Governo

Rampelli e la fragilità dei cabbasisi di Montalbano

20 Marzo 2023

Non passa giorno che in questo paese, funestato da rigurgiti religiosi o pseudo tali di ogni tipo, non ci si soffermi a insultare e a penalizzare chi invece avrebbe bisogno esattamente dell’opposto ossia di essere incluso, di essere salvaguardato, di essere difeso dai pregiudizi. Nulla, il signor Giorgia e i suoi famigli di Friarielli d’Italia e affini vanno avanti nel nome di Dio, patria e famiglia. Secondo loro. Ah, dimenticavo, prima gli italiani.

Se ne esce fuori il vicepresidente della Camera dei Deputati Fabio Rampelli dicendo che le coppie omosessuali spacciano i bambini per figli loro. Poveretto. E di chi dovrebbero essere figli se magari uno dei coniugi è davvero il padre biologico? Ma anche qualora fossero quelli adottivi. Ma peggio è per chi lo appoggia, che non si rende conto dell’enormità che è uscita dalla bocca di colui e che prima di uscirgli come un peto fuori posto dall’orifizio preposto alla parola sarà stata anche pensata (ahimè) e formulata o scritta e, inevitabilmente, comunicata in questa incontinenza che caratterizza la Destra.

Al povero Rampelli non viene neanche in mente un mondo diverso, che pure avrebbe sotto gli occhi, dove quei bambini esistono già, e che vivono già in quelle famiglie, dove possono essere amati (o forse no), esattamente come nelle famiglie eterosessuali, magari seguaci di qualche religione intransigente, cristiane o no, dove invece i figli, e soprattutto le figlie, a volte devono fare ciò che stabilisce la religione e quindi la legge. Evidentemente il vicepresidente della Camera non conosce il suo paese, la sua società, com’è composta.

Un’altra, la titolare del Ministero delle Pari Opportunità, e sembra un insulto alle Pari Opportunità che lei lo sia, Elena Roccella, quando Serena Bortone le chiese pubblicamente in un orario di alto ascolto “L’aborto fa parte della libertà delle donne?” non trovò di meglio che rispondere “Purtroppo sì”. Purtroppo sì… ma come si fa? Purtroppo ci sei tu alle Pari Opportunità, questo è purtroppo sì. Rispondi piuttosto “Io non lo farei mai, ma è giusto che chi lo vuol fare lo possa fare”. Tu rappresenti tutti, “purtroppo” lo dico io. Tutti sappiamo che l’aborto non è una scelta facile, anche quando si fa o si è costretti a farlo, ma tu che sei una donna e sei pure ministra utilizza la diplomazia anziché farti detestare subito. Perché da una risposta come “Purtroppo sì” non c’è via d’uscita, implica esattamente ciò che vuoi dire, come dire peccato che chi abortisca non si possa condannare e incarcerare, perché questo accadrebbe se l’aborto fosse fuori legge.

Nessun esponente di questa destra becera, ignorante, primitiva riesce a capire che se ci sono delle leggi che tutelano i diritti di qualcuno, diritti civili, beninteso, non c’è nessuno che attraverso queste leggi toglie diritti agli altri, anzi, al contrario escono rafforzati i diritti di tutti. Né, tantomeno, li toglie a dei bambini che già vivono, e anche felicemente, in famiglie dove è presente l’amore, perché l’amore esiste anche tra le coppie omosessuali, cosa incredibile. E se il signor Giorgia s’inalbera sentendo Enrico Letta pronunciare la parola amore, banalizzandola, dicendo che lo Stato non norma l’amore, senza considerare che il valore dell’amore per un bambino, creatura fragile, è importantissima, mostra la propria inadeguatezza a parlare dell’argomento. Anche perché, diciamolo chiaramente, sembra proprio che d’amore non se ne intenda affatto. Il cosiddetto buonsenso che lui stesso invoca sembra essere assolutamente assente in ogni manifestazione del pensiero del signor Giorgia, così elogiato perfino da Bonaccini (mah! Un giorno forse qualcuno ci spiegherà il perché di questa opinione)

