Questione islamica

La stampa italiana ha trovato il responsabile dell’attentato in Francia: l’Isis

26 Giugno 2015

Attentato dell’Isis. Nemmeno il tempo di comprendere cosa stesse accadendo in Francia, vicino a Lione, che la stampa italiana aveva già trovato i responsabili dell’attacco: i miliziani dell’autoproclamato Califfato. È bastata una bandiera nera per attribuirla al gruppo Stato islamico, senza tener conto che i “drappi neri” sono molto diffusi nella galassia islamista. La verità è che subito dopo il fatto nessuno sapeva nulla, erano ipotesi, indiscrezioni, teorie.

Il tutto mentre sui siti internazionali, dalla statunitense Cnn all’araba Al Jazeera, si parlava di un generico attacco terroristico di matrice islamica (gli screenshot della fotogallery raccontano il differente modo di dare la notizia), senza menzionare l’Isis. In pratica nel mondo è stata usata la definizione esatta, in Italia è stata proposta una semplificazione rozza e che soprattutto non consegna un quadro veritiero, almeno nell’immediato (ricordate la buona vecchia verifica delle fonti?). Le prime conferme, infatti, parlano della persona arrestata come una vecchia conoscenza (nel 2006) del terrorismo islamico. Quando l’Isis nemmeno esisteva nella forma con cui lo conosciamo oggi.

E non è solo una mania di controllo dei dettagli, si tratta di un’errata informazione tout court: per esempio confondere l’Isis con Al Qaeda, o con altre sigle del terrorismo internazionale, è un’imprecisione grave; un servizio sbagliato reso ai lettori. Basti ricordare che la strage nella redazione del Charlie Hebdo è stata rivendicata da Aqap, Al Qaeda nella Penisola araba, non dall’Isis. Quella stessa organizzazione che di recente ha subito l’uccisione del leader storico Nasser Al Wuhayshi: un’operazione che in fondo non è dispiaciuta ai vertici dell’Isis. Lo yemenita era infatti uno dei principali sostenitori della fedeltà ad Ayman Al Zawahiri, numero uno assoluto di Al Qaeda. E nemico giurato dell’alleanza con il gruppo Stato islamico.

Le due organizzazioni, insomma, si sono sempre poste in contrasto sulle modalità di portare avanti le istanze del jihad. Il Califfo Ibrahim, meglio noto come Abu Bakr al Baghdadi, ha attuato una strategia chiara: conquistare un territorio per proclamare lo Stato islamico, senza chiedere il parere ai leader religiosi locali. Il fondatore di Al Qaeda, Osama Bin Laden, aveva sempre predicato un’ideologia opposta: nessuna conquista territoriale, ma attacchi al cuore dell’Occidente, nel rispetto dei capi locali a cui ha garantito molta autonomia. Una differenza ribadita da Abu Mohammad Al Golani, capo del Fronte al Nusra (Al Qaeda in Siria) nell’intervista rilasciata in esclusiva ad Al Jazeera.

Dunque, per rendere l’idea, l’Isis ha instaurato un franchising “per annessione con la forza”, mentre Al Qaeda puntava a una devoluzione dei poteri, una federazione del terrore. In mezzo a questi approcci opposto, c’è anche una serie di diffidenze e ambizioni personali dei leader jihadisti. Che la stampa italiana ha annullato in un colpo solo, senza sapere se l’attentato sia opera dell’Isis, di Al Qaeda o di qualsiasi altro gruppo islamista.

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