Questioni di genere
Parità di genere, un esempio virtuoso in un’ Italia che ha ancora molto da fare
La Regione Toscana da diversi anni sta dando molta importanza alla parità di genere, alla salvaguardia del ruolo della donna nelle amministrazioni pubbliche e alla lotta contro la violenza sulle donne.
11 Dicembre 2024
Le donne sono state promotrici di alcune delle più grandi riforme che hanno migliorato la vita di tutti noi: dall’istituzione della sanità pubblica, alla scrittura dell’art. 11 della Costituzione, quello con cui l’Italia, coraggiosamente, ripudia la guerra, passando dal riconoscimento di tutti i figli comunque nati, al divieto di licenziamento delle lavoratrici che contraevano matrimonio, e ancora decine di altre importanti riforme.
Purtroppo molti dei principi e delle disposizioni del nostro dettato costituzionale sono ancora oggi disapplicati. In Italia soltanto 1 donna su 2 lavora. Siamo il fanalino di coda in Europa, e ciò indebolisce pesantemente la nostra economia. L’occupazione femminile va riportata al centro dell’agenda politica nazionale ed europea, anche per risollevare la natalità, perché l’indipendenza e la sicurezza economica sono prerequisiti essenziali per scegliere di diventare madre oggi.Conciliare la vita privata e familiare con quella lavorativa non è affatto facile, ma per contribuire alla costruzione di una società davvero paritaria e inclusiva, non possiamo pensare di procedere sulla strada dei diritti sociali, civili e umani senza adottare una prospettiva di genere.
La Regione Toscana da diversi anni sta dando molta importanza alla parità di genere, alla salvaguardia del ruolo della donna nelle amministrazioni pubbliche e alla lotta contro la violenza sulle donne. Lo ha fatto attivamente con tante iniziative e con un testo di legge. Un esempio concreto é quello della misura Nido gratis. La Regione, unica in Italia, ha infatti deciso di finanziare il progetto con 40 milioni del Fondo sociale europeo raggiungendo 15 mila famiglie toscane. Nel pratico asili nido gratuiti zero-tre anni per tutte le famiglie con un reddito Isee fino a 35.000 euro. Lo ha fatto anche grazie all’apporto della prima Capo Gabinetto della Regione Toscana donna, Cristina Manetti. É lei infatti l’ideatrice de ” La Toscana delle donne “, iniziativa per promuovere la parità di genere, l’inclusione e l’empowerment femminile con eventi culturali e sportivi di un progetto che ha messo saldamente radici con la sua capacità di mobilitare energie, idee, progetti così come di costruire intorno ai suoi obiettivi una capacità di donne, ma anche di uomini, nella consapevolezza che la parità di genere é una battaglia di civiltà che riguarda tutti.
” La Toscana delle donne ” ruota intorno alla data del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. In un Paese dove giornaliermente si susseguono reati contro le donne siamo chiamati a una grande battaglia in cui la cultura, e l’educazione ai valori hanno un ruolo fondamentale, così come la realizzazione di una rete di centri antiviolenza può infondere fiducia e coraggio ad ogni donna.
La manifestazione é accompagnata da un testo di legge intitolato proprio “La Toscana delle donne”, una legge quadro che raggruppa i riferimenti che vanno dalla parità di genere, alla violenza, alla salvaguardia del ruolo della donna nelle amministrazioni pubbliche. Questo progetto, infatti, non vuole occupare un posto delimitato nell’ambito delle competenze regionale, ma interessare tutte le competenze perché non ci sono politiche che possono dirsi estranee alla questione della parità di genere. La legge servirà a dare piena attuazione a questa trasversalità facendo in modo che ogni intervento, bando, opportunità, si ispiri a questo principio.
Il presidente della Regione, Eugenio Giani, fin dall’inizio della legislatura ha fatto della parità di genere un orizzonte e una priorità, e sebbene di strada se ne é fatta anche a livello nazionale, – nel 2026 sarà bello ricordare gli ottanta anni di voto delle donne, ma appunto saranno solo ottanta anni – non ci sono altre regioni che hanno scommesso con un progetto analogo a ” La Toscana delle donne “, un progetto che ha trovato attenzione anche a livello europeo.
Certo, il fatto che Giorgia Meloni é la prima presidente del Consiglio donna, é un traguardo, come lo é stato quando Nilde Iotti é diventata la prima donna presidente della Camera, ma non basta se non si perseguono davvero politiche ispirate alla parità di genere sia sul lavoro che sul sostegno alla famiglia, che sul welfare che può liberare la donna dal peso esclusivo delle cure famigliari.
Il crescente numero dei femminicidi ci dice che c’è ancora tanto da fare sul versante del futuro delle donne e dei loro diritti, ma bisogna appellarsi ad un ottimismo della volontà che misura i passi concreti che si possono fare nel momento in cui ci si mette in rete e si costruisce partecipazione intorno alle iniziative. É necessario promuovere una transizione sostenibile, che significa rivedere e creare modelli culturali, organizzativi e di gestione che incoraggi un ambiente di lavoro inclusivo, tuteli la genitorialità, la conciliazione vita-lavoro e preveda l’equità remunerativa.
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