Milano

No alla moschea a Milano, Islam sia controllato

18 Luglio 2016

Stefano Parisi ci ha ripensato. La moschea a Milano non si può fare perché non ci sono le condizioni. “Per questo chiediamo l’intervento di una commissione,composta da membri di maggioranza e opposizione, che indaghi quanti e quali sono i luoghi di culto islamico a Milano e li regolarizzi. Per questo, ha detto il capo dell’opposizione, chiediamo immediata
adesione alle norme del nostro codice civile sulla famiglia, obbligo dei sermoni in italiano e controllo sulle fonti di finanziamento al fine di verificare non arrivino dalla fratellanza musulmana qatariota che finanza il Jihad. Con lui oggi in conferenza stampa Maryan Ismail, somala e musulmana, dichiaratamente di sinistra ma dissidente Pd di cui non condivide proprio le politiche sulla questione islamica

Questo il documento consegnato alla stampa

“La strage di Nizza mette in luce con tragica evidenza la necessità di prendere una posizione chiara, senza ambiguità sul terrorismo di matrice islamica e sulle azioni da intraprendere per ridurre questo rischio a Milano.

Oggi presentiamo la nostra agenda sui temi della libertà religiosa, della sicurezza, della convivenza e dell’integrazione. E’ un agenda che svilupperemo nelle prossime settimane e sulla quale invitiamo ad un confronto la Giunta ed il Consiglio comunale, anche disponibili ad intraprendere azioni comuni.

Le proposte:

1) La nostra iniziativa è rivolta al dialogo con tutte le comunità religiose presenti a Milano, a partire da un confronto con le differenti comunità Islamiche rappresentate in diverse associazioni e gruppi. Il nostro lavoro sull’integrazione ha come premessa il rispetto del principio della Legalità in cambio dei diritti. Nel riconoscimento dei nostri valori di libertà, dello Stato laico e di accettazione della Costituzione delle Leggi.

2) Costituiamo l’ Associazione Forum delle idee e del confronto, con la partecipazione dei rappresentanti di tutte le Comunità religiose presenti a Milano per affrontare, anche operativamente, i temi sociali alla base del modello di convivenza civile: formazione, politiche sociali, politiche per le donne e i giovani, scuola.

3) Proponiamo al Comune e alla Prefettura l’avvio un censimento dei luoghi di culto con l’obiettivo del riconoscimento dei luoghi oggi esistenti che operano nella legalità e nella sicurezza. Il censimento dovrà essere condotto in collaborazione con la Polizia municipale e dovrà prevedere l’interazione dei dati a disposizione della Magistratura e delle Forze dell’Ordine .

4) Proponiamo l’istituzione di una Commissione di lavoro composta dal Vicesindaco, da quattro consiglieri comunali (2 di maggioranza e 2 di opposizione) e due esperti. Per incontrare le vari componenti delle realtà musulmane di Milano, per constatarne l’effettiva rappresentatività e la volontà di rispettare i principi di democrazia e stato di diritto. La Commissione dovrà essere il primo soggetto istituzionale ad interfacciarsi con la Prefettura per monitorare il lavoro di censimento di luoghi ed associazioni; sulla scia della Carta dei Valori del 2007 redigerà insieme ai propri interlocutori un documento aggiornato e articolato che impegni le varie componenti; dovrà inoltre facilitare e promuovere percorsi di formazione civica sulla concezione di diritto e della famiglia, mirati al riconoscimento giuridico dei ministri del culto da parte del Ministero dell’Interno.

5) Proponiamo di Istituire una Unità specializzata nella contro-radicalizzazione, formata da esperti, psicologi, mediatori culturali e agenti con un background nell’antiterrorismo. Lo scopo sarà quello di supportare interventi mirati e individuali da parte di insegnanti nelle scuole, con operatori sociali nei centri di accoglienza o nelle carceri, con assistenti sociali del Comune che operano nei quartieri popolari, e con quanti altri individuano soggetti in cui si manifestano segni di radicalizzazione. Il processo di de-radicalizzazione (già attivo in molti Paesi europei) separa atteggiamenti che potrebbero sfociare nel jihadismo da casi di ortodossia religiosa, in un’ottica di prevenzione.

6) Proponiamo una stretta collaborazione di questi organismo con il Consiglio per le relazioni con l’Islam Italiano istituito presso il Ministero dell’interno, per perché i risultati del lavoro siano tradotte in una Legge quadro sull’integrazione e sui luoghi di culto, soprattutto con riferimento alla tracciabilità dei finanziamenti dei comitati promotori. Parisi cosa fare con l’Islam

Parisi su Majorino, Sartori, e Turchia

Maryan Ismail

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