Costume
Emy Buono e il nudo che solleva polemica
“Donna vestita: obbligo di vedere, divieto di toccare. Donna svestita: obbligo di toccare, divieto di guardare. (Jean Baudrillard)
Inizio con una citazione di Baudrillard con cui non sono affatto d’accordo, ma mi sembrava abbastanza provocatoria e funzionale al mio articolo.
Quando lo spogliarello è diventato un’arte? Esistono arti legate al corpo femminile, a nudità e movenze, ne sono un esempio il burlesque, lo spogliarello o striptease, la lap dance. Ho sempre una certa reticenza a parlare di esposizione del corpo delle donne perché credo che ciascuna donna possa vestirsi come vuole, e che il giudizio non debba mai esercitarsi su un’apparenza. Anche se più che del modo di vestirsi, la mia riflessione verte sullo svestirsi. Le cosiddette ragazze-immagine e le cubiste, più o meno vestite, vengono assunte dai gestori per attirare clienti ed attribuire un valore aggiunto al posto: ancora una volta, l’esposizione del corpo è elemento di attrazione sociale ed economica.
Negli anni Ottanta, in Italia, lo striptease è stato televisivamente sdoganato dall’allora Italia 7 con la trasmissione “Colpo Grosso” in cui ragazze avvenenti si spogliavano, le emittenti sfruttavano la fascia notturna per attirare il pubblico mediante il gioco della seduzione. Il voyeurismo, l’esposizione del corpo, del seno denudato, il cliché della donna-oggetto, la normalità della trasgressione erano le fondamenta della notorietà di questo programma. La spiaggia è il luogo dove risulta normale esibire il seno nudo, ma, al tempo stesso, è una nudità controllata, limitata e gestibile. La spiaggia richiama il bikini. Il cosiddetto “due pezzi” deve l’origine del suo nome all’atollo del Bikini nelle Isole Marshall nel quale negli stessi anni gli Stati Uniti conducevano la sperimentazione della bomba atomica. Réard riteneva che l’introduzione del nuovo tipo di costume avrebbe avuto analoghi effetti esplosivi e dirompenti. Nel 1949, Sophia Loren vinse il suo primo concorso di bellezza, sfilando in costume da bagno. Negli ultimi anni, in diverse località balneari italiane tra cui Rapallo, Rimini, Riccione, Venezia, Agropoli è vietato girare per le strade del centro in costume o a torso nudo con sanzioni amministrative dai 25 ai 500 euro.
Parlare di comune senso del pudore sembra un pò superato. Il pudore è legato alla soggettività, ai contesti, alla religione, ai retaggi culturali, alla legge: si evidenzia la sua mutevolezza in relazione al tempo e allo spazio. È stravolto il tabù della nudità femminile. Credo, però, che esista un senso del limite, quel confine che segna non solo la distanza tra il buon gusto e il cattivo gusto, ma ciò che è lecito o meno mostrare. Soprattutto se ci sentiamo liberi di mostrarci il più disinibiti possibili, dobbiamo anche accettare un compromesso: viviamo in una società e ciò che accade quando decidiamo di denudarci dobbiamo metterlo in conto senza poi lamentarci, diversamente il nostro atto sarà semplicemente scena per fare share, per stimolare polemiche.
Sicuramente l’influencer napoletana, Emy Buono che ha partecipato seminuda alla festa dello scudetto non meritava di essere palpeggiata o baciata il sedere, ma qualsiasi donna, altrettanto piacente, sa che se si fosse presentata in strada con lo stesso outfit avrebbe potuto incorrere nello stesso trattamento. Io non appoggio l’espressione “se l’è cercata” in risposta alla sua denuncia sui social di essersi sentita stuprata, ma fingere che ciò sarebbe potuto non accadere è o estremamente ingenuo o estremamente ipocrita. Una donna che si denuda non sta dicendo ad un uomo stuprami, ma, in una realtà in cui viviamo in cui il nudo è ancora un tabù, sta dicendo sono consapevole che ciò potrebbe accadere. Poter mostrare come meglio si crede il proprio corpo resta comunque una delle molte conquiste verso la libertà di esprimere se stessi. Una libertà, però, relativamente limitata e regolamentata dalla società: vi sono luoghi in cui l’esposizione della nudità è socialmente accettata, altri no. Sono aumentati i posti in cui ci si può denudare o semi-denudare senza creare scandali. Non bisogna dimenticare che il corpo è inserito all’interno di fitte reti sociali e della collettività, appare difficile, perciò, poterne disporre in maniera totalizzante e pienamente libera, a causa della presenza di divieti e regole scritte e non.
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