Jacopo Tondelli

Questioni di genere

Moreno: “Dalla crisi post-pandemica non usciremo senza uguaglianza di genere”

14 Gennaio 2022

Pubblichiamo l’intervento della ministra francese Elizabeth Moreno, delegata alle Pari Opportunità dalla presidenza Macron, tenuto nell’ambito del convegno “PNRR e ripresa economica: i diritti e il ruolo delle donne” promosso dal think thank “Dialoghi”, nato nel laboratorio di idee SC Avvocati associati e SCNet. Si  ringrazia Arianna Zanni per la traduzione.

Sono lieta di parlare a questa conferenza dedicata alle donne e all’economia d’Europa e dei nostri paesi. Poiché la Francia ha appena assunto la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, sono contenta di confrontarmi con voi su questo tema. Mi piacerebbe, infatti, discutere delle priorità del nostro operato durante questa presidenza, ed in particolare di come la Francia stia agendo al riguardo. In Europa, il programma della Francia risulta essere totalmente in linea con la “Strategia per la parità di genere 2020-2025” presentata lo scorso marzo 2020 dalla Commissione Europea, che mira a fungere da filo conduttore tra le iniziative della Commissione Europea nella lotta per l’uguaglianza di genere.

Dal primo gennaio la Francia detiene per sei mesi la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea. Tra le nostre priorità, mi concentrerò su diversi argomenti; in particolare: Cercherò di promuovere il più possibile iniziative europee nell’ambito della parità di genere, soprattutto la direttiva che stabilisce l’equilibrio di genere tra direttori non esecutivi nei consigli di amministrazione.  Condivido, infatti, anche il lavoro della mia collega, Elisabeth Borne, circa la direttiva sulla trasparenza retributiva. Terrò, peraltro, una conferenza ministeriale a Parigi il 31 gennaio che si concentrerà proprio sull’emancipazione economica delle donne.

Per uscire dalla crisi innescata dalla pandemia, gli Stati Membri dell’Unione Europea stanno orientando il proprio operato a sostegno di un’economia più forte. Ma questo sforzo collettivo non può riuscire se metà della popolazione ne è escluso. L’uguaglianza tra uomo e donna è cruciale non solo come valore fondamentale dell’Unione, ma anche come motore per la crescita economica, prosperità e competitività per tutta la società. Nonostante il numero di donne nel mercato del lavoro sia cresciuto sensibilmente negli ultimi anni, il raggiungimento a livello professionale di una parità di genere sembra essere ancora lontano.  Al di là degli aspetti quantitativi, le politiche di assunzione devono aiutare a superare le barriere a cui ancora oggi le donne devono far fronte.  Il peso degli stereotipi nelle scelte formative, le difficoltà nella programmazione delle fasi della propria vita, il “tetto di vetro”, le discriminazioni o addirittura le violenze psicologiche; nonostante cambino forma nel corso del tempo, questi ostacoli continuano a trarre origine da un profondo sbilancio strutturale.

Sebbene le donne siano state in prima linea durante la pandemia, sono minacciate da una crescente precarietà.  Che sia si tratti di salute, lavoro, sicurezza o addirittura protezione sociale, le conseguenze dell’attuale crisi sanitaria risultano essere ancora più gravi per le donne e ragazze. Tuttavia, l’emancipazione economica costituisce una condizione per la libertà di scelta delle donne in tutti gli aspetti della loro vita. Allo stesso tempo, poiché fornisce loro gli strumenti per combattere gli ostacoli e le violenze che sono costrette a subire, rappresenta altresì la chiave per sbloccare il loro vero potenziale.  Ci troviamo a metà strada nella Strategia per la parità di genere della Commissione, e ad un punto cruciale per quanto riguarda le diverse iniziative legislative per l’accesso delle donne al mercato del lavoro.  Ora è il momento di riaffermare lo stretto legame tra l’emancipazione economica femminile e l’effettiva realizzazione della parità di diritti.

