Milano
Una vera moschea a Milano: non è buonismo, è sicurezza
La verità è che, oggi, le moschee a Milano assegnate col bando del comune servono più che mai. Proprio quando, invece, pare che il progetto sia vicino al naufragio: a causa di ricorsi al Tar e spaccature tra le varie comunità islamiche.
Peccato. Perché, a differenza di quanto strillato da Salvini & co., non c’è niente che mi faccia sentire più al sicuro che sapere che in città ci sono moschee vere e proprie, riconoscibili, con tanto di cupola e minareto.
Non è questione di buonismo, per niente. È, prima di tutto, una questione di libertà di culto, e subito dopo una questione di sicurezza. Chi invoca lo stop alle moschee in seguito ai fatti di Parigi che soluzione pensa di aver trovato?
Quale sarebbe il vantaggio, oltre a quello di portare a termine una meschina vendetta? Preferiamo avere in città decine di moschee semi-clandestine (o clandestine del tutto), di cui non sappiamo nulla, nascoste negli scantinati; o preferiamo delle moschee perfettamente riconoscibili, finanziate alla luce del sole, controllate, messe in piedi da organizzazioni che con le istituzioni dialogano quotidianamente?
Cosa c’è di meglio, per combattere il fanatismo, che supportare delle realtà moderate o comunque controllabili?
Si può provare a far sentire i musulmani di Milano parte di una città accogliente; o si può continuare sulla strada delle enclave – in cui gli stranieri più poveri si rinchiudono coltivando la loro rabbia per una società che li esclude – e delle moschee nascoste negli scantinati che sfuggono a ogni controllo.
I musulmani di Milano non spariranno da un giorno all’altro. Dando questo per scontato, quale delle due alternative vi fa sentire più al sicuro?
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