Questione islamica

Vinceranno loro

14 Novembre 2015

Parigi epicentro di attentati jihadisti. Bombe allo Stade De France, ostaggi al Bataclan. Vinceranno loro. Perché? Bastano due esempi minimalisti per spiegare il divario che separa l’Occidente debosciato da questa minoranza estrema. Conflitto di civiltà? Sì. Niente di più, niente di meno.

Poche sere fa ero al Dry, un locale in via Solferino a Milano, dove fai la fila per entrare, bella gente, bevi cocktail di qualità e mangi pizza buonissima. Una situazione di benessere, insomma, la più lontana da quella che venerdì notte ha vissuto Parigi. Alle persone che erano con me, Orlando, Elisa e Cristina, ho raccontato due episodi. Questi.

Il primo: una mia collega aveva confessato che prima di andare a casa andava in bagno e si truccava. Per arrivare più attraente a casa dove la aspettava il compagno. Alcuni l’hanno presa in giro, da me ha ricevuto un plauso. Perché mi ha fatto venire in mente una riflessione contenuta nell’ultimo libro di Houellebecq, Sottomissione. Houellebecq racconta della differenza tra donne occidentali e donne musulmane. Le donne occidentali tornano a casa sfatte dal lavoro, nervose, con le occhiaie, scontrose e con la fica secca. Quelle  musulmane invece quando tornano a casa (o meglio: quando torna il proprio uomo) si spogliano, diventando attraenti solo per il marito.

A Orlando, Cristina ed Elisa ho detto: vinceranno loro, siamo spacciati.

parigi attentati

Screenshot tratti dal profilo di un ostaggio del Bataclan: carneficina, sangue. Estremismo. Cadaveri dappertutto.

Il secondo episodio: un sabato mattina ho assistito a una lezione di catechismo a cui partecipa anche mia figlia di 9 anni. Mancava l’insegnante di sostegno quindi con Virginia ci sono rimasto io. C’erano la catechista e circa 15-16 bambini. In quasi un’ora la catechista è riuscita a dettare una frase (“Anche quest’anno andremo a trovare Gesù Cristo”). E basta. La lezione di catechismo è stata questa. Ho pensato che in molti Paesi musulmani a 6 anni il Corano si recita a memoria.

A Elisa, Cristina e Orlando ho ripetuto: vinceranno loro, siamo spacciati.

Se dici che stai citando la Fallaci passi da fascista paranoico, ma se pensiamo che dice la stessa cosa anche Domenico Quirico, uno dei migliori giornalisti italiani, be’, allora forse è vero. La retorica sta a zero, qua ci sono due modi di vedere la vita, la morte, la società, l’approccio alla religione.

Quello di cui non ci stiamo ancora rendendo conto del tutto, incredibilmente, è che siamo davanti e nel mezzo di un conflitto di civiltà. Se dici che stai citando la Fallaci passi da fascista paranoico, ma se pensiamo che dice la stessa cosa anche Domenico Quirico, uno dei migliori giornalisti italiani (lavora a La Stampa, è un inviato ed è stato rapito due volte dagli integralisti islamici, scrivendone poi in libri bellissimi), be’, allora forse è vero. La retorica sta a zero, qua ci sono due modi di vedere la vita, la morte, la società, l’approccio alla religione. Ci sono due modi di concepire l’esistenza. Punto. O ci svegliamo o vinceranno loro. E svegliarci non vuol dire diventare a nostra volta integralisti, no. Ma fare una cazzo di riflessione cinica sì, anche per chi come me è laico e ha solo voglia di urlare Viva la libertà. Perché ieri questi qui, come ha scritto Jacopo Tondelli, sono andati oltre. Da non venite a rompere a casa nostra, da non provate a offenderci, sono passati a “non potete stare più tranquilli, nessuno di voi, nessuno è innocente e ognuno di voi può pagare”. Conflitto di civiltà. Né più, né meno. Svegliarci vuol dire trovare una nostra via per uscire da questo disagio della modernità, da questa distrazione di massa soporifera in cui viviamo costantemente. Che magari, la via di uscita, la troviamo partendo da piccoli gesti: per esempio truccandosi prima di tornare a casa dal proprio compagno, non solo prima di andare a lavoro.

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