Questioni di genere
L’uomo ricco che piace alle donne cattoliche
In questi giorni le notizie dei provvedimenti del neopresidente Trump ci raggiungono a una velocità tale da non riuscire quasi a star dietro a quello che sta avvenendo in quel grande Paese che da settant’anni guardiamo come un punto di riferimento da tanti punti di vista e davanti a queste azioni ci dividiamo, con zelo quasi calcistico, a difenderlo o ad accusarlo.
In tutto questo movimento di fatti e opinioni un particolare mi ha colpito e riguarda, ancora una volta, quella porzione di mondo cattolico femminile che più frequentemente parla e fa parlare di sé. L’input viene dalla marcia delle donne che si è svolta Il 21 gennaio scorso in quasi tutte le città americane e in molte altre città del mondo coinvolgendo (solo negli USA) quattro milioni e mezzo di persone. Pare che questo movimento di donne, che ha inteso far arrivare al neo presidente Donald Trump il messaggio che il suo modo di parlare alle donne e delle donne non è degno di un Presidente degli Stati Uniti e, non meno importante, che le donne sanno unirsi quando si tratta di rivendicare il proprio ruolo politico e sociale, non sia piaciuto a parte del mondo cattolico italiano. Inizialmente davanti a questa netta presa di posizione ho pensato che il problema fosse che le associazioni pro-life erano state marginalizzate dall’organizzazione, una questione che in effetti ha amareggiato anche me, invece no, quello che si voleva giustificare era proprio l’atteggiamento di Trump verso le donne e in particolare il suo diritto a dire che se un uomo è ricco ha tutte le donne che vuole…
Da una parte Silvana de Mari, medico, mette in campo considerazioni etologiche di pretesa validità universale: “Tre milioni di donne sono scese in strada perché qualcuno ha osato dire la verità: c’è una notevole percentuale di donne, che è molto sensibile al denaro di un uomo. Questo fa parte non solo di un interesse immediato, se un uomo mi dà un po’ del suo denaro campo meglio, ma di precise regole etologiche. Il denaro è il corrispettivo del territorio: per i maschio umano il denaro è quello che è il territorio per il leone e l’orso maschio. Nel bel testo Neuromarketing di Martin Lindstrom si spiega come i maschi siano molto più bravi di noi a guadagnare denaro perché il piacere che loro provano a guadagnare denaro è enorme, ed è sulle stesse aree che danno il piacere sessuale: infatti solo un maschio che ha territorio può accedere ai genitali femminili”. Insomma la Dottoressa de Mari ci sta dicendo che è una necessità neurobiologica che porta le donne a non guadagnare quanto gli uomini e non certo il fatto che le donne a parità di mansione ricevano stipendi inferiori. È quindi un sollievo che qualcuno ci possa spiegare scientificamente che il matrimonio d’interesse è comprensibile e anzi auspicabile. E dire che Lizzie Bennet lo rifiutava già nel 1813… probabilmente era un OGM!
Dall’altra parte Costanza Miriano, giornalista, prima si distanzia dal comportamento interessato delle donne (lei non lo farebbe mai), ma poi lo giustifica e anzi redime: in realtà non è opportunismo bensì ricerca di protezione e Trump rappresenta dunque il prototipo dell’uomo protettivo…. ” una volta in un parcheggio hanno registrato di nascosto un video in cui Trump diceva a un amico, più o meno, che se hai i soldi le donne ti vengono dietro. Ora, non è una bella immagine, ma non si può negare che sia vero. Non è neanche una bella cosa, io per esempio non ho mai usato questo criterio con gli uomini, ma tante donne sì. Sono libere di farlo. Se lo fanno non è perché gli uomini sono cattivi, ma perché pensano che a loro convenga. E non posso neanche dire che non le stimo per questo, perché credo sia scritto nel profondo di una donna il desiderio di sentirsi protetta da un uomo forte, e a volte la ricchezza può rappresentare la protezione che qualche donna cerca “. Insomma tutta la solidarietà femminile di questa signora viene rivolta alle donne che cercano l’uomo ricco a prescindere da chi sia, ma nessuna viene riservata a milioni di donne che sfilano in corteo per la propria dignità e il proprio ruolo sociale e infatti questa è la considerazione che fa sulle manifestanti “a vedere le foto di signore molto brutte, i loro cartelli “not my pussy” decisamente superflui (nessuno la vuole, quella pussy), per me balzava agli occhi con grande evidenza che la vera bellezza e la grandezza di una donna è nella sua capacità di offrire sostegno e aiuto, e se la donna diventa rivendicativa è una caricatura di se stessa, diventa insopportabile”.
Riassumendo, una donna che manifesta per chiedere che le donne non vengano insultate da chi rappresenta la Nazione di cui sono cittadine (fat pigs, dogs, slobs, disgusting animals, nasty per citarne solo alcuni) sarebbe una caricatura di se stessa, la donna che abbassa la testa e ride a comando come Melania Trump invece un inno alla femminilità e all’amore. Benissimo.
Le donne unite fanno paura, perché sono forti, potenti e portano il loro messaggio in ogni angolo della vita pubblica e privata… che gli uomini le temano è comprensibile, che siano le donne a temerle invece sarebbe spaventoso, se non fosse ridicolo.
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