Terrorismo
Berlino: IS rivendica l’attentato
Il bilancio della corsa incontrollata di un autoarticolato che il 19 dicembre poco dopo le 20 è piombato sulla folla in un mercatino di Natale che si affaccia sulla piazza della Gedächtniskirche a Breitscheidplatz a Berlino – Charlottenburg resta per ora di 12 morti e 48 feriti. Quattordici persone hanno potuto tuttavia già essere dimesse dall’ospedale. Oggi il Ministero degli Interni ha confermato che si è trattato di un attentato. La Procura Generale già nella serata di ieri aveva avocato l’inchiesta.
Provenienza del camion
Il camion ieri ha percorso un tratto tra i 60 e gli 80 metri prima di arrestarsi travolgendo la gente che affollava il mercatino. È risultato di un’azienda di trasporti polacca dello spedizioniere Ariel Zurawski che ha riconosciuto oggi la salma del conducente. Ha indicato che si tratta di un suo cugino ed ha riferito all’emittente tedesca ZdF che il cadavere presentava molte ferite ed era evidente che avesse combattuto. La moglie non aveva più contatto con lui dalle 15 di ieri. Era stato trovato ucciso con un colpo d’arma da fuoco ieri sera al posto del passeggero. Inizialmente le autorità avevano riferito però che l’uomo fosse deceduto per le ferite subite dall’impatto.
Attentatore ancora in fuga
L’effettivo guidatore che ha gettato l’automezzo sulla gente inerme è ancora in fuga e si presuppone sia armato. La polizia aveva fermato nella serata di ieri un sospetto di 23 anni di nazionalità pachistana, ma l’uomo è risultato privo di tracce di polvere da sparo sulle mani e dopo gli interrogatori è stato oggi rimesso in libertà. Nell’ambito delle indagini nella mattinata di stamane la polizia ha effettuato una perquisizione negli hangar dell’ex aeroporto di Tempelhof, dove risulterebbe che il rifugiato avesse trovato alloggio, ed ha sequestrato un telefono cellulare. Non si sa ancora se all’attentato abbiano partecipato più persone.
Le reazioni politiche interne
La polizia aveva invitato ieri i berlinesi a restare a casa, pur affermando che la situazione era sotto controllo, e come era già accaduto in Francia molti cittadini avevano offerto attraverso i social media un rifugio nelle loro case. Oggi la città ha reagito in modo composto, riportano i media tedeschi. Il Presidente della Repubblica Joachim Gauck si è indirizzato alla nazione dicendo “la nostra coesione non diviene più debole, si rafforza, nel momento in cui siamo attaccati”.
Il sindaco di Berlino Michael Müller (SPD) ha annunciato che la Porta di Brandeburgo verrà illuminata questa sera da fari nei colori nazionali. Con il Senatore degli Interni Andreas Geisel è tornato sul luogo dell’attentato accompagnandovi la Cancelliera, ed i Ministri degli Interni Thomas de Maizière e degli Esteri Frank-Walter Steinmeier. Angela Merkel ha posato delle rose bianche in ricordo delle vittime e quindi ha firmato il registro funebre nella Gedächtniskirche.
La Cancelliera si è detta “spaventata, scossa e molto triste” sottolineando che ha fiducia negli inquirenti che il gesto “sarà chiarito in ogni dettaglio” e “sarà punito con il massimo rigore che le nostre leggi richiedono”. Se si dovesse accertare che il responsabile fosse un migrante, ha soggiunto, sarebbe ancora più raccapricciante “a fronte dei tanti, tanti tedeschi che quotidianamente si impegnano nell’aiutare i rifugiati e nei confronti delle tante persone che hanno veramente bisogno del nostro aiuto e si sforzano di integrarsi nel nostro Paese”. Ed ha concluso però ribadendo di non voler chiudere gli ingessi a chi scappa dalla guerra: “Troveremo la forza per la vita come la vogliamo in Germania, libera, insieme ed aperta”.
Sulla scena politica tedesca, in piena campagna elettorale, non sono peraltro mancati gli attacchi alla sua linea di accoglienza ai migranti, come registra ancora la ZdF. Il Governatore della Baviera Horst Seehofer scontento dal rifiuto di fissare per legge un tetto all’ingresso dei rifugiati ha colto la palla al balzo per riaffermare che “è ora di ripensare la nostra politica di immigrazione e di sicurezza e cambiarne la direzione”. La leader dell’AfD Frauke Petry ha accusato che si deve finalmente riguadagnare il controllo sulle frontiere “tenute irresponsabilmente aperte”. È toccato al Ministro degli Interni Thomas de Maizière rintuzzare gli attacchi al Governo indicando che “oggi non è il momento di pensare alle conseguenze”.
A luglio a Nizza un camion era piombato nella folla uccidendo 86 persone; l’attentato era stato poi rivendicato dallo Stato Islamico. Anche in questo caso il cosiddetto Stato Islamico ha rivendicato l’attentato attraverso il suo canale di propaganda Amaq.
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