Famiglia
Holly Brockwell ottiene il diritto alla sterilizzazione ma quello al rispetto no
La notizia è di qualche giorno fa, ma, in un momento in cui il dibattito sui figli a tutti i costi è piuttosto acceso, la storia di Holly Brockwell, trentenne giornalista inglese, fa discutere e suscita polemiche. Dopo una battaglia durata oltre quattro anni, Holly ha ottenuto il diritto ad essere sterilizzata con un’operazione a carico del sistema sanitario nazionale; perché se c’è chi un figlio lo desidera fino a scegliere di “metterlo al mondo” affittando l’utero di una madre surrogata, c’è anche chi rivendica il diritto a non volersi riprodurre mai.
«Non voglio avere figli, perché non c’è nulla di attraente per me nel dare la vita ad un altro essere umano», aveva detto l’anno scorso in un’intervista rilasciata alla Bbc, attirandosi l’ira del web. La giovane giornalista era persino stata costretta a disattivare momentaneamente il suo account Twitter, perché inondata da insulti di ogni tipo. Se alcuni la accusavano di egoismo, altri le suggerivano di operarsi alla bocca perché almeno avrebbe smesso di pronunciare così tante oscenità.
Risulta infatti ancora oggi difficile (per molti) comprendere le motivazioni per le quali una ragazza non desideri diventare madre, soprattutto se compie una scelta drastica e irreversibile come quella di Holly, tanto da fare fatica ad accettarlo. I figli è naturale che una donna li faccia, e quindi li deve fare, ma se poi, peraltro, in un modo o nell’altro, naturalmente non le vengono, il passo affinchè venga considerata difettosa è sempre fin troppo breve. La riflessione che viene fatta quando ci troviamo di fronte ad una coppia affiatata senza figli è ancora nove volte su dieci “lei non potrà averne”. Come se procreare fosse un affare esclusivamente femminile. E se invece quella coppia, o quella donna, non li volesse dei bambini? Perché la scelta di riprodursi (oggi nella nostra società occidentale molte volte rincorsa ad ogni costo) non viene mai percepita come egoista e invece quella di non volersi riprodurre sì? Ma soprattutto, chi decide chi è e cos’è una donna, fino ad associarne dignità ed identità esclusivamente alla maternità?
Il 18 aprile di quest’anno compio trent’anni. Le volte in cui mi viene chiesto quando farò un figlio non le conto più. Vi sono anche coloro che tengono a ricordarmi che mi devo muovere se lo desidero, perché la mia “bio-scadenza” non è poi così lontana. Non so come ci si senta a diventare madri, nonostante l’esperienza di tre nipoti, e non so se sceglierò mai di mettere al mondo un bambino. Di sicuro desidero e spero di poter avere la possibilità di scegliere, ma non vorrei mai che dal risultato di questa decisione dipendesse la mia dignità, il mio valore di donna. Anzi, di persona.
Una parte della lettera che Holly Brockwell ha pubblicato su The Telegraph:
«In quanto donna che non vuole bambini – in modo assoluto, mai – ho iniziato a chiedere la sterilizzazione fin da quando avevo 26 anni. Negli ultimi quattro anni il mio medico di base ha sempre respinto la mia richiesta. La risposta era sempre: ‘Sei troppo giovane per prendere una decisione così drastica’. Ma ora sono sulla lista per l’operazione e finalmente verrò sterilizzata entro la fine dell’anno. È una cosa che desidero da tempo, ma ciò non significa che sia stata una decisione facile da prendere. Ho fatto delle ricerche, delle considerazioni, ho pesato e eventualmente difeso i vari argomenti, più e più volte. Non tutti coloro che hanno bambini possono dire di aver fatto lo stesso – eppure non vengono interrogati o tirati in ballo così di frequente. Io sì. I commenti sono sempre gli stessi, sia che provengano da sconosciuti sia che provengano da amici o da medici. Quando qualcuno viene a conoscenza della mia decisione, pensa che io abbia soltanto pensato di farlo, senza considerare le varie implicazioni. Con gli occhi spalancati, chiedono: ‘Ma perché?’ e non c’è mai una risposta che riesca a soddisfarli. Ogni tanto sono tentata di dire loro: ‘Odio i bambini’, ma perché devo mentire? Non odio i bambini; semplicemente non li voglio. Avete presente quando incontrate un meraviglioso cane di qualcuno ma non pensereste mai di prenderlo con voi? È la stessa sensazione».
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