Questioni di genere

Il Tempo delle Donne Nude 2: l’ipocrisia del Corriere della Sera

8 Settembre 2018

Anche quest’anno, al Corriere della Sera hanno pensato bene di organizzare, nella splendida cornice della Triennale di Milano, la kermesse “Il Tempo delle Donne”, una tre giorni di importanti dibattiti dedicati alla parità di genere e alla difesa della dignità femminile.

Da parte nostra, come già l’anno scorso, abbiamo monitorato per dodici mesi la home page del sito del Corriere per verificare come in via Solferino il corpo femminile venga mostrato, raccontato e rappresentato: mentre nel mondo impazza il movimento #metoo, come si sarà comportato quest’anno il giornale più venduto e prestigioso d’Italia?

Avrà contribuito, finalmente, ad invertire quella pessima abitudine culturale italiana di ridurre la donna alla sola dimensione del corpo? Andiamo a vedere.

Cominciamo, per esempio, con questa immagine della modella e star di Instagram Emily Ratajkowski apparsa lo scorso primo gennaio, corredata da una didascalia che  è già  tutto un programma.

 

Ma perché una foto del genere deve stare nell’home page del primo quotidiano d’Italia? Forse per fare click-baiting grazie al seno della modella, come i peggiori siti di gossip?

Del resto, al Corriere con la Ratajkowski sono proprio fissati: qualche tempo dopo infatti la ritroviamo qui, sempre in home page e sempre svestita.

 

Di nuovo: che bisogno c’è di ospitare in home page la milionesima foto senza veli pubblicata su Instagram dalla modella che fa più notizia quando si fa fotografare vestita? A qualcuno, per caso, risulta che i grandi quotidiani stranieri omologhi della prestigiosa testata di via Solferino facciano lo stesso?.

Dice: sarà stato un caso, una passione particolare per la bella Emily. E invece passano pochi giorni, e sulla famosa “colonnina destra”  troviamo una notizia – e una foto – davanti a cui siamo trasecolati.

 

Siamo forse capitati sul sito di Playman? Purtroppo no. Purtroppo, secondo quelli del Corriere, la maggior parte delle donne italiane non pensa ad altro che ad avere “un lato B perfetto”.  Per farcela ci vuole “un po’ di impegno”, ma grazie “agli esercizi giusti” – gentilmente forniti dal primo quotidiano d’Italia – il sogno è alla portata di tutte.

Sarebbe bello sapere che ne pensano le giornaliste femministe del blog La 27 Ora, quelle che proprio in queste ore stanno discutendo in Triennale del maschilismo che ancora permea la società italiana.

Che ne pensate che sul giornale per il quale scrivete fa bella mostra il posteriore di una donna, come un trancio di carne? Cosa ne pensate del messaggio culturale che questa foto veicola?

Di nuovo: avete mai visto notizie simili sulle home page di siti di quotidiani stranieri sulla carta vostri equivalenti, come Le Monde o il New York Times?

E a proposito di messaggi culturale, sarebbe davvero interessante essere invitati al “Tempo delle Donne” per discutere con le passionarie di via Solferino di un pezzo come questo…

 

… dove – oltre all’aver scelto, tra tutti i frame, proprio quello in cui il seno della donna appare in bella vista  – viene celebrato il fatto che questa signora, all’età di 52 anni, abbia “una forma fisica perfetta”, tale da “mandare in delirio i fan” (“i fan”, si noti l’uso del maschile).

Ma da quando una donna di 52 anni deve essere obbligata ad avere “un fisico perfetto”?  Qualcuno ha mai chiesto ai numerosi uomini politici o di spettacolo ultracinquantenni di avere “un fisico perfetto”?

Perché una donna, perfino a 52 anni, deve essere sempre ridotta alla dimensione del suo corpo, del “fisico perfetto”?

Per non parlare di quella gallery, “la carica delle 50enni”, che sembra fatta apposta per acchiappare il click degli appassionati del genere milf: robe da far salire l’imbarazzo per interposta persona.

E il bello è che una vaccata del genere resta in home page per giorni, e viene anche spostata più in vista, in modo che sia proprio impossibile da ignorare – probabilmente, proprio a causa dell’alto numero di click ricevuti grazie all’immagine “invitante” per un certo tipo di pubblico.

 

La riduzione delle donne di una certa età alla sola dimensione del corpo sulla home page del Corriere è un chiodo fisso: guardate come parlano della 49enne Jennifer Lopez.

 

Di nuovo: “un fisico senza età”, come se mostrare sul proprio corpo i segni del tempo – quelle rughe “meraviglioso paesaggio di una vita” come scriveva il poeta – sia una colpa, un qualcosa da evitare.

La sensazione è che pur di mettere in home page una bella ragazza svestita e acchiappare click, questi siano disposti a qualunque cosa. Guardate qui:

 

 

Mentre a sinistra si parla di Trump e Kim, a destra la notizia è che questa ragazza (che viene qualificata attraverso il nome del suo uomo)  si è fatta una foto in spiaggia. Sembrerebbe una cosa di poco conto, eppure il Corriere decide di piazzarla sulla propria home page. Come mai questa scelta? C’entra forse il seno prosperoso della ragazza?

Altre volte, per acchiappare i click grazie alle donne semi-nude, in via Solferino ci vanno giù piatti. Come qui per esempio:

 

 

…con un bell’articolo con Francesca Cipriani (a proposito di modelli femminili da veicolare) “nuda e felice”. Oppure qui:

 

quando si va giù ancora più piatti, con la parolina magica acchiappa-click “topless”.

Altre volte invece sconfiniamo direttamente nel paradosso, travalicando il ridicolo e il comune senso del pudore.

 

Chissà se il povero Gandhi avrebbe mai immaginato che un giorno, grazie a quelli del Corriere, si sarebbe ritrovato a pochi centimetri da due donne nude, muto testimone di una controversia sull’uso di Photoshop. Forse perfino lui, davanti a tanto maschilismo, sarebbe diventato violento!

Col tempo, però, abbiamo scoperto che nell’home page del Corriere non c’è solo la famosa colonnina destra ad offrire una rappresentazione della donna di questo tipo. Scorrendo verso il basso, alla fine della home page si trova la pubblicità di altri periodici appartenenti a RCS, come ad esempio Style, la rivista dedicata all’uomo. Dove abbiamo trovato una sfilza di perle come questa:

 

 

“Ghiaccio bollente”?! Ma siamo a un passo dalla pornografia! Per quale diavolo di motivo delle sportive, le atlete delle Olimpiadi, devono essere rappresentate con un’immagine del genere?

Nel mondo dell’editoria, si dice sempre che in Italia “i maschili non funzionano”, intendendo lo scarso successo di vendite che ottengono da noi, in genere, i periodici maschili. Forse, se si smettesse di considerare i lettori maschi come dei maniaci sessuali del secolo scorso, sarebbe già un buon inizio.

Ma non è solo una questione di target: è proprio la mentalità Solferiniana ad essere in cause, perché Amica,  la rivista gemella di Style dedicata alle donne, di fronte alla controparte maschile non sfigura affatto.

 

Di fianco alle “20 giocatrici piu’ sexy del golf” – che fa ridere di suo – ci sono “70 nude look da capogiro”. E qui invece, per chiudere in bellezza, troviamo…

 

…”Tale madre, tale figlia: chi è la più sexy in famiglia”. Sembra di essere dalle parti dei film con Alvaro Vitali: invece siamo sulla home del principale quotidiano italiano.

Si dice che immagini come queste portino in dote i click necessari a far funzionare i bilanci e a pagare gli stipendi: tuttavia nessun altro grande quotidiano internazionale rappresenta, sulla propria home page, il genere femminile in questo modo. E se anche questa fosse la spiegazione, questo non cambia di un millimetro la questione: anzi, se possibile, contribuisce a cambiarla di brutto.

Si, perché questo significa  che gli stipendi dei giornalisti che animano blog e kermesse a tutela della donna sono pagati – anche – grazie allo sfruttamento del corpo della donna, usato come veicolo per aumentare i click, veicolando valori e stereotipi culturali indegni di quel famoso “Paese civile” cui si fa spesso riferimento proprio sul quotidiano di via Solferino.

La domanda, dunque, resta la stessa dell’anno scorso: come mai il Corriere organizza kermesse a difesa della parità di genere se poi  rappresenta in questo modo le donne sul proprio sito?

Come fanno le giornaliste a tollerare una simile ipocrisia? Perché  non prendete una pubblica presa di posizione contro il modo in cui il quotidiano per cui lavorate rappresenta le donne?

E’ questa la vera domanda cui dovrebbero rispondere la Isa, la Betta, la Giusy, la Fiorenza e tutte  le giornaliste e i giornalisti del Corriere durante gli incontri della kermesse “Il Tempo delle Donne”.

Chissà se anche quest’anno, come l’anno scorso, faranno finta di niente.

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