Costume
L’assalto social della tonaca
Non ci aspettavamo certo che un docente alla Facoltà teologica fosse a favore dell’aborto. E sinceramente non ha alcuna importanza: don Francesco Pieri non sarà mai coinvolto personalmente dal problema, e soprattutto l’aborto è legalizzato in Italia dal 1978. L’ha deciso chi lo vive sulla sua pelle. Ma l’assalto delle tonache ai social continua, e alza il tiro, dopo lo stupro della ragazza che per il prete Guidotti se l’era cercata. Don Francesco Pieri sostiene che in quanto a morti innocenti sulla coscienza tra Totò Riina ed Emma Bonino non ci sia differenza. La gara a chi la spara più grossa è quasi vinta. Cosa c’entri l’ottima Emma Bonino, vallo a capire; ma facciamo finta che al don servisse un capro espiatorio. E come tutti noi doveva placare l’ansia da Mi piace. Ha fatto il suo pieno, compreso quello di un collega pezzo grosso della Curia, don Massimo Vacchetti, vice-economo della stessa e responsabile della Pastorale dello sport. Poi, chiamato a rispondere di questo delirio sparato dal pulpito più frequentato del terzo millennio, ha giustificato il suo anatema citando il Concilio Vaticano II, ventunesimo e ultimo. Ha ricordato che nella parte `Gaudium et spes´, “mette l’aborto (non importa se legalizzato, ospedalizzato e mutuabile o no) in serie con genocidio, omicidio volontario e altri crimini orrendi, tra cui certamente quelli di mafia, e lo definisce abominevole delitto”. Si svolse dal 1962 al 1965. Più di mezzo secolo fa. Ci furono le prime immagini in mondovisione: quelle della Torre Eiffel sugli schermi americani, e quelle della Statua della Libertà sulle TV di Parigi. Sorta di dimostrazione di prodigio spazio temporale. Oggi che con un clic abbracciamo il pianeta. Non c’era il divorzio. Le donne abortivano con i cucchiai o con le pompette. E fino al 1975, con l’approvazione del nuovo Codice di diritto di famiglia, non c’era parità legale tra coniugi. Un mondo seppellitto. Riesumato per farne un post violento. A far peccato ci si potrebbe leggere un disprezzo latente per il genere femminile. Ma ancora peggiori sono quelli che hanno messo il loro pollicino verso l’alto. A tutto questo offro il mio disprezzo esplicito. E il pollicione verso.
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