Questioni di genere

Greta e Vanessa: I media e il machismo di fondo della nostra società

15 Gennaio 2015

Dopo una lunga, lunghissima giornata di lavoro vengo stasera ad apprendere del rilascio delle due ragazze italiane rapite in Siria qualche tempo fa. Bene! Penso. Sono felice per loro e per le loro famiglie. Sicchè rientro a casa tutta contenta e come vado ad aprire i social network mi ritrovo la home intasata di “ah! Hanno pagato 12 milioni di euro.. chissà dove l’avranno presi!” , “ah, tutti soldi delle nostre tasse! L’avranno tolti a fondi per il lavoro e istruzione”, “bene! Così adesso i terroristi avranno 12 mln in più per finanziare la guerra santa!”. Al che mi domando: dov’è finita la nostra umanità? Siamo bestie a tal punto da riuscire a non pensare, in un momento come questo, al fatto che le vite umane valgano sempre più di qualsiasi compenso in denaro?

..poi contestualizzo. E lì avviene il dramma. L’Italia e i suoi media. Il machismo di fondo come un ineluttabile destino per qualunque, sventurata posseditrice di vagina.

Io, che non guardo tv, che vivo all’estero, che mi informo su internet, tramite canali che magari saranno anch’essi parziali, per carità, ma che mi danno la possibilità, se utilizzati contestualmente al cervello, di filtrare le notizie tramite un pò di senso critico.. perché non sono costantemente bombardata dalle Barbare D’Urso o altre soubrette da strapazzo riconvertite alla dea dell’“informazione” (oh dio mio – solo a scriverlo mi sembra una bestemmia), io che di fatto “non ci sono” in Italia, magari vedo le cose da un punto di vista esterno.. magari riesco a dire la mia in quanto individuo, non in quanto “popolo” regolarmente abbonato RAI e sottoposto ogni giorno a ore e ore di martirio mediatico. E io dico che.. tutto questo risentimento, tutta questa acrimonia, non è altro che il frutto di una cultura parziale. Di notizie a metà che ci fanno passare pressoché costantemente. Di un’umanità che si è persa.. nei meandri della disinformazione. Di uomini e (per assurdo) donne che pensano che le due volontarie fossero solo andate in quel paese in cerca di avventure.. verso l’esotico e l’infinito con il solo scopo di “provocare” i terroristi.. o chissaché..

quindi io mi domando.. avrà mai fine questa pazzia? Come si può pensare una cosa simile? Come si può immaginare il sequestro di due ragazze come il semplice prodotto della bravata di due poco più che adolescenti? Erano lì per dare una mano.

Magari non erano tecniche altamente specializzate, magari non medico o ricercatrici.. ma avrebbero potuto benissimo stare davanti al loro schermo di un pc a farsi i cavoli loro sui social network, avrebbero benissimo potuto stare a casa davanti a un televisore LED 40” a guardarsi le finali di Masterchef o giocare con la Playstation. Avrebbero benissimo potuto chattare con i loro amici e arrabbiarsi perchè l’ultimo modello del loro iPhone non voleva aggiornarsi a Snow Leopard o quello che è.. ma non l’hanno fatto.

Hanno deciso di dare una mano, una piccola goccia d’acqua nell’oceano delle necessità umane. Hanno deciso di correre in aiuto di qualcuno meno fortunato di loro con i loro piccoli, magari pressoché inutili mezzi. Non erano in vacanza.

E se hanno appoggiato una causa piuttosto che un’altra.. cosa importa alla fine? Che quello che pensassero stesse più o meno bene a uno o l’altro politichino di turno.. cosa importa? Si sono comunque rimboccate le maniche. Peccato che tutto questo all’italiota medio fruitore di reality show e salotti pomeridiani sfugga – perchè un popolo nell’ignoranza, è risaputo, è più facile da governare.

E poi c’è il sentimento di fondo secondo il quale una donna, che si avventura in “tali imprese” senza al suo fianco un uomo forte che la protegga.. chissà che cosa vada a cercare! Chissà perchè avranno fatto una scelta tanto azzardata.. tanto al di fuori delle loro possiblità! Scommetto che se fossero stati due ragazzi adesso tutti starebbero lì ad applaudire il fatto che siano stati liberati piuttosto che fare le pulci ai dettagli della loro vita o contare gli (eventuali) soldi che lo stato, o chi per loro, abbia dispensato per la loro liberazione. O quantomeno questa cosa sarebbe passata in secondo piano per i più. Anzi, se fossero stati ragazzi, nei mesi addietro tutti si sarebbero indignati costantemente (avremmo avuto un popolo veramente sul piede di guerra!) per il fatto che nessuno si fosse ancora impegnato a fondo per la loro liberazione (vedi il caso dei due marò).. ma dal momento che sono donne leggo pressoché solo commenti del tipo: “se la sono cercata!”, “beh, dove diavolo pensavano di andare? Tutte sole..” oppure, ancora peggio, “ah! Magari si sono anche cercate un bel jihadista con cui farsi la treschetta estiva”.

Quindi, a monte di tutte queste mie amarissime riflessioni mi domando ancora: quando mai cresceremo? Quando mai capiremo che spegnere l’occhio parlante è l’unica via per formare una mentalità effettivamente libera e scevra da pregiudizi? Quando mai riconosceremo che siamo effettivamente tutti uguali, con gli stessi diritti e con gli stessi doveri, non solo davanti allo Stato (che è un’istituzione e in quanto tale invenzione dell’uomo), ma davanti alla Vita, che è una realtà, e che davvero ci pone davanti gli stessi problemi pratici, gli stessi interrogativi sia che siamo uomini o donne, sia che siamo bianchi o neri, cristiani, induisti o musulmani?

Occorre svegliarsi. E in fretta anche.

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