Questioni di genere

Nasce il brand solidale “Fabbricatrici di sogni” per l’empowerment femminile

30 Settembre 2021

Nel 2020 le chiamate al 1522, il numero di pubblica utilità contro la violenza e lo stalking, promosso e gestito dal Dipartimento per le Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio, sono aumentate del 79,5 percento rispetto al 2019, sia per telefono, sia via chat.

Il boom di chiamate si è avuto a partire da fine marzo 2020, in piena emergenza Covid-19, con picchi ad aprile (+176,9% rispetto allo stesso mese del 2019) e a maggio (+182,2 rispetto a maggio 2019). Nella settimana tra il 23 e il 29 novembre del 2020 (il 25 si celebra la giornata contro la violenza sulle donne), le chiamate sono più che raddoppiate crescendo del 114,1 percento rispetto al 2019.

La violenza segnalata quando si chiama il 1522 è per circa il 48 percento soprattutto fisica, ma quasi tutte le donne hanno subito più di una forma di violenza e tra queste emerge quella psicologica (50,5 percento).

Rispetto agli anni precedenti, sono aumentate le richieste di aiuto delle giovanissime fino a 24 anni di età e delle donne con più di 55 anni. Riguardo agli autori, aumentano le violenze da parte dei familiari (18,5 percento nel 2020 contro il 12,6 percento nel 2019) mentre sono stabili le violenze dai partner attuali (57,1 percento nel 2020).

In Italia i dati Istat mostrano che il 31,5 percento delle donne ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner o ex partner, parenti o amici. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7 percento dei casi da partner.

La violenza ha effetti negativi a breve e a lungo termine, sulla salute fisica, mentale, sessuale e riproduttiva della vittima. Le conseguenze possono determinare per le donne isolamento, incapacità di lavorare, limitata capacità di prendersi cura di sé stesse e dei propri figli. I bambini che assistono alla violenza all’interno dei nuclei familiari possono soffrire di disturbi emotivi e del comportamento. Gli effetti della violenza di genere si ripercuotono sul benessere dell’intera comunità.

Intesa Sanpaolo, Fondazione Caritas Ambrosiana Onlus e Fondazione S. Carlo Onlus e 61.67 S.r.l., società proprietaria del brand di borse e accessori LaMilanesa, hanno dato vita a un progetto che ha l’obiettivo di promuovere occasioni di riscatto per le donne che hanno subito violenza o che si trovano in difficoltà socio-economica attraverso l’erogazione di corsi di alta formazione sartoriale, con l’obiettivo di offrire una prospettiva di inserimento nel mondo del lavoro e di riconquista della propria autonomia. Il progetto genera in questo modo una rete virtuosa in grado di creare valore sociale, empowerment femminile e assicurare la sostenibilità degli interventi, attraverso il recupero di mestieri tradizionali con tecniche di alta sartoria e l’utilizzo di tessuti naturali, valorizzando al contempo la moda made in Italy.

«Dopo il brusco arresto dovuto alla pandemia Milano sta ripartendo. La nostra preoccupazione è che nessuno sia lasciato indietro. Per questo ci sembra di buon auspicio questo progetto che riguarda una delle categorie che ha pagato più caramente il prezzo di questa crisi, le donne, e punta sulla valorizzazione delle competenze e sul lavoro: le sole risorse che ci permetteranno di chiudere questo difficile periodo – ha affermato il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti – Aiutare le persone più in difficoltà ad agganciare la ripresa è uno degli obiettivi al centro della nostra azione in questa fase post emergenziale. Cercheremo di perseguire questo intento aprendo collaborazioni anche inedite con tutte le forze vive di questa città che credono nella capacità di riscatto delle persone».

Le borse e gli accessori realizzati dalle destinatarie del progetto, individuate dalla Fondazione Caritas Ambrosiana, saranno commercializzati con il brand solidale “Fabbricatrici di sogni” e venduti presso tutti i negozi La Milanesa in Italia, all’estero e online. I ricavi delle vendite verranno reinvestiti nell’ambito del medesimo progetto con ulteriori iniziative rivolte a donne in situazione di difficoltà.

«Talvolta, se mi guardo indietro, penso di non essere riuscita a farcela. Invece si, i sogni possono avverarsi. LaMilanesa è nata da un sogno: quello di poter realizzare un “laboratorio” dove insegnare alle donne che hanno subito violenza o che si trovano in situazione di disagio una professione, per essere reinserite nel mondo lavorativo e avere una seconda possibilità per essere indipendenti e felici. Grazie agli altri partner del progetto, siamo riusciti a far nascere “Fabbricatrici di Sogni” e abbiamo da poco avviato il laboratorio con le prime donne coinvolte. Quella che era una speranza ora è diventata una splendida realtà», ha aggiunto Cinzia Macchi, designer LaMilanesa.

Elena Jacobs, responsabile valorizzazione del sociale e relazioni con le università Intesa Sanpaolo, ha dichiarato: «con questo intervento Intesa Sanpaolo conferma il proprio impegno in termini di responsabilità sociale e sostenibilità, grazie anche alla capacità di attivare network in grado di coinvolgere soggetti appartenenti a realtà differenti. L’iniziativa opera inoltre a supporto della Missione Inclusione e Coesione sociale del PNRR e promuove l’empowerment femminile e la creazione di lavoro come strumento di riscatto e di reinserimento nella società delle categorie più fragili».

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