Germania
Germania: fermato tunisino che voleva fabbricare del gas nervino
Un 29enne tunisino, Sief H. è stato fermato a Colonia perché voleva preparare un gas nervino a base di ricina; lo ha riportato mercoledì 13 giugno l’emittente nazionale tedesca ARD.
Il cittadino tunisino era in Germania dal 2016 e risiedeva con la moglie, una cittadina tedesca convertita all’Islam, nel distretto urbano Chorweiler di Colonia, dove la polizia ha fatto irruzione rinvenendo sostanze idonee a fabbricare un ordigno biochimico.
Secondo ricerche che l’emittente attribuisce alle reti del gruppo SWR e rbb, i servizi segreti tedeschi avrebbero avuto dall’estero l’informazione che il tunisino aveva ordinato 1.000 semi da una rivendita on line e si era procurato sostanze chimiche, di cui sarebbe obbligatoria la segnalazione della vendita, per isolare la ricina. Dai semi della pianta di ricino infatti, oltre ad un olio diffusamente impiegato nell’industria cosmetica e farmaceutica, si può anche estrarre la ricina, una proteina presente in piccole dosi in ciascun seme dagli effetti altamente tossici; già l’inalazione di una modesta quantità è in grado di uccidere. Fin dalla prima guerra mondiale i militari hanno avuto interesse alla sua manipolazione in un gas; ma l’isolamento della proteina in una sostanza da guerra è cosa che tutt’alto che semplice e pochi laboratori in Germania e nel mondo sono attrezzati per maneggiarla.
La milizia dello Stato Islamico avrebbe diffuso in passato delle istruzioni per la creazione di una bomba biologica con la ricina ed esperti del Robert-Koch Institut, uno dei pochi laboratori attrezzati per il trattamento di sostanze di tale pericolosità, sarebbero stati elitrasportati a Colonia fin da ieri sera.
La Procura Generale ha trasformato questa sera il fermo in arresto e contestato all’indagato la violazione delle leggi sugli armamenti e l’ipotesi di preparazione di un attentato idoneo a porre a rischio la sicurezza nazionale, riporta la ARD.
* * *
Parallelamente, mentre -forsanche complici le elezioni di ottobre in Baviera- tra la Cancelliera tedesca Angela Merkel ed il suo Ministro degli Interni Horst Seehofer sono emerse di nuovo divergenze sulla gestione dei rifugiati ed il loro respingimento direttamente alle frontiere. Seehofer vorrebbe rinviare i migranti direttamente ai confini ogniqualvolta dalla banca dati Eurodac emergesse che hanno già presentato domanda di asilo in un altro Paese, oppure non facessero affatto domanda d’asilo. Per poter procedere in tale modo però da un lato il Paese di confine dovrebbe essere disposto di prenderli in carico; dall’altro non ci dovrebbero essere ragioni di opportunità di ricongiungimento con familiari già ammessi in Germania. É in corso stasera un vertice al Cancellierato ma una soluzione effettiva potrebbe però realmente emergere solo in sede Europea ed il tema sarà sicuramente oggetto dei colloqui che Angela Merkel avrà a Berlino lunedì con il premier italiano Giuseppe Conte e martedì con il presidente francese Emmanuel Macron.
La già citata emittente nazionale tedesca ARD ha nel frattempo dato oggi anche notizia che le irregolarità dell’Agenzia federale per la migrazione ed i rifugiati di Brema (BAMF) sarebbero inferiori a quelle ipotizzate. Le indagini pendenti tuttavia procedono immodificate.
L’emittente si richiama a notizie tratte da un rapporto interno d’inchiesta dell’Agenzia che sarebbe stato captato dalle testate NDR e Radio Brema. Secondo il rapporto, la sezione di Brema del BAMF avrebbe effettivamente preso decisioni in 1.371 casi mentre avrebbe avuto competenza diretta solo per 142, ma il conteggio -specifica la ARD– non tiene in effetti conto del fatto che nel periodo verificato gli estensori non sapevano che all’ufficio di Brema erano stati assegnati molti casi esterni.
Dell’ufficio di Bema in ogni caso sarebbe in effetti oggetto di indagini come sospetta solo la ex dirigente, gli altri indagati sono esterni all’ente.
Fin qui si è parlato poi di 1.200 casi di decisioni errate imputate alla sezione della città anseatica, in effetti ora viene riferito che in 975 casi gli errori sarebbero stati solo formali ma non nel contenuto della decisione. In 578 casi su 1.336 riesaminati la decisione doveva invece essere effettivamente modificata, però non perché errata ab origine e quindi da cancellare, bensì piuttosto da rivedere perché lo stato di cose o normativo sono nel frattempo cambiati.
L’avvocato della dirigente sospesa Erich Joester, ha indicato anche che il testimone d’accusa principale contro la sua cliente, un ex interprete dell’ufficio di Brema, potrebbe essere pervaso da senso di rivalsa avverso di lei, perché la dirigente Ulrike B. lo aveva esonerato e disposto che non venisse più ammesso all’ufficio dopo che fu sorpreso mentre faceva illecitamente copie di documenti.
Immagine di copertina: Pixabay, https://pixabay.com/it/semi-di-olio-di-ricino-castor-327186/
© Riproduzione riservata
PS. Questo articolo aggiorna il precedente pubblicato alle 19:22
Devi fare login per commentare
Accedi