Soprattutto per il presidente della camera Fontana che classifica le unioni gay come schifezze, tutto questo non è famiglia. Non è mai emerso, almeno dalle cronache, che qualche figliolo di coppie omogenitoriali abbia deciso di far fuori le mamme o i papà, mentre, ahimè, è successo in diverse famiglie cattoliche apostoliche romane. Ricordiamo i casi storici di Erika e Omar, o Pietro Maso, o la terribile furia di Doretta Graneris, che già nel lontano 1975, sterminò genitori, nonni e fratellino, o altri recenti parricidi e matricidi che riempiono la cronaca nera dei tiggì golosi di nefandezze dentro cui frugare. Della Graneris gli insegnanti dicevano che era «educata, rispettosa, di sani principi religiosi. I genitori le volevano un bene dell’anima». Alla faccia, un vero modello. E poi tutti organizzati in bande, o col fidanzato o con amici, per lo sterminio dei parenti stretti e in un’epoca in cui non c’erano i social e i videogiochi o le violentissime serie tv che possono fornire spunti. Tutte famiglie perbenissimo, le famiglie che piacciono tanto al signor Giorgia Meloni e ai suoi famigli di partito. Chissà perché sempre nel Nord Italia.

Le famiglie che piacciono tanto anche al Capitan Fracassa, vicepremier in carica, ex ministro dell’Interno. In nome dei soldi venivano uccisi dai figli o dai fratelli, l’unica religione che la gente sente, soprattutto in quel Nord opulento, viziato, razzista, fascista, bigotto. Non era la terribile e implacabile “famiglia” della mafia, che non risparmia nessuno, erano famiglie borghesi, più o meno agiate, famiglie quasi alla Stephen King, di quella classe sociale che compone principalmente la società italiana che, adesso, probabilmente vota per loro. E che al tempo votava per la DC, il partitissimo dell’ipocrisia cristiana e della collusione colla mafia. Sì, bisogna fare dei distinguo. Perché l’ipocrisia del Dio patria e famiglia sta proprio lì.

Le famiglie arcobaleno orientate a sinistra (anche se a chiamarla sinistra mi vien male, viste le tante contaminazioni cattoliche che ci stanno ormai dentro, speriamo che Schlein chiami una coscienziosa ed efficiente impresa di pulizia) hanno ben ragione di incavolarsi. Ma forse non s’incavolano abbastanza. Io credo che oggi non bisognerebbe più fare i gay pride coi costumi sgargianti e le bandiere della pace capovolte, sono fin troppo gentili e garbati per un governo in cui si è detestati e a stento tollerati “purtroppo”. Non si può più mettere i fiori nei cannoni, si deve essere duri, senza se e senza ma. Bisognerebbe, a questo punto, andare a manifestare arrabbiatissimi e mostrando i manganelli, esattamente gli stessi manganelli che i violenti dei gruppi di destra, i quali in passato si sono contaminati con AN e colla Lega (che oggi fanno quasi finta di non conoscerli),

usano per pestare i froci, gli stranieri di pelle diversa, o altri soggetti deboli. Ma non per rompere vetrine o incendiare auto come fanno quei mentecatti tifosi di calcio dal testosterone impazzito, che c’entrano gli arredi di quei commercianti che ogni giorno si danno da fare, che c’entrano le fontane del Bernini appena restaurate, come fu per gli olandesini in trasferta, che devastarono la Barcaccia. No, bisogna aspettare quei deputati al varco e ricoprirli quotidianamente d’insulti, esattamente come fanno loro con noi, non siamo noi gli inadeguati ma loro, non siamo noi che dobbiamo vergognarci ma loro, non sono le nostre famiglie ad essere sbagliate ma è il loro concetto di famiglia che provoca disastri. Credo che la via sia quella dell’intolleranza, a questo punto, perché non si possono tollerare ministri della Repubblica, pagati da tutti noi, dire codeste cose né si possono tollerare altre aggressioni: https://www.ilmessaggero.it/viterbo/la_spedizione_di_casapound_con_pestaggio_a_vignanello_due_condannati_c_era_anche_il_consigliere_comunale-3277326.html

È inutile che le anime pie della destra si irritino scandalizzate per ciò che succede alle donne nell’islam. Quello che proclamano in Italia, paese europeo, democrazia ormai rodata, non è molto distante da ciò che farebbero se non ci fosse una Costituzione che ci difende tutti. Purtroppo… che stronzate.

È grazie al femminismo che Giorgia Meloni oggi può essere Presidente del Consiglio dei Ministri, non ricordando mai che durante il fascismo le donne, a cui Mussolini, nel 1923, in un suo intervento al Congresso dell’Alleanza pro suffragio, aveva promesso il diritto di voto amministrativo, furono illuse anche perché poco dopo sarebbe stato negato il voto a tutti, masculi e fimmini, colle leggi eccezionali del 1926.

