Questioni di genere

Giovane filmata durante un rapporto sessuale: il video è virale ma è colpa sua

6 Marzo 2015

E’ successo a Torino ed è una delle notizie più discusse sul web: “giovane donna viene filmata mentre fa sesso nei bagni di un locale e il video diventa virale”. La ragazza ha solo sedici anni, lui ventuno. Si conoscono la stessa sera al Loud, discoteca del pieno centro di Torino e dopo un paio di drink, forse di troppo, lui le si avvicina e le sussurra un “Andiamo?”, che la giovane coglie al volo. Consumano un rapporto nei bagni del locale e vengono ripresi con due telefonini piuttosto certosinamente, dall’alto. Il video diventa virale e gira attraverso WhatsApp e molti account Facebook. Addirittura viene creata una pagina sul noto social network dal nome: “I bagni del Loud”. Secondo la polizia postale, da cui la ragazza si è recata poi per sporgere denuncia, grazie all’intervento di professori e amici, come riporta il quotidiano La Stampa, che l’ha persino intervistata, la visione se la sarebbero goduta almeno in tremila persone.

I punti su cui fermarsi a riflettere leggendo di una vicenda come questa sono parecchi. Ci si chiede come oggi le nuove generazioni vivano il sesso e perché sembrino voler ossessivamente scoprire e volersi scoprire con così tanta fretta e facilità, senza forse dare il giusto peso alle cose. Di chi è la responsabilità? Quanto hanno influenzato vent’anni di berlusconismo e mercificazione ed esibizione del corpo, soprattutto femminile e stereotipato, nell’educazione degli adolescenti? E il sesso sdoganato e mandato in onda nei reality in tv a qualsiasi ora del giorno? Il culto dell’Io sul web, tra un selfie in bagno ed uno in spiaggia, in cui si mostra il proprio lato (b) migliore, in un’epoca in cui si condivide in rete tutto, troppo, non finisce per far credere a molti, che sia lecito persino condividere l’intimità degli altri? Infondo, l’ultimo commento apparso sulla pagina dedicata ai bagni del locale torinese è: “…fatevi una risata e una sc….. nei bagni.”.

Ma i commenti al video, come spesso accade, contengono quel maschilismo radicato nella società, che nemmeno le nuove generazioni probabilmente riescono a superare: “Beccatevi questa” è quello più indulgente nei confronti della giovane e così, la “poco di buono”, finisce per essere sempre la donna, come se i rapporti sessuali si consumassero univocamente. Non importa che abbia sedici o trent’anni. Sarebbe forse cambiato qualcosa nel pensiero e nelle parole degli spettatori e dei leoni da tastiera?

Colpiscono, inoltre, le dichiarazioni del padre di uno dei ragazzi fermati per divulgazione di materiale pedopornografico, in cui, purtroppo, si delineano evidenti le responsabilità di cui sopra: “Se quella è una troia, mica è colpa di mio figlio.”. Caro padre, educatore di individui sociali nel 2015, mi piacerebbe chiederti molte cose: a che età hai avuto il tuo primo rapporto sessuale? Per poterlo avere, moralismi a parte, nei bagni di un locale, in camera da letto, in riva al mare (se sei romantico), hai aspettato la maggiore età e ne avevi il diritto perché maschio? Quanto ti diverte leggere dei posti più strani in cui hanno fatto l’amore le star del cinema hollywoodiano, immaginando che possa capitare anche a te (ammesso non ti sia capitato)? E soprattutto, perché ti ostini a credere che per il solo fatto di essere nato uomo, un essere umano abbia diritto di divulgare l’intimità degli altri, additando come colpevole colei che si è permessa di consumarla e non chi si è permesso di violare il diritto alla privacy? Forse, tu, sei uno di quelli che giustifica le violenze attaccandosi alla scusa del vestito provocante? La ragazza perché coinvolta in un rapporto sessuale in un locale (certamente con tutti i rischi del caso) meritava di vedersi violata della sua riservatezza?

Caro padre, mi sento, pertanto, di permettermi di “illuminarti” su un paio di questioni che ingenuamente pensavo, oggi, fossero date per scontate: il sesso si fa tendenzialmente in due, uomini o donne che siano, e nessuno ha il diritto di riprenderlo e divulgarlo, come fosse la prima delle puntate di una demenziale e al tempo stesso crudele puntata di un reality show. Cerca di superare il bigottismo e il maschilismo che fa parte di una società retrograda, che deresponsabilizza il maschio e senza coerenza, vive ancora come un tabù la sessualità femminile rimandandola sempre ad un qualcosa di completamente squallido o totalmente puro, se vissuta secondo le regole catto-maschiliste, perché un giorno, quella ragazza, potrebbe essere tua nipote.

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