Cari amici, sono sicura che ci sia ancora molto da fare per quanto riguarda l’emancipazione economica delle donne. Per questo motivo, ho avanzato una proposta legislativa con il Parlamento francese per aiutare le donne a raggiungere posizioni esecutive nelle compagnie con più di 1000 dipendenti. Questa legge è stata promulgata il 24 dicembre e ha lo scopo di accelerare la parità economica e professionale. Include, infatti, misure per la vita quotidiana delle donne e per una maggiore uguaglianza tra uomini e donne nelle università, nelle aziende e nel mondo imprenditoriale.

Vogliamo che ogni compagnia avente più di 1000 dipendenti abbia almeno un 40% di leader donne a livello esecutivo e tra le posizioni di alta direzione entro il 2030.
Nessuna donna vuole essere assunta come quota, ma per le sue competenze e capacità. Tuttavia, non vediamo altro modo di accelerare la parità di genere nelle grandi compagnie.
Per di più, in Francia, l’esempio delle legge Copé – Zimmerman, che ha permesso di passare da un 9% ad un 45% di donne nel consiglio in soli 10 anni, dimostra che le quote possono funzionare e dare risultati. Questa legge include anche alcune misure volte a risolvere più interamente le questioni relative ai problemi che le donne affrontano quotidianamente. Più in generale, include misure per combattere le disparità di genere come l’introduzione dell’indice di uguaglianze nelle università congiuntamente a giurie che sono più diversificate, e il supporto di famiglie monoparentali o imprenditrici donne.

In Francia, abbiamo anche adottato un indice di uguaglianza professionale, grazie ad una legge promulgata il 5 settembre 2018.
L’indice di uguaglianza professionale è composto da 5 indicatori e attribuisce un massimo di 100 punti. Misura le differenze in termini di salario, aumento e promozione tra uomini e donne, l’aumento del numero di dipendenti dopo la maternità e la parità tra uomo e donna tra i 10 salari più alti.  Dal 2019, tutte le compagnie aventi più di 250 dipendenti e, dal 2020, quelle con più di 50 dipendenti, devono calcolare e rendere pubblico il loro indice di uguaglianza professionale tra uomo e donna ogni anno entro il primo marzo. Nel 2021, il 70% delle compagnie con più di 50 dipendenti ha pubblicato il loro punteggio in confronto al 59% del 2020.

Cari amici,
L’integrazione e l’indipendenza economica delle donne rappresentano un importante tema sociale ed economico. Non possono essere disgiunte da un’azione sostenibile verso un’uguaglianza professionale. È una questione legata non solo alla giustizia sociale per uomini e donne, ma anche alla performance economica degli attori pubblici e privati. L’uguaglianza professionale e l’indipendenza economica delle donne sono le condizioni fondamentali per una reale parità tra uomo e donna.

In Francia, è stato messo in atto un piano di azione composto da 10 punti per porre fine ai divari salariali ingiustificati. Tra le diverse iniziative, ricordiamo:
Lo sviluppo di una metodologia comune e di criteri oggettivi per il calcolo delle differenze salariali.
L’estensione del diritto alla formazione per i dipendenti part-time, la maggioranza dei quali è costituita da donne.
L’aumento dei controlli e degli interventi da parte dell’ispettorato del lavoro.
La lotta contro gli stereotipi, in particolare nella fase di reclutamento.
La ricerca di un migliore equilibrio tra vita privata e lavorativa.
Vi ringrazio per avermi ospitato oggi a questa conferenza. Purtroppo, non potrò ascoltare tutto il dibattito ma non vedo l’ora di leggere le conclusioni e i suggerimenti. Lasciate che mi congratuli ancora con voi. Sono molto contenta di aver discusso con voi di questo tema, soprattutto nel contesto della Presidenza francese del Consiglio dell’Unione europea.

 

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