E il signor Giorgia Meloni, che fino a poco tempo fa diceva addirittura che è il cristianesimo che ci ha insegnato la laicità dello Stato (chissà da dove prende codesta certezza, il poverello) dimostra di non conoscere la Storia e di ignorare come tutti i regimi e soprattutto le monarchie, si sono sempre basate sulla religione che le legittimava, anche per chi non credeva in quel dio. Il re d’Inghilterra è anche il capo della Chiesa Anglicana (e nei secoli è stato anche mercante di schiavi), i re cattolici di Spagna espulsero mori ed ebrei, per non parlare del Papa Re e degli orrori dello Stato Pontificio e dell’Inquisizione. E se, nei valori cristiani c’è il rispetto, così importante per il signor Giorgia e rivendicato con orgoglio da lui stesso, colui dimostra proprio di non conoscere la Storia colla S maiuscola. Il cristianesimo, nella Storia, non ha mai rispettato niente. Forse sulla carta, quello che hanno fatto dire a Gesù i novellisti, forse Francesco d’Assisi. Ma ciò che è stato realizzato dai cristiani nei secoli direi proprio di no, e non lo dico solo io. Sfondone storico pro domo sua, facilmente sgamabile.

Dov’è il rispetto per quei bambini delle coppie omogenitoriali, già esistenti? I quali, peraltro, sono ITALIANI e per quanto riguarda un altro degli slogan tanto cari al signor Meloni e pure al suo vice, Prima gli italiani, dovrebbero essere ugualmente tutelati, e tutela per i bambini delle coppie omogenitoriali significa non strapparli a quei coniugi superstiti nel caso della morte di uno dei due che non sia il genitore biologico e darli in adozione a coppie eterosessuali perfettamente sconosciute.

Nella battaglia contro l’utero in affitto sbandierato dai componenti di questo governo non viene considerato, per esempio, l’atto di affetto di un’amica di coppie omosessuali che spesso avviene, ossia quello di mettere al mondo un figlio per gli amici che non possono averne. Il massimo dono che una donna può fare, mettere a disposizione il proprio corpo per generare. E questo vale anche per le coppie eterosessuali che non possono aver figli, se c’è un’amica, una sorella, una parente, o anche una perfetta sconosciuta che si presta per affetto, dove sta lo scandalo? Ma anche se dovesse farsi pagare, la sconosciuta, perché no? Ma soprattutto dove sta lo scandalo quando bambini che restano senza famiglia per i motivi più disparati, guerre, epidemie, altro, in paesi assai meno fortunati del nostro, possano venire affidati a nuclei familiari che esulano da quelli della ristrettissima visione meloniana e che sono spesso più stabili di questi ultimi? Dov’è il “rispetto”? Per chi è quel “rispetto”? La posizione, se ci si pensa bene, è pericolosamente vicina a quella putiniana, venuta alla ribalta in questi ultimi giorni dopo la condanna dell’Aja, per cui gli orfani, veri e finti, ucraini sono stati forzatamente deportati per poi essere adottati (e quindi riconformati) da famiglie russe, che offrono una solida struttura familiare tradizionale. Chissà se ci ha pensato il signor Giorgia. Come chissà se ha pensato, lui, così attento alla demografia e al calo delle nascite, quanto invece sarebbero indispensabili tutti i tipi di famiglie con prole oggi più che mai, senza fare gli schifiltosi, noi sì voi no. I figli, caro Meloni, sono il futuro e tu e i tuoi sputate sul futuro, soprattutto quello loro, solo perché non sono come volete voi. Vergognatevi, voi il rispetto non sapete neanche cosa significhi.

Io sono gay, disabile, con tutti i problemi fisici del mondo, e mi devo continuare a sentire insultato da queste persone che sono pure pagate colle mie tasse. Io non ho figli ma è come se li avessi, perché i figli di coppie gay che conosco li adoro come se fossero miei. Io le tasse le pago alla fonte, la mia pensione viene tassata, non posso scegliere. E le tasse che pago mi augurerei che fossero impiegate per rendere la vita democraticamente migliore a tutti, non codesto schifo. Vorrei una sanità migliore e non allo sfascio, vorrei servizi, non il ponte sullo Stretto che è solo una voragine mangiasoldi per i soliti noti e che viene spacciato per la panacea da chi di ingegneria, geologia e manco di economia capisce una beneamata. E, soprattutto, non per pagare lo stipendio di codesta gente che m’insulta ogni giorno.

Basta, non ne possiamo più, sto governo Meloni è veramente una ciofeca. Meloni, ci hai rotto i cabbasisi e non solo a noi. Basta fiori.

 

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