capitolo è dedicato al terrorista AbdelSalam Salah, alla zona di Molenbeek e alle falle del sistema di sicurezza della Francia e del Belgio. “A report said it cost Belgium 53 million Euros per day to try to find AbdelSalam Salah x 5 days = 400 million Euros wasted”.
La “collana” è la stessa che circa un anno fa pubblicò un altro inquietante ebook denominato “Black Flags from Roma”, in cui venivano descritte le strategie di guerra e le tattiche per arrivare alla conquista della città eterna, attraverso un’azione di assediamento che dal Belgio, dai Balcani e dalla Tunisia, arrivava fino al nostro paese, dove Bologna rappresenta il crocevia essenziale, secondo la frase del politologo Gianfranco Pasquini, citata nel libro: “Se vuoi creare il caos in Italia lo fai passando da Bologna”. La conquista dell’Italia non sarà comunque facile, anche perchè alla debolezza dello stato, corrisponde la potenza della mafia, considerata dall’Isis l’ultimo ostacolo prima della vittoria finale. Quella contro Cosa Nostra, che gestisce il traffico delle armi e della droga nel paese, si preannuncia come la guerra delle guerre, in cui sarà necessario il supporto di tutti: “The Islamic State European fighters will have to ally with other militias to fight the Mafia before the conquest of Rome”.
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