Medio Oriente
Siria: il più grande massacro del secolo che non fa audience
Al Jazeera ha di recente raccontato una verità che è rimasta inascoltata. La guerra in Siria non interessa più ai lettori: il suo appeal narrativo è drammaticamente calato. L’opinione pubblica è diventata indifferente rispetto a quanto sta accadendo in quei territori. L’emittente araba, che pure si rivolge a un pubblico a cui la tragedia è particolarmente vicina, ha denunciato il caso in concomitanza del quarto anniversario del conflitto che ha distrutto il Paese.
Per l’anniversario (della guerra in Siria, nda) abbiamo pubblicato molti contenuti: documentari sulle proteste, forti polemiche, ritratti del Paese, infografiche, analisi, interviste e ultimi aggiornamenti. C’è stato anche lo streaming tv. […] Ma il numero di persone che hanno visitato il nostro sito quel giorno era di gran lunga inferiore alle aspettative.
Dunque, nemmeno un’informazione ampia e moderna, con l’utilizzo di strumenti diversi dalla semplice scrittura (mi riferisco a foto, video e grafiche), è riuscita ad attirare l’attenzione del pubblico. “Il traffico online è stato al di sotto delle aspettative”, ha ammesso al Jazeera faticando a celare lo stupore. Di fronte a oltre 300mila morti – cifra che peraltro resta molto approssimativa visto che è fornita da un osservatorio con sede a Londra – non c’è più lo sdegno, né tanto meno il desiderio di informarsi per sapere come sono messe le cose sul territorio siriano. La conclusione è terrificante: la morte continua, anche dalle dimensioni gigantesche, nel tempo non fa audience.
Peraltro nei giorni scorsi il presidente siriano, Bashar al Assad, ha parlato nuovamente a un’emittente occidentale – France 2 – senza che in Europa ci fosse un’eco significativa. Il capo del regime ha ripetuto la solita propaganda, accusando l’Occidente di complotto, negando l’uso di armi non convenzionali e accusando “i terroristi” (così lui etichetta qualsiasi oppositore) di aver destabilizzato il Paese. Nel corso dell’intervista ha sostanzialmente lasciato intendere che la guerra in Siria andrà avanti a lungo. A vederlo durante quel colloquio, nessuno avrebbe pensato che Assad fosse assediato su più fronti, con l’Isis che si avvicina a Damasco e i ribelli dell’esercito siriano libero che iniziano a beneficiare del supporto straniero. Insomma nemmeno il suo delirio ha attirato l’attenzione mediatica: in Italia meno che altrove.
Così stiamo assistendo al più grande massacro del nuovo secolo senza nemmeno il senso di nausea che dovrebbe provocarci. E senza il quale è difficile immaginare una spinta dell’opinione pubblica che possa mettere sotto pressione i governi affinché cerchino una soluzione. Qualche tempo fa, quando a scuola insegnavano i massacri delle epoche passate, ero ingenuamente convinto che quelle tragedie fossero possibili perché non esistevano i mezzi di comunicazione, per esempio la tv. Ma commettevo un grave errore di gioventù e di inesperienza: nell’era della comunicazione di massa, peraltro istantanea grazie al web, stanno morendo centinaia di migliaia di persone innocenti. E non solo non facciamo nulla (come governi) per evitarlo, ma addirittura non facciamo nulla per informarci. Manco per mondare le nostre coscienze.
Photo credit: Osman Sagirli
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