India

Ma che c’entra il caso dei due marò con quello di Greta e Vanessa?

16 Gennaio 2015

Il paragone tra i due marò in India e le due volontarie in Siria è scattato sin dall’annuncio della liberazione di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. «Si liberano queste qui mentre chi porta la divisa e rappresenta lo stato è ancora in arresto in india. Bello schifo», ha scritto Galeazzo Bignami, capogruppo di Forza Italia alla Regione Emilia Romagna. Ma è solo un esempio tra le tante reazioni arrivate sui social.

Non entro nel merito della vicenda del possibile riscatto pagato per riportare in Italia le due giovani italiane e rimando all’articolo di Jacopo Tondelli per quanto riguarda la questione in sé. Dunque, nella fattispecie mi preme dare una risposta a una domanda: cosa c’entra il caso dei due marò con quello di Greta e Vanessa? La cronaca degli eventi può aiutare a capire le differenze tra le due storie.

La crisi diplomatica tra Italia e India è iniziata il 15 febbraio 2012, quando i due fucilieri di marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, a bordo della nave Enrica Lexie, hanno ucciso due pescatori indiani, spiegando di aver aperto il fuoco per difesa perché ritenevano di essere sotto l’attacco di pirati. Il 17 febbraio furono fermati e poi arrestati dalla polizia locale. Da allora è iniziato un lungo braccio di ferro con le autorità dello Stato del Kerala e inevitabilmente con il governo centrale indiano. La questione è quindi politica e chiama in causa rapporto diplomatici. In India, infatti, la scarcerazione dei fucilieri della marina italiana avrebbe una ricaduta anche politica, in quanto sono visti come gli assassini di due pescatori disarmati.

Greta e Vanessa sono state rapite in Siria lo scorso luglio. Le notizie sono state sempre frammentarie, ma sembra che fossero finite nelle mani di Jabhat al Nusra, il braccio siriano di Al Qaeda. Fino a dicembre di loro non si è saputo nulla di certo: le varie ipotesi si sono rincorse senza alcuna forma di ufficialità (per qualche giorno si era sparsa la voce che fossero tra gli ostaggi dell’Isis). In ogni caso, Greta Ramelli e Vanessa Marzullo si trovavano sotto il controllo di bande criminali, disposte a uccidere senza alcuna pietà.

Poi se proprio volessimo legare idealmente due eventi, andrebbe ricordato che nel giorno della liberazione delle due volontarie in Siria, il Parlamento europeo si è pronunciato contro l’India in merito al caso dei due marò, chiedendo una soluzione. Quindi, per i due fucilieri della marina le cose si muovono, seppur con i tempi lunghi della diplomazia.

La sommaria descrizione delle vicende ci porta alle conclusioni. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono stati arrestati da autorità riconosciute (e almeno non corrono il rischio di essere uccisi). Dunque la questione non può essere risolta con un pagamento. Mentre Greta Ramelli e Vanessa Marzullo sono state sequestrate in un territorio privo di qualsiasi concetto di diritto: la loro vita era sicuramente in pericolo come testimonia il video diffuso a dicembre. E l’unico mezzo per salvarle era la mediazione con i rapitori.

Si può essere d’accordo o meno sull’eventuale riscatto pagato per la liberazione delle due volontarie, ma il paragone tra le due storie appare davvero una irragionevole forzatura. 

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