Questioni di genere

Nemmeno per scherzo

30 Aprile 2017

La scorsa settimana, durante il talent show “Amici” condotto da Maria de Filippi è stato trasmesso un filmato intitolato “lo scherzo a Emma”: una candid camera in cui, durante le prove della puntata, un ballerino palpeggiava la cantante Emma Marrone provocandone le proteste, fino alla rivelazione dello “scherzo”.

E’ difficile immaginare uno sketch più diseducativo da mandare in onda nel contesto di un programma seguito soprattutto dai ragazzi: il messaggio implicito è infatti che le molestie sessuali sono un comportamento accettabile, “innocente” – e quindi non condannabile – quando è “per scherzo” e la donna che protesta e vuole sottrarvisi va ridicolizzata per non aver saputo “stare al gioco”.

Un primo aspetto deleterio è che sminuire la gravità del fatto – la molestia – sulla base delle (presunte) intenzioni di chi lo compie è un modo per depenalizzarlo: ai colpevoli di questo reato basterà affermare di “aver voluto fare lo spiritoso” per farla franca (in merito non manca purtroppo un caso di cronaca giudiziaria, come riportato qui).

Ma altrettanto grave è l’idea che ai ragazzi venga proposto come occasione di divertimento lo spettacolo del disagio, dell’imbarazzo e del turbamento della vittima delle molestie. La nostra società è giustamente pronta a condannare chi sevizia gli animali “per gioco”; una trasmissione televisiva che mandasse in onda la tortura di un cucciolo con un contorno di battute e risatine verrebbe immediatamente chiusa. Perché invece passa sotto silenzio il sadismo di chi sbeffeggia una donna molestata in pubblico?

Sappiamo quanto oggi l’abuso sessuale tra ragazzi, compiuto con leggerezza e magari filmato e diffuso in rete, sia un problema grave e diffuso. Come possiamo accettare che un comportamento analogo, seppure tra adulti, venga utilizzato per fare audience in un programma televisivo rivolto a un pubblico giovane?

Spiace che la cantante vittima delle molestie abbia minimizzato la vicenda, finendo per venire – sempre “scherzosamente” – “premiata” per la sua involontaria “comicità”; spiace che la conduttrice abbia negato la gravità dell’accaduto; spiace che i media italiani – al contrario di quelli esteri – abbiano dribblato l’argomento, derubricandolo a “scherzo di cattivo gusto”.

Ma spiace soprattutto che l’insegnamento che qualsiasi ragazza avrà tratto da questa storia è: “se ti molestano sul lavoro (come è accaduto alla cantante Emma durante le prove televisive), stacce; se protesti, fai ridere. Meglio far finta di niente e passarci sopra: non vorrai mica rischiare il posto?”. Una lezione che non dovrebbe mai essere proposta, nemmeno per scherzo.

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