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Asia Bibi e persecuzione dei cristiani: Gentiloni e Mogherini dite qualcosa!
In Pakistan c’è una donna in carcere dal 2009, condannata a morte con l’accusa di aver arrecato offesa al profeta Maometto. Vive in isolamento nella prigione di Sheikhupura, in una cella senza finestre, talmente piccola che con le braccia tocca da parte a parte. Il suo cibo viene controllato ogni giorno, perché in tanti vogliono la sua morte e sarebbero pronti ad avvelenarla. La sua famiglia è in pericolo, costretta a vivere in segreto perché sotto continua minaccia di morte. La donna ha addirittura pensato più volte al suicidio, per uscire da questa condizione e per salvaguardare il marito e i suoi cinque figli.
Quella donna si chiama Asia Noreen Bibi. È cattolica, ma non ha arrecato nessuna offesa a Maometto. Il processo da cui è sortita la sua condanna a morte è stata una farsa, cinque minuti di camera di consiglio e nemmeno lo straccio di una prova a sostegno delle accuse. Nel paese dove i cristiani, bambini compresi, possono essere uccisi in un attentato all’uscita dalla messa di Pasqua, come accaduto a Lahore pochi giorni fa, la sorte di Asia Bibi è diventata emblematica di una condizione di violenza e di intolleranza senza pari.
Il governo italiano, cosa fa? Perché il ministro Gentiloni tace? Perché la presidente della Camera Boldrini tace? Perché tacciono gli uomini e le donne della sinistra italiana al governo? Perché tace Federica Mogherini, commissario europeo priva di qualunque potere se non quello di aprire almeno la bocca?
Il 29 febbraio di quest’anno è stato infatti giustiziato l’estremista islamico Mumtaz Qadri, la guardia del corpo che nel 2011 uccise il governatore del Punjab Salmaan Naseer, musulmano, reo di aver preso le difese di Asia Bibi. L’esecuzione di Qadri ha generato in tutto il paese reazioni violente, manifestazioni di massa di estremisti islamici che invocano Qadri come un eroe e chiedono al più presto l’esecuzione della condanna a morte di Asia Bibi.
Le uniche notizie certe che abbiamo riguardano i disordini successivi all’esecuzione di Qadri. L’avvocato difensore di Asia Bibi, Sardar Mushtaq Gill, in attesa del pronunciamento definitivo della Corte suprema, continua a dirsi fiducioso sull’esito del procedimento giudiziario, perché non c’è nessuna prova contro Asia. Ma anche un’eventuale assoluzione potrebbe non essere abbastanza: «Asia rischia di morire in cella. E anche se fosse assolta, una volta liberata qualche estremista potrebbe farsi giustizia da solo», ha detto Gill, lui stesso minacciato di morte.
Questi sono i fatti che riguardano una donna cattolica, rea di aver affermato liberamente la propria fede in Cristo in un paese dove per questo si rischia la morte. Asia Bibi è nel cuore di tutti i cristiani che conoscono la sua storia, e che hanno letto con commozione la sua decisione di andare incontro al martirio piuttosto che rinnegare la propria fede.
Non dobbiamo far precipitare il silenzio, dobbiamo pretendere che ovunque, anche in Pakistan, si affermi la libertà religiosa. La politica e l’informazione possono, devono, fare la loro parte.
l’autore è europarlamentare FI – PPE
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