Questioni di genere
Papi, papaveri e papere
Il papa è veramente una macchietta. Non dimentichiamo che è un gesuita e i gesuiti studiano tante cose e prendono da subito dimestichezza col teatro. Sì, imparano a recitare.
Recitare è molto importante per un prete perché apprenda a dissimulare e a fornire risposte sibilline che possono essere interpretate in maniera diversa. Recitare è importante anche nella diplomazia e soprattutto è importante per quando si ha a che fare colle masse. Diciamo che l’arte della recitazione sconfina, soprattutto in campo ecclesiastico, nell’ipocrisia.
Le omelie nelle messe sono esercizi di retorica: prendere uno spunto da un fatto e riportarlo a una parabola o a un episodio biblico per mostrare che la Bibbia, vangeli compresi, contiene tutte le risposte, implica anche il saperle recitare, le omelie. Savonarola si era lasciato prendere un po’ la mano, ed era un predicatore formidabile ma gli costò parecchio questa sua foga intransigente. Era domenicano, i gesuiti non erano ancora stati inventati. Arrivarono dopo pochi anni.
Il papa, ormai arrivato in cima alla piramide del potere ecclesiastico ama molto recitare. Assomiglia anche al polacco, che in più, oltre che attore, era anche un autore di teatro. Anche lui faceva il piacione e affascinava le masse con sorrisi e poi massacrava tutti con divieti e dottrinali passi indietro. Un passo fintamente avanti e due indietro.
Il papa ieri ha scoperto che c’è troppa frociaggine in giro per i seminari. Bella scoperta, e non da oggi. Chissà perché ha voluto esternare il suo pensiero così avventatamente. Ma ringrazia che ancora ci sono seminaristi!
Le illusorie aperture iniziali nei confronti degli omosessuali non si sono tradotte in nulla, se non in chiacchiere da corridoio di seminario, appunto. La Chiesa non si è mossa di un centimetro dalle sue posizioni secolari. E Bergoglio lo sa benissimo.
Il papa è l’ultimo sovrano assoluto d’Europa, fa ciò che vuole senza dover rispondere a un parlamento. E può dire ciò che vuole perché, secondo la dottrina, è infallibile. E finge, finge, finge sempre. E la gente ci casca in pieno, come ci è sempre cascata.
Ma l’uscita sulla frociaggine ecclesiastica è una caduta di stile, se mai di stile ne abbia avuto uno. Uno nessuno e centomila, ecco il papa, ecco la sua abilità teatrale che rivela la sua vera essenza.
La festa dei bambini, facile palcoscenico sul quale si possono mettere in scena le farse o le tragedie, interpretando il ruolo del nonno benevolo che, come Salvini, ha milioni di figli e nipoti. E poi gli scappa sta cosa della frociaggine. Un segnale che, sotto sotto, non vuole distanziarsi troppo dal nostro governo, o almeno da qualche suo elemento? O gli è uscita di bocca senza volerlo in un momento di senilità? L’età ci sarebbe.
Come si permette un capo di stato europeo di dire cose simili? Un re non lo avrebbe mai fatto perché tutti i suoi sudditi sono importanti.
I primi stati ad adottare il matrimonio omosessuale, non unione civile, ma matrimonio, sono state delle monarchie costituzionali: Olanda, Belgio, Spagna, seguite da Norvegia, Svezia e Danimarca, dove già esistevano le unioni civili. E poi dal resto.
E il Vaticano, ultimo baluardo dell’oscurantismo in Europa, dietro il quale sta ormai solo l’Ungheria, adesso con quest’uscita infelicissima e dispregiativa del papa riporta le lancette indietro.
A nulla valgono le scuse. Il papa ha dimostrato ciò che è nella realtà, un attore e pure mediocre, re di uno stato dove tutto si svolge ancora in costume teatrale, dalle guardie svizzere ai paramenti sacri che i preti indossano per i loro riti obsoleti. E re di uno stato che ha miliardi di arretrati nei confronti della Repubblica Italiana. Ma di questo, come di tante altre cose, io sono Giorgia, donna, madre e cristiana, sembra non doversi occupare.
Anzi, oggi, in visita a Caivano, incontrando il governatore della Campania De Luca, sempre così scintillante e tagliente nei suoi giudizi, si presenta dicendo pubblicamente, lasciandolo interdetto: “Sono quella stronza di Giorgia Meloni”. Tutto registrato e mandato in onda. Lui, purtroppo, non ha avuto la prontezza di risponderle: “Non scopro niente di nuovo, l’ho detto prima io, infatti. Il suo è un raro momento di autocritica.” Per dire il livello del linguaggio a cui sono arrivate le istituzioni.
Stile, signore e signori, stile.
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