Questione islamica
Charlie Hebdo: da ieri siamo meno liberi
La vera conseguenza dell’atroce assassinio dei giornalisti di Charlie Hebdo è che l’Occidente, da ieri e senza accorgersene, è meno libero di prima.
Quanti avranno ancora il coraggio di sfidare a viso aperto il fondamentalismo religioso per esercitare un diritto primario e cioè quello di esprimere le proprie idee e opinioni?
Quanti sarebbero disposti a sacrificare i propri affetti, le proprie cose, addirittura la propria vita per l’affermazione di un principio?
Chi, potendo scegliere tra la critica, anche dura e beffarda, e il sereno vivere, non opterebbe per la scelta più conservativa, magari riparando dietro il facile paravento di uno stolido e distorto “politically correct”?
L’Occidente è fatto di uomini e tra gli uomini gli eroi sono sempre stati un’esigua minoranza: i princìpi sono inderogabili se riguardano l’altrui, ma – ahimé – diventano spesso derogabili quando riguardano il proprio.
Temo che l’obiettivo primario di quei tagliagole sanguinari non fosse solo elargire la punizione suprema per aver raffigurato e sbeffeggiato con la satira il profeta Maometto (quale oltraggio!), quanto instillare nell’Occidente, anzi nei pavidi occidentali, il germe della paura come conseguenza di un delitto efferato.
Ucciderne pochi per educarne cento.
Io non ci sto.
Il Medio Evo ce lo siamo lasciati alle spalle. Siamo Rinati. Abbiamo sperimentato l’Illuminismo. La Rivoluzione ha cambiato la nostra Storia. I fascismi e l’antifascismo appartengono al passato.
Non voglio credere che tutti noi diventeremo ostaggi consapevoli di una marmaglia incolta e violenta che starebbe a proprio agio nei secoli bui, ma che invece nei secoli bui vuole ricacciare noialtri e le nostre conquiste di civiltà.
Libertà è una parola che si erge sui corpi di milioni di persone che si sono immolate per ottenerla e difenderla. Non dobbiamo permettere a nessuno di togliercene anche un singolo brandello.
Lo dobbiamo a noi stessi e soprattutto al sacrificio di chi ci ha preceduto.
Nota a margine: il presente monologo è frutto di un dialogo tra me e Marco, un dialogo sussurrato nella penombra, a custodia del sonno dei nostri bambini. Affranti per questo attentato alla Libertà di tutti noi, confidiamo che qualcuno tornerà ad usare quelle matite sporche di sangue.
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