Questioni di genere

“Non più vittime”: il Museo del Risparmio ci aiuta a riconoscere la violenza

4 Novembre 2022

Dal 2019 al 2021 le telefonate arrivate al centralino dedicato alle vittime di violenza di genere sono aumentate dell’88 percento passando da circa 8600 a 16300. La maggior parte, oltre il 44 percento, riguarda violenze fisiche, il 33 percento violenze psicologiche e solo l’1 percento violenze economiche. «Un dato che fa riflettere perché, da un lato, neanche le vittime di violenza economica sentono di dover chiamare il numero antiviolenza, dall’altro, capita che ci si vergogni di dover ammettere di essere dipendenti economicamente anche per piccole spese, come un paio di calze», spiega Giovanna Paladino, direttrice del Museo del Risparmio di Torino.

«La violenza economica si esplica, in pratica, in una serie di atteggiamenti di controllo e monitoraggio che limitano la libertà e sottraggono risorse economiche. Per esempio, il partner non vuole che la sua compagna lavori, sabota – in modo sistematico – i suoi impegni lavorativi o di volontariato, controlla in modo ossessivo le spese oppure dispone dei soldi, della donna e della famiglia, senza permesso e senza renderne conto. Situazioni molto più comuni di quanto le donne abbiano il coraggio di ammettere», continua Paladino.

Il Museo del Risparmio ha condotto diverse indagini sul rapporto tra il mondo femminile e il denaro e nel corso degli ultimi cinque anni fotografando una situazione deprimente. «Il il 60 percento delle donne delega, volontariamente, la gestione economica al partner e il restante 40 percento gestisce, da sola, unicamente le spese quotidiane. La ripartizione dei compiti in casa, simmetricamente, evidenzia che l’80 percento delle donne si occupa, da sola, delle faccende domestiche mentre il 70 percento degli uomini si occupa, in modo esclusivo, delle incombenze fuori casa. La cosa grave è che, nel 70 percento dei casi, entrambi i sessi considerano questa ripartizione dei compiti non problematica. Infine, mentre gli uomini si dichiarano interessanti ad approfondire le proprie conoscenze in materia di denaro, le donne, in larga parte, si dichiarano sostanzialmente disinteressate a saperne di più», racconta la direttrice.

Proprio per questo il Museo, in collaborazione con gli Stati Generali delle Donne e CUG Inps, organizza un nuovo ciclo di incontri dal titolo “NON PIU’ VITTIME – imparare a riconoscere le diverse forme di violenza di genere” con un focus dedicato alla violenza economica.

«Contro la violenza economica l’arma più efficace è la consapevolezza aiutata anche dalla diffusione dell’educazione finanziaria. È fondamentale avere la consapevolezza dei propri diritti, delle proprie capacità nella gestione del denaro e di quanto l’indipendenza economica sia un elemento irrinunciabile. Ecco perché occorre agire non solo a livello legislativo ma anche, e soprattutto, educativo per aumentare quelle competenze utili a trovare un lavoro e a essere libere di scegliere», conclude Paladino.

Gli incontri sono in programma online dal 4 al 25 novembre per quattro venerdì sempre dalle ore 18 alle 19.

Segnaliamo il programma

  •  4 novembre; ore 18: AUTOSTIMA E PERCEZIONE DEL PROPRIO VALORE

Riscoprire il proprio VALORE. Costruire o recuperare l’AUTOSTIMA. Liberarsi dal senso di VERGOGNA causato da situazioni di violenza o di disagio derivante dalla propria situazione famigliare. Superare i CONDIZIONAMENTI CULTURALI che impediscono una crescita indipendente e soddisfacente per la donna.

Con Isa Maggi, Coordinatrice degli Stati Generali delle Donne; Giovanna Paladino, direttrice e curatrice del Museo del Risparmio; Barbara Chiavarino, Coach e Formatrice The Project Player e Cristina Obber, scrittrice e formatrice esperta di violenza di genere.

  • 11 novembre; ore 18: INDIPENDENZA ECONOMICA E PARITÀ DI GENERE

Comprendere l’importanza dell’AUTONOMIA ECONOMICA e del LAVORO per una vita davvero LIBERA e per prevenire situazioni di difficoltà, che possono essere anche drammatiche, in caso di separazione o di rottura di una relazione importante. Conoscere i propri DIRITTI e rivendicarli per migliorare la propria posizione nel mondo del lavoro. Motivare ogni donna a prendere in mano la propria vita per rendersi INDIPENDENTE, a prescindere dalla scelta sentimentale o lavorativa fatta e a non accontentarsi quando possono dare di più.

Con Isa Maggi; Giovanna Paladino; Annalisa Monfreda, giornalista fondatrice della piattaforma Rame e l’Avv. Michela Nacca, Presidente Associazione Maison Antigone.

  • 18 novembre; ore 18: FRAGILITÀ SOCIALE E VIOLENZA DI GENERE

La mancanza di autonomia lavorativa ed economica può diventare particolarmente insidiosa nel caso di donne in condizioni di vulnerabilità sociale, che in assenza di risorse proprie devono affidarsi completamente al partner e sono quindi più esposte a forme di costrizione e abuso. Una buona consapevolezza delle proprie capacità e imparare ad amministrare la propria vita in questi casi può davvero fare la differenza.

Con Isa Maggi e Giovanna Paladino. Tavola Rotonda con testimonianze di associazioni/progetti che lavorano a tutela delle donne in condizioni di fragilità: Claudia Ducange, referente progetto L.E.I. (reinserimento socio-lavorativo di detenute a fine pena) e Mirella Calvano, referente Centro interculturale ALMATERRA (associazione che assiste donne italiane e straniere in difficoltà economica).

  • 25 novembre; ore 18.00: EDUCAZIONE FINANZIARIA AL FEMMINILE

La carenza di educazione finanziaria in Italia è particolarmente diffusa fra le donne, così come risulta generalmente bassa la loro propensione al rischio e la loro autonomia nella gestione degli investimenti. Vi sono donne che hanno idee vincenti, che hanno un grande potenziale, ma che non riescono a realizzare i loro sogni a causa di una scarsa conoscenza degli aspetti finanziari. Il rischio in questo caso è di finire nelle mani sbagliate, affidandosi a consiglieri poco seri, o peggio ancora di non riuscire a raggiungere i propri obiettivi di vita.

Con Isa Maggi; Marialuisa Gnecchi, vicepresidente INPS; Giovanna Paladino, Museo del Risparmio e Riccardo De Bonis Banca d’Italia.

 

 

 

 

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