Questioni di genere
Addio a Cristina Cattafesta, attivista per i diritti delle donne
«Oggi, Cristina, ci hai lasciate. Dopo una malattia dolorosa, intensa e rapida, tanto da non consentirci di realizzare cosa stesse accadendo. Né, per tante, di abbracciarti, un’ultima volta». Questa mattina si è spenta a Milano Cristina Cattafesta, 64 anni, femminista e storica attivista per i diritti delle donne. L’annuncio della scomparsa è stato dato sulla pagina Facebook del Cisda, il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane, organizzazione di cui Cristina era tra le fondatrici e presidente. «Nel dolore – scrivono le compagne del Cisda – ci siamo rifugiate nelle numerose immagini dei momenti che ciascuna di noi ha condiviso con te, tra decenni di attività politica in Italia, appuntamenti in giro per l’Europa e dozzine di delegazioni nel paese dove tu, per prima tra noi, hai lasciato il cuore. L’Afghanistan. Immagini, sempre, di sorrisi e complicità, rassicuranti e divertenti, nonostante le difficoltà di certi impegni, che ci hanno legate profondamente. Come compagne, come amiche. Ci lasci, in un tempo sospeso, con un’eredità collettiva immensa: ci impegneremo a custodirla, strette intorno alla tua presenza indelebile, alla tua mancanza incolmabile. Abbracciamo forte le sorelle e il compagno Edoardo».
Le donne del Cisda – di cui Cristina Cattafesta era stata il catalizzatore «capace di accogliere e sollecitare il bello, di tessere reti e creare ponti, oltre ogni confine e durata nel tempo» – sono attive nella promozione di progetti di solidarietà a favore delle donne afghane sin dal 1999. Il nucleo iniziale è stato costituito da un gruppo di “Donne in Nero” che ha invitato le donne afghane di due associazioni (Rawa e Hawca) all’Onu dei Popoli di Perugia. Da allora, questo nucleo di donne ha continuato la sua attività, collaborando con altre associazioni. Dal 2014, su sollecitazione degli attivisti afghani, l’attività di sostegno del Cisda si è rivolta anche alla resistenza curda. Proprio durante un’attività di monitoraggio internazionale delle elezioni turche del 2018, Cristina era stata fermata a Batman, nel sud est del paese, imprigionata per quasi due settimane presso il Centro di espulsione di Gaziantep, e poi rilasciata grazie anche all’intervento della Farnesina e delle istituzioni europee. Tornata a Milano, aveva continuato come sempre la sua attività a sostegno delle donne afgane e curde, sempre «dalla parte di chi non ha voce».
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