Questioni di genere
Roma: un incontro per scoprire l’autorevolezza della Chiesa al femminile
A pochi giorni dall’inizio del Sinodo sull’Amazzonia, che tante speranze e tante polemiche porta con sé, ieri si sono riunite a Roma donne consacrate e laiche da tutto il mondo per offrire un contributo originale e autorevole alla riflessione sul futuro della Chiesa.
A volere l’incontro è stata Voices of Faith, organizzazione di advocacy femminile nella Chiesa nata in Svizzera, ma presente anche a Roma e operante in tutto il mondo.
Il titolo del convegno era “E tu, sorella, cosa dici?”
Tra le relatrici suor Simone Campbell, avvocato per i diritti umani e impegnata da decenni nella pressione sul governo degli Stati Uniti per riforme di giustizia sociale, ha chiesto che le donne presenti al Sinodo possano votare innanzitutto perché testimoni e portatrici delle storie delle persone a loro affidate.
Suor Madeleine Fredell, suora domenicana tedesca, ha raccontato come negli anni ‘70 alle donne fosse permesso predicare anche l’omelia, mentre questa possibilità sia stata progressivamente cancellata nel corso dei decenni e si domandava fino a che punto sia possibile oggi davvero la parresìa (libertà di dire tutto) che chiede Papa Francesco, se non è possibile discutere di tante questioni, alcune delle quali particolarmente centrali per costruire vera uguaglianza.
Sr Irene Gassman, priora del monastero benedettino di Fahr, che ha raggiunto Roma con 7 consorelle, ha parlato (in un dialogo a due voci con il vescovo di Basilea Felix Gmür) dell’importanza che avrebbe per i conventi di clausura essere autonome rispetto ai sacramenti, come i loro fratelli monaci. Pur seguendo la stessa regola di San Benedetto – che prevede che si scelga, nella comunità, qualcuno che venga ordinato per il servizio dei sacramenti – i benedettini possono applicare questo dettato, mentre le benedettine no.
Per tutte il sogno è quello di una Chiesa di fratelli e sorelle che camminano insieme, alla pari. Su questo è tornata anche suor Maria Johanna Lauterbach, che dalla Bolivia ha sollevato il problema di come le suore siano tenute in condizione di minorità, citando le ultime disposizioni in materia di autorità interna e gestione economica contenute nel documento Cor Orans.
Suor Teresa Forcades, benedettina catalana, ha raccontato la storia di Gertrude di Helfta, santa cistercense del 1200, evidenziando come lo Spirito abbia guidato la Chiesa nella storia non solo attraverso i pronunciamenti ufficiali, ma in modi creativi e impensati, attribuendo autorità anche a chi si trovava al di fuori dei canali ufficiali e ha concluso che se la Chiesa non avrà il coraggio di affrontare il nodo della sua natura patriarcale, non potrà essere realmente di testimonianza nel mondo.
In questi e negli altri interventi è apparsa tutta la vitalità di questa Chiesa al femminile: attiva, assertiva, creativa e generativa, consapevole di rappresentare più di metà dei cattolici del mondo e, guardando alla vita religiosa, circa l’80% dei consacrati. Questo popolo di donne al servizio di Dio e dei fratelli chiedono di entrare appieno nei processi decisionali ecclesiali e non più con status consultivo, ma deliberativo, consapevoli di poter portare a una Chiesa in crisi di autorevolezza, in particolare a causa dello scandalo degli abusi, l’aria nuova della quale ha assoluto bisogno.
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