Questioni di genere
Grillo per la testa
Detesto Beppe Grillo abbastanza da aver voglia di maledirlo per sette generazioni, come faceva l’iracondo dio dell’Antico Testamento, perciò evito di dire la mia sulla spinosa questione in cui è coinvolto il figlio insieme ad altri rampolli della cosiddetta Genova “bene”.
Non è passato molto tempo dall’ultima volta in cui una donna mi ha raccontato di essere stata stuprata e di non aver ancora superato il trauma, dopo anni. Come uomo non è stato facile ascoltare e appunto come uomo mi è sembrato doveroso prestare un orecchio solidale alla parte offesa, pur sapendo che poteva servire a ben poco.
Detto questo ci sono parecchie cose dell’affaire Grillo jr. che mi irritano. Non mi stupisco dell’intervento a gamba tesa del non più comico padre, data la sua megalomania e passo oltre. Quello che fatico a sopportare sono l’ambiente, il modo di vivere, la pubblica reputazione di superiorità e esclusività che girano intorno al locale dove gli accusati e la presunta vittima si sono trovati, il famoso Billionaire del famoso Flavio Briatore e ai locali altrettanto famosi e VIP dei dintorni.
Sarà che uno vale uno, ma lì esisti soltanto se hai prenotato un “tavolo”, pagando facilmente migliaia di euro per una o più bottiglie di alcolici, con la proprietà che ha tutto il logico incentivo a che tu ne consumi più che puoi e di quello che farai dopo, presumibilmente ubriaco, non si cura.
A dire il vero di quei locali apprezzo che i frequentatori tirano così tardi che si fa meno fatica a trovar posto in spiaggia la mattina, quando loro dormono. Il pomeriggio bisogna sorbirsi i loro racconti quando sono vicini di ombrellone, su quante migliaia di euro hanno speso in bottiglie, su Tizio e Caio che avevano tavoli migliori e ascoltare magari la mamma, famosa conduttrice TV, che implora al telefono il PR di un famoso locale perché trovi un tavolo al suo pargolo per la sera, il tutto in un imbarazzante vuoto pneumatico cerebrale, bizzarramente ambientato fra le spiagge più belle del Mediterraneo. Concedetemi un po’ di misoginia se ritengo che sia ancora peggio il racconto delle gentili fanciulle che si vantano di quanto sono state inflessibili la sera precedente con i malcapitati che si pavoneggiavano con loro.
Una nota interessante è che in quel bel mondo le femmine sono ferme ad almeno mezzo secolo fa, perché funziona così, i maschi pagano e se non sono così figli di papà si suddividono la spesa del tavolo e delle sue bottiglie, mentre le femmine non pagano. Mi sfugge se i maschietti siano cavalieri all’antica, anche loro fermi a mezzo secolo fa o se si suppone o almeno si spera che prima o poi le femmine si sdebitino in altro modo. A rendere più complicato il tutto e più alta la spesa è che, ammesso che si evitino il noleggio pomeridiano di un motoscafo e la spiaggia da cento euro, ogni giorno bisogna mettere in conto l’aperitivo, il ristorante e poi il tavolo al locale, per ogni giorno della vacanza.
Naturalmente i ricchi spendono i loro soldi come vogliono e per me l’uva non è ancora matura o sono troppo maturo io, ma trovo leggermente ipocrita che il figlio di uno vale uno, del capo e fondatore dei populisti sdegnati passi le notti, alla sua tenera età, nel locale più costoso del Mediterraneo, spendendo quanto a una persona normale basta per tirare avanti un mese o più. Il padre lo sapeva? Quando l’ha saputo ha mandato fuori dalla villa il figlio a calci nel sedere, se non altro perché politicamente gli fa fare una figura di m.? Gli ha consigliato di passare le vacanze successive a raccogliere fragole in Scozia o a fare un soggiorno in Pakistan per studiare l’Urdu?
Dopo aver espresso la mia solidarietà alla vittima, se come tendo a credere le cose stanno come le ha raccontate lei, a me che sono di un’altra generazione crea qualche perplessità che una ragazza poco più che diciottenne passi le notti in un locale dove consuma l’equivalente in alcol di qualche stipendio di un suo coetaneo che lavora al call center e che poi, ubriaca fradicia, invece di tornare a casa propria vada con l’amica nella villa del figlio del Garante delle Stelle. Non le è passato nemmeno per l’anticamera del cervello che potesse essere pericoloso? Evidentemente no e probabilmente sono troppo anziano per capirlo.
A me, che sono più vecchio di qualche generazione, il maestro delle elementari diceva di non accettare caramelle dagli sconosciuti e mi piacerebbe che alle sue coetanee i genitori ancora dicessero che è meglio evitare di ubriacarsi oltre misura e di andare a dormire, in quello stato, a casa di gente che non si conosce, per quanto benestante.
Non vuol dire che sia stata colpa sua, se è stata violentata, ma non pensare che fosse pericoloso mi sembra veramente naif. A monte stanno quella “cultura” dell’ubriacarsi e/o dello sballo come supremo divertimento che purtroppo ormai prevale anche da noi e che lo Stato non fa molto per prevenire.
Tra l’altro dubito che le compatriote della moglie del Garante, nel loro Iran, consiglino alle figlie di ubriacarsi prima di andare a dormire a casa di uno sconosciuto. Ma a casa Grillo la doppia morale non è tabù.
I reati sono reati e, se sono dimostrati in un processo, vanno perseguiti con durezza, questo però non esime l’individuo dal cercare di evitare comportamenti pericolosi, tanto più che, come mi hanno detto parecchie che hanno avuto sfortuna, proprio non vale il detto nà lavàda, nà sùgàda, la par n’anca duperàda. Se Grillo jr. venisse processato e condannato la presunta vittima avrebbe solo una soddisfazione morale che non potrebbe cancellare quello che ha subito.
Forse l’opinione pubblica pensa che la donna ha diritto di andare ubriaca a dormire a casa di ignoti senza essere violentata, questo è legalmente inattaccabile, purtroppo però non esiste il “diritto” di andare ubriaca a dormire a casa di ignoti senza rischiare di essere violentata. Lo stupro è una violenza così devastante che merita di essere sempre messo in conto.
Forse si è capito che, fra i tanti imperdonabili difetti, sono pure astemio, che non mi potrei permettere bottiglie di Cristal al Billionaire e che piuttosto che votare 5 Stelle chiederei la cittadinanza della Corea del Nord. Ognuno faccia quello che gli pare, ma mi piacerebbe che la piramide sociale non prevedesse l’invidia di tanti esclusi per quel mondo “dorato” in cui l’unico oro è quello incassato dal furbacchione Flavio Briatore e sarei altrettanto felice se qualcuno capisse in che mare di ipocrisia nuota e sguazza Beppe Grillo.
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