Governo
Femminicidio
Libero, è ormai conclamato, ha confermato la sua profonda natura di giornale umoristico che, coi suoi titoli, spesso supera il Vernacoliere.
Per chiudere in bellezza, il suo direttore Mario Sechi ha scelto di fare il primo paginone sul suo idolo e di rendergli un servizio veramente da fan affettuoso, assecondando i desideri tutti al maschile del Presidente: Giorgia Meloni è diventata “Uomo dell’anno”.
La promozione sessuale è qualcosa che, a dire il vero, aveva già fatto lei stessa fin dal primo giorno del suo insediamento sulla poltrona tanto ambita: io sono IL presidente e non LA presidente. È quindi un percorso transessuale iniziato tempo addietro, sebbene sembri recente. In realtà non sappiamo se, in quanto uomo che si veste da donna, potremmo tranquillamente definire Giorgia Meloni una drag queen.
Libero ce ne dà conferma, Giorgia Meloni, a dispetto di quanto dichiarava quando ancora non aveva fatto outing – io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre e sono cristiana, ricordate? – si era già auto incoronata maschio.
Forse Giambruno, sciupafemmine televisivo e suo ex, non riuscendo ad accettare questa nuova realtà, avrà cercato altre soluzioni, come dargli torto, si sarà sentito truffato. Anche perché, sostenendo Meloni la famiglia tradizionale e non quella omogenitoriale, Ginevra avrebbe avuto due padri e allora avrà detto: basto io come uomo in famiglia. C’est pas possible. Quindi non diamo a Giambruno tutta la colpa all’interno della telenovela che si è sviluppata intorno al caso. Peraltro sarei curioso di vedere come Meloni ha preparato la valigia di Giambruno con tutte le sue cose per fargliela trovare dietro la porta. Nessun giornale, nemmeno satirico, ha mai mostrato il momento del ripudio. Adesso, però, grazie a Sechi è tutto chiaro: mi spiace Giorgia, io ero contento che tu fossi una donna, una madre, cristiana m’importava fino a un certo punto, ma con queste ultime tendenze proprio non riesco, ne va della mia reputazione di maschio con sangue siciliano.
L’incoronazione di Giorgia come Uomo dell’anno non ci ha lasciato poi così sorpresi, alla fine. Era già da tempo che io assecondavo il suo volere, chiamandolo sempre signor Giorgia Meloni, molto tempo prima che Libero esternasse così spudoratamente la sua rivelazione che ha scioccato il mondo. In fondo era il segreto di Pulcinella, tutti sapevano ma nessuno osava dirlo pubblicamente. Adesso è ufficiale.
Ciò che crea ancora confusione, nella maggior parte del pubblico, e soprattutto tra i sostenitori del presidente, è che così facendo, ossia strombazzando che Giorgia è l’uomo dell’anno, si annulla il primato che fino a poco fa la destra poteva esibire, ossia che Giorgia Meloni era la prima donna a sedere a capo del Consiglio dei Ministri. Femminicidio ufficiale, non è più così. Anzi, non è mai stato così, vi ho illusi tutti, io sono un uomo e ora che ho il potere consolidato ed essendo pietra non mi smuove nessuno. Così, quando non ci sarò più, la gente dirà: quando c’era LUI! Una papessa Giovanna al contrario.
Però, proprio a causa di quelle dichiarazioni fallaci di qualche anno fa – io sono Giorgia, sono una donna, non sono una santa, eccetera – si potrebbe fin d’ora intitolare il paginone del primo dell’anno, sempre di Libero: Io sono Giorgia e sono una bugiardona. Pardon, un bugiardone.
Certamente, con questo paginone frizzante, Libero ha fatto un doppio outing per il Presidente e per sé stesso. Ci aspettiamo altre parodie per l’anno nuovo, c’è solo l’imbarazzo della scelta con un cast strepitoso come quello che alloggia in Parlamento. Suggerisco i titoli: L’Uomo Invisibile, dedicato a Tajani; Il disegno di Venere, dedicato alla Santanchè; Fontane d’Italia, dedicato ai signori Fontana, Attilio e Lorenzo; Cognati d’Italia, dedicato alla Lollo; Ponti d’oro, dedicato a Salvini e così via. Ma le possibilità sono davvero tante. Libero e bello, libero dalla porpora (nel senso di toga praetexta, viste le polemiche colla magistratura) e bello nei Fratelli, potrebbe essere il nuovo titolo del giornale di varietà parlamentare. Suggerisco anche un podcast quotidiano “Libero e bello – the podcast ” condotto da Pino Insegno, così il varietà è completo.
È un vero peccato che Lilli Gruber sia in vacanza perché di certo avrebbe fatto un bel numero di Otto e mezzo sul caso dell’uomo che si è finto donna ma che alla fine non ce l’ha fatta più a tenersi dentro questo segreto inconfessabile. Un’occasione mancata.
Però, per par condicio, ci vorrebbe un altro paginone di Libero su chi potrebbe essere Donna dell’anno. Proviamo a immaginarlo e inondiamo la casella postale del giornale con suggerimenti.
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