America

Femminicidio, l’altra piaga dell’America Latina

19 Agosto 2015

Una donna uccisa ogni 31 ore in Argentina, 15 in Brasile ogni giorno, 2.000 ogni anno in Messico. Sono le cifre sul fenomeno del femminicidio nei Paesi dell’America Latina, ricavate incrociando dati raccolti da fonti non ufficiali, visto che, a differenza di altri Stati, non esistono nelle nazioni latinoamericane dati elaborati e forniti da enti governativi.
A mappare il fenomeno un articolo pubblicato dal quotidiano spagnolo Diario. Che così ricostruisce la situazione Paese per Paese.

Messico
Oltre a contare il maggior numero di vittime (oltre settecento solo nella tristemente nota Ciudad jaurez), il Messico è lo stato in cui spesso tra omicida e vittima non esiste alcuna relazione,
L’Osservatorio National Citizen’s ha documentato 3.892 casi di donne assassinate tra il 2012 e il 2013; di questi, solo 613 sono stati però classificati come femminicidio, conseguenza, secondo gli attivisti dell’associazione, della cultura fortemente maschilista e patriarcale della quale è permeata il sistema giudiziario messicano.

Colombia

Il 2 giugno scorso il parlamento ha approvato una legge che introduce il reato di femminicidio, punendolo con pene durissime, tra i 20 e i 50 anni di carcere. La legge è stata ribatezzata” Rosa Elvira Cely”, in ricordo della donna che morì nel 2012 dopo essere stata violentata e torturata.
Secondo i dati dell’Istituto di Medicina Legale, solo nei primi due mesi del 2015, 126 donne sono state uccise in Colombia; la maggior parte di loro avevano tra i 20 e i 24 anni. Non sono disponibili dati su quante siano le vittime uccise dai loro partner, ex partner o in famiglia.

Argentina

L’hashtag #NiUnaMenos è diventato virale sui social il 3 giugno scorso quando centinaia di migliaia di persone hanno risposto all’appello alla mobilitazione (anche in Paesi vicini come Cile e Uruguay) per chiedere la fine della violenza di genere. La manifestazione è seguita alla morte di Chiara, un’adolescente incinta, uccisa e sepolta nel cortile della sua casa dal fidanzato.
In occasione della manifestazione è stato pubblicato un elenco delle vittime di femminicidio: sono state documentate 600 morti, molte delle quali dimenticate o ignorate da parte dello Stato, soprattutto nel caso di prostitute.

Uruguay

Nel 2015 in Uruguay sono stati registrati 20 omicidi di donne. Considerando che si tratta di un Paese con solo 3,2 milioni di abitanti, in termini relativi, quattro volte in più rispetto al Cile.
L’Uruguay ha una media di 68 denunce al giorno di violenza domestica,il disegno di legge che introduce il reato di femminicidio è in via di approvazione.

Brasile
Nonostante i progressi nella legislazione, la situazione in Brasile resta critica: 15 donne muoiono ogni giorno solo per essere donne, come ha ammesso la stessa presidente Dilma Rousseff, che ha anche sottolineato come la violenza di genere sia trasversale a tutte le classi sociali.
Nel 2006, in Brasile fu promulgata la legge “Maria da Penha” , che ha aumentato la severità delle sanzioni in caso di violenza a sfondo sessista in ambiente domestico o familiare. La legge porta il nome di Maria da Penha Maia Fernandes, diventata in uno dei simboli della lotta contro la violenza di genere dopo che il marito aveva cercato per due volte di ucciderla. Uno dei tentativi l’ha costretta da allora su una sedia a rotelle. Il marito venne condannato a otto anni di carcere, ma finì per scontarne solo due. Fu la spinta, per i legislatori brasiliani, a cominciare un percorso per l’introduzione del reato di femminicidio.

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