Questioni di genere
Un ecosistema in ottima forma
I social sono letteralmente invasi da una grafica tratta dal programma “parliamone sabato” di Paola Perego su Rai uno. La ragione dello scandalo è lì da vedere: in un semplice elenco da 6 punti la summa perfetta del sessismo, dell’idiozia, del maschilismo più bieco, della grettezza in forma smagliante. Lo scandalo è quindi più che motivato. Le scuse della presidente Rai Maggioni di certo non placano, ma leniscono l’irritazione generale.
Subito dopo aver letto un paio di post indignati, dato il mio pessimismo, cerco di verificare se la grafica sia frutto di un sondaggio o una trovata originale degli autori del programma. Provo a chiedere sui social. Nessuno trova pertinente porsi il dubbio. Su Repubblica.it scopro che gli autori della Perego si sono ispirati a un sito trash che aveva postato ben 20 motivi per (cito testualmente) “farsi una ragazza dell’est”.
A questo punto da scrittore ed editore il mio sconforto è totale. Perché penso a tutti gli autori di prima categoria che ho conosciuto e che sono costretti a lavori in cui la scrittura serve come un paio di occhiali da sole per ammirare l’aurora boreale. Penso a quanto farebbe loro comodo un contratto Rai, a ciò che potrebbero scrivere se la loro vita fosse fatta di scrittura e non di fatture e preventivi e file excel da compilare. Possibile che una cazzata del genere quegli autori non fossero in grado nemmeno di scriverla di proprio pugno? Davvero il livello è così basso che bisogna plagiare persino per essere gretti?
Poi però ci rifletto ancora un attimo: ma di che trasmissione stiamo parlando? Qual è il pubblico d’elezione di questi autori? Chi guarda la Perego di sabato su Rai uno?
E allora mi rendo conto che il cerchio si chiude e che va tutto bene. Sono finito dentro un ecosistema antropologico perfettamente coerente. Un universo fatto di donne e uomini che ritengono normale fottersi il cervello con la rubrica “di costume”. E che figli può avere questo pubblico? Che sistema valoriale avrà recepito il figlio dello spettatore tipo di “parliamone sabato”? L’ecosistema è coerente, come lo sono gli autori del programma: se devo produrre contenuti il cui valore è di poco più elevato del mangime per polli, perché sbattermi a scrivere qualcosa di originale?
E non finisce qui. Perché poi ci sono le direttive interne Rai che prevedono una quota di varietà e costume sul palinsesto complessivo. Perché il becchime, ancorché becchime pubblico, è previsto nero su bianco. E allora possiamo parlarne per giorni, scandalizzarci, persino scendere in piazza se serve, ma rimane tutto inutile finché non saremo in grado di affrontare un dilemma per niente facile da risolvere: lasciamo che l’ecosistema sopravviva nutrendolo o lo censuriamo privandolo del quotidiano becchime? Perché quell’Italia c’è, fa schifo ed è in ottima forma. Quel maschilismo esiste ed alberga esattamente nella testa dei figli di chi guarda la Perego. E non si è mai visto un produttore negare l’offerta in presenza di una domanda.
Ma il problema è la domanda.
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