Questione islamica
Cercatori dell’alfabeto di Dio
Ancora settimana scorsa Magdi Cristiano Allam, con il consueto tono molto sicuro che lo accompagna, spiegava in televisione che non ci sono terroristi cristiani ed ebrei, solo musulmani.
Menzogna smascherabile.
Il primo kamikaze della storia del conflitto israelo palestinese fu proprio un ebreo di origini americane: Baruch Goldstein, fondatore dell’organizzazione (fuorilegge oggi in Israele) della Lega di Difesa Ebraica. Il 26 febbraio 1994 nella città di Hebron, penetrò nella moschea di Macpela e trucidò a colpi di fucile mitragliatore decine di musulmani impegnati nella preghiera, causando l’esasperata reazione dei sopravvissuti, che linciarono l’attentatore, e della popolazione palestinese.
Alla fine della giornata il numero delle vittime fu complessivamente di 60 morti, di cui 29 nella sola moschea della città, e di 26 palestinesi abbattuti dall’esercito israeliano e 5 israeliani massacrati dalla folla.
Nel 2007 l’italianissimo e supercattolico, Roberto Sandalo compì una serie di reati a sfondo antislamico. Fece attentati dinamitardi contro alcune moschee a Milano, Abbiategrasso e Brescia, e incendiò l’auto di un imam e del direttore di Islamic Relief. Per questi reati venne arrestato il 10 aprile 2008 e condannato a 9 anni e 9 mesi di carcere. Venne anche accusato di aver creato un’organizzazione terroristica denominata “Fronte cristiano combattente”. È morto nel carcere di Parma nel 2014.
Di Sandalo, Allam dovrebbe ricordarsi molto bene.
Prima di essere condannato, in tribunale fece alcune dichiarazioni spontanee. Con allusioni neanche troppo velate, fece intendere che i bersagli gli erano stati indicati dai servizi segreti e da Magdi Allam. Proprio lui. Vero o non vero, di certo Allam non può aver dimenticato questa vicenda.
Sono le religioni che possono ammalarsi. Non una sola, ma tutte.
Ritrovo straordinarie per sapienza queste parole lette in un bellissimo libro, pubblicato proprio in questi giorni.
«Il pensiero mi corre a un passo del diario di Hetty Hillesum, in data giovedì 24 settembre 1942. Lei, ragazza del campo di sterminio, il cuore pensante della baracca, ha appena finito di ricordare che non esistono solo realtà che intimoriscono, “esiste anche la realtà del ciclamino rosso-rosa e del grande orizzonte che si può sempre scoprire dentro il chiasso e la confusione di questo tempo”. Aggiunge una preghiera: “Dammi un piccolo verso al giorno, mio Dio, e se non potrò sempre scriverlo perché non ci sarà più carta e perché mancherà la luce, allora lo dirò piano, alla sera, al tuo grande cielo. Ma dammi un piccolo verso di tanto in tanto”.
So di abusare, ma vorrei riprendere l’invocazione rimodulandola: “Dammi una piccola lettera del tuo alfabeto ogni giorno, mio Dio. E se non ci sarà più carta per scriverla o mancherà la luce, allora la dirò piano, alla sera, al tuo grande cielo. Ma dammi una piccola lettera del tuo alfabeto di tanto in tanto» (Don Angelo Casati, L’alfabeto di Dio, Il Saggiatore 2016 p.11).
In questi giorni di sangue e dolore, in ogni religione non possiamo che augurarci crescano cercatori e uditori dell’alfabeto di Dio. Unico antidoto al possibile ammalarsi di ogni fede.
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