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Lo scontro di Vance e Trump con la Chiesa Cattolica sui migranti

JD Vance, vice di Donald Trump, ha recentemente attaccato la Chiesa Cattolica Usa, asserendo falsamente che i vescovi non si preoccupano dei migranti ma bensì dei loro affari, usando fondi del governo.

4 Febbraio 2025

È semplicemente scurrile. Veramente brutto”. Questa la reazione del Cardinale Timothy Dolan di New York mentre reagiva a una dichiarazione di JD Vance. Il vice di Donald Trump aveva concesso un’intervista alla Cbs in cui accusava i vescovi di “ricevere 100 milioni di dollari per assistere i migranti” chiedendosi se le loro accuse al governo miravano a proteggere “i loro affari” e non riflettevano la dichiarata preoccupazione per la loro deportazione.

La reazione del Cardinale Dolan, che ha offerto preghiere in ambedue gli insediamenti di Trump nel 2017 e 2025, riflette i valori tradizionali della Chiesa verso i poveri che contrasta con l’aspra politica del 47esimo presidente, specialmente la sua gestione dell’immigrazione. Durante il primo mandato di Trump Papa Francesco aveva opposto la politica del muro alla frontiera col Messico classificandolo come una “vergogna”. La deportazione di massa proposta e attualmente messa in atto dal presidente americano è stata di nuovo etichetta come “una vergogna” dal Papa il quale ha anche messo in rilievo la tragica situazione dei poveri migranti costretti a fare le spese per gli “squilibri” economici globali.

JD Vance, vice di Donald Trump, ha dichiarato alla Cbs che i vescovi americani fanno affari con fondi del governo destinati ai migranti. Il cardinale di New York Timothy Dolan ha controbattuto che si tratta di un’asserzione “scurrile”.

La Chiesa Cattolica in America ha cercato di assistere i migranti con programmi che hanno beneficiato di fondi del governo. Un’analisi del Washington Post ha concluso che nel 2023 la Chiesa ha ricevuto 123 milioni di dollari per assistenza ai migranti e ne ha spesi 134 milioni. Quando Vance accusa la Chiesa, dunque, si sbaglia poiché i dati ci suggeriscono che non ci sono stati affatto guadagni ma perdite dalle casse della Chiesa.

Al di là delle aspre e offensive parole di Vance lo Stato del Texas ha anche attaccato la Chiesa denunciando alcune parrocchie di offrire alloggi a migranti, proteggendoli dalle autorità. Il procuratore generale del Lone Star ha chiesto ai tribunali di chiudere alcuni centri e di consegnare tutti i documenti alle autorità. Il caso continua per gli appelli in corso.

Il direttore esecutivo della Catholic Charity di San Diego Appaswamy Pajanor ha difeso la Chiesa esprimendo la sua frustrazione. Pajanor ha continuato dicendo che i suoi collaboratori sono visti da Vance come dei cattivi quando infatti l’unica cosa che fanno è di assistere gente che probabilmente sarebbe costretta a vivere in strada.

Difendere i poveri e i migranti inevitabilmente non è popolare né con Trump né con i suoi sostenitori. Ne sa qualcosa Marianne Budd, vescova alla National Cathedral di Washington, la quale ha difeso i poveri nel suo sermone durante la preghiera inaugurale della nuova presidenza di Trump, che abbiamo discusso in queste pagine. La vescova ha esortato il presidente con toni molto pacati ad avere “pietà” per i poveri migranti, i gay, e tanti altri che provano una forte paura per il clima creatosi con il risultato politico del 2024. La destra non ha gradito le sue parole caritatevoli e un parlamentare della Georgia ha dichiarato che la vescova meriterebbe di essere “deportata” dimenticando che è nata negli Usa