Milano
Non Una Di Meno: 28 settembre in marcia per l’aborto libero, sicuro e gratuito
Il 28 settembre, in occasione della Giornata Internazionale per l’Aborto Sicuro, il movimento Non Una Di Meno organizzerà una marcia in molte piazze d’Italia per la seconda grande mobilitazione dopo la vittoria elettorale della destra.
Dal 2016 il movimento femminista e transfemminista si batte contro ogni forma di violenza di genere e a difesa dell’aborto libero, sicuro e gratuito. La difesa della legge 194 sull’aborto, ma soprattutto la sua concreta attuazione, è diventato uno dei simboli della tutela di tutti quei diritti civili che potrebbero essere messi a rischio da una deriva sovranista.
A Milano l’appuntamento è fissato per Il 27 settembre allo Spazio di Mutuo Soccorso in Piazza Stuparich 18, dove saranno preparati i materiali per il corteo del giorno successivo, fissato per le 19:00 con partenza dalla Darsena e arrivo a Piazza Fontana.
28 settembre: ma serve ancora una giornata mondiale per l’aborto libero sicuro e gratuito?
In più di 20 Stati al mondo l’aborto non è ammesso in alcuna circostanza, nemmeno quando si presentino rischi per la salute e per la vita delle donne interessate. In altri 18 paesi l’aborto è legale ma solo in caso di pericolo di vita, pochi contemplano anche l’aborto per stupro e gravi malformazioni del feto. In altri 51 paesi, l’aborto è legale solo se autorizzato per seri motivi sanitari o terapeutici.
Il movimento fornisce poi alcuni interessanti dati che riguardano l’Italia dove, in teoria, l’aborto è legale fino alle dodici settimane di gravidanza, ma nella realtà e nella pratica non è garantito.
- Il 67% (il 100% in alcune regioni) dei medici è “obiettore di coscienza” e si rifiuta di fare il proprio lavoro.
- Quasi il 50% degli anestesisti sono obiettori, e lo stesso vale per il personale non medico.
- I consultori sono in seria difficoltà, senza più finanziamenti e per la maggior parte spariti.
- Non si investe sull’educazione sessuale nè sulla contraccezione gratuita.
- L’aborto farmacologico nei consultori e negli ambulatori, secondo le linee guida del Ministero e dell’OMS, è ancora un miraggio in quasi tutte le regioni. E addirittura in molti ospedali non è nemmeno previsto l’aborto farmacologico.
Le richieste di Non Una Di Meno
Il movimento chiede che chi decide di abortire non debba giustificarsi con nessuno. Non ritiene accettabile essere obbligate a prendersi “un periodo per pensarci bene” o trovare personale sanitario che, negli ospedali pubblici, si rifiuti di rispettare le proprie volontà.
Non è più sopportabile sentirsi dire che se si sceglie la maternità si rischia di non essere assunte o licenziate, ma contemporaneamente non si può accettare il pensiero di chi crede che chi non sceglie la maternità è incompleta.
Non Una Di Meno vuole molto più della legge 194 per come è davvero attuata, e chiede una vera tutela per il diritto all’aborto.
Noi vogliamo essere libere di scegliere e nei luoghi pubblici non vogliamo crocifissi, ma diritti e dignità.
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