Questioni di genere
Il 25 novembre, una data per tutti
Il lento cammino della parità di genere nel nostro paese ha una storia tanto analizzata quanto travagliata.
Il 25 novembre è diventata una ricorrenza tristemente importante in questo percorso, pur segnato da passi in avanti significativi. Usiamo i termini ‘donne’ e ‘uomini’ o ‘femmine’ e ‘maschi’ semplificando un arco di distinzioni che non sono ancora monitorate dalle ricerche d’opinione con sufficienti serie storiche.
Nelle indagini continuative realizzate da CSA con Telepanel, si rilevano segnali di cambiamento positivi ma anche campanelli d’allarme su tutto quello che resta da fare.
Si impone l’aspettativa sul ruolo brillante che le donne possono svolgere nella nostra società, come emerge dalla crescita costante di adesione a un’affermazione monitorata nel tempo: ‘Molte cose miglioreranno quando le donne assumeranno sul lavoro e nella politica altrettanta influenza degli uomini’. Su cui il 67.6% degli intervistati si dichiara d’accordo (73.2% degli uomini e 62.2% donne).
D’altra parte le donne possono solo in parte rispondere a questa aspettativa di partecipazione, non trovando nel nostro paese le condizioni necessarie per esercitarla. Il 62.1 % delle intervistate si dichiara d’accordo con l’affermazione ‘Ho l’impressione di essere circondata da pericoli, di dover stare costantemente sul chi vive’.
La rivoluzione socioculturale interpretata dalle donne nel nostro paese si scontra costantemente con ostacoli ancora molto difficili da rimuovere. La peculiarità che interessa il dibattito in questi giorni è il contesto relazionale e domestico in cui si annida il pericolo per le donne. L’intricato complesso psicoaffettivo nelle mura di casa, dove si abbassano le soglie di protezione anziché aumentare la sicurezza.
D’altra parte proprio la base fattuale della vita famigliare svela la distanza abissale rispetto al mito della parità di genere. Come emerge in modo incontrovertibile dalla distribuzione delle attività domestiche, che assorbono la maggior parte del tempo libero delle donne. Non sono solo le faccende domestiche a dominare ma anche e soprattutto la presa in carico della cura.
Se gli uomini dichiarano di assumere il timone nella gestione dell’economia, aggravando anziché sollevando le donne di un peso, alle donne è lasciato quello che sembra il magro compenso di influire sulla scelta di vacanze e frequentazioni.
Nel dibattito pubblico è in atto da tempo una riflessione sui modelli culturali di genere, che appaiono ancora personaggi in cerca d’autore più che fenomeni condivisi stabilizzati. Frammentazione e polarizzazione rendono difficile evidenziare una verità discorsiva, ma il confronto, quando diventa dialogo, può alimentare un processo di consapevolezza che si spera inarrestabile.
Resta sempre da esplorare il rapporto di coppia, in cui l’intimità comporta un contatto diretto con le sfere più oscure e recondite dell’animo umano. Motivando, ad esempio, l’accordo con l’affermazione ‘Nel sesso tutto ciò che fa piacere deve essere ammesso’ (diversificato tra maschi, il 73.2%, e femmine, il 62.2%).
Al di là dei domini dei pettegolezzi o ancor peggio della cronaca nera, è proprio la relazione di coppia tra uomo e donna a richiedere nuove definizioni. Come ha scritto e descritto Lea Melandri nel libro ‘Come nasce un sogno di amore’, pubblicato nel 1988, ai livelli più profondi del corpo si radica un impasto di sentimenti contrastanti, frutto di una stratificazione socioculturale lontana nel tempo.
L’affrancamento dal cosiddetto patriarcato, con tutto ciò che si intende con questo termine, si estende in un campo così ampio da non poter essere esaurito da un singolo ambito pubblico o privato. Comporterà un salto che realizzeranno le prossime generazioni a cui richiederemo di salvare, insieme al pianeta, noi tutti.
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