Parlamento
La legge Zan, spiegata agli alieni
Immaginiamo che un alieno interessato ai temi della famiglia e della sessualità arrivi con la sua astronave sui cieli di Roma, parcheggi in zona Anagnina e prendi la metro fino a Piazza di Spagna. Dopo alcuni selfie e un po’ di shopping in via de’ Condotti, il visitatore raggiunge il transatlantico di Montecitorio. Qui interloquisce con politici e giornalisti. L’alieno è talmente sveglio da comprendere presto i principi di diritto familiare. Chiede se la stessa legislazione disciplini le unioni tra le persone dello stesso sesso. Scopre così che l’Italia, rara eccezione nell’Europa occidentale, non riconosce il matrimonio paritario.
I deputati di destra si mostrano orgogliosi di aver arginato la lobby gay, mentre la sinistra critica la presenza della chiesa cattolica e della sede papale, freno principale ai diritti delle minoranze LGBT+. Si scatena una discussione tra le parti opposte in cui l’alieno comprende che il Papa è considerato esponente di idee progressiste. Ormai perplesso, approfondisce la questione, chiedendo come lo stato italiano tuteli omosessuali e transessuali.
I politici illustrano il provvedimento delle unioni civili, che riconosce alcuni diritti per le coppie gay, sorta di quasi-matrimonio. Altri, si concentrano su un provvedimento che potrebbe essere approvato a breve, la legge Zan. Tale provvedimento prevede punizioni esemplari per chi istiga alla violenza di genere, che sia rivolta contro persone omosessuali, bisessuali, transessuali o di sesso femminile. Il visitatore, disorientato, teme di essere approdato una società anarchica dove i cittadini sono stati finora autorizzati a incitare violenza sulle donne e sulle minoranze.
I deputati di sinistra spiegano al nostro visitatore che istigare alla violenza è sempre un reato. La legge Mancino ha introdotto nel 1993 un aggravante per chi compie tale istigazione verso minoranze razziali o religiose. La legge Zan allarga il perimetro alle categorie basate sull’identità sessuale. L’alieno ascolta accigliato, titubante. I deputati di destra colgono l’occasione per affermare che anche l’alieno comprende come la legge Zan limiti la libertà d’espressione.
Il visitatore, ormai sconvolto, osserva i deputati con occhi impietriti. Non capisce perché ritengono che la legge Zan limiti la libertà d’espressione, ma non criticano la legge Mancino. Rivolgendosi al gruppo di sinistra, chiede perché deve essere introdotta una legge cavillosa, che ribadisce l’ovvio e crea reazioni incomprensibili nei politici di destra. Ritiene che sarebbe più semplice approvare il matrimonio paritario riconoscendo a tutti i medesimi diritti, in modo da creare una tutela oggettiva per le minoranze di genere.
Spazientito, chiede loro se manca la maggioranza parlamentare per approvare la legge sui matrimoni omosessuali. Probabilmente, alla vista dei deputati, imbarazzati, che accampano confuse scuse sulla tenuta della maggioranza, il visitatore alzerebbe i tacchi. Ritornerebbe prima nella sua astronave e poi nel suo pianeta raccontando quanto sono contorti questi terrestri.
Sfortunatamente, noi non abbiamo un’astronave parcheggiata di fronte alla fermata Anagnina e siamo costretti ad essere pazienti anche con la nostra classe dirigente, colpevole di non avere il coraggio di prendere decisioni lungimiranti. Siamo costretti a comprendere che una classe politica incapace di illustrare alla cittadinanza l’importanza del matrimonio paritario, prova a introdurre una minima tutela per la comunità LGBT+.
Nella legge Zan, le poche tutele si affiancano a un leggero ampliamento delle zone d’ombra. Si amplia infatti una fattispecie legislativa basata sull’interpretazione di un reato, quello di istigazione alla violenza, che potrebbe avere contorni sempre meno definiti a causa dell’avvento dei social network. Come i giudici considereranno le valanghe di troll che si abbattono sulle bacheche Facebook?
Al tempo stesso, i politici italiani non sono nelle condizioni di dire un altro no ad una comunità che chiede i basilari diritti in modo da essere riconosciuta e tutelata. Una comunità vittima di violenze continue, benché la destra continui a usare lo spauracchio delle lobby gay e delle teorie gender. Pure invenzioni pubblicitarie.
I problemi che eventualmente saranno alimentati dalla legge Zan, risulteranno infinitamente più piccoli rispetto alle rivendicazioni sociali che la comunità LGBT+ necessita di ottenere. Di conseguenza, non è possibile rimandarne l’approvazione, ricordando che non può assolutamente tramutarsi in una scusa per ritardare l’obiettivo più importante, ovvero il matrimonio paritario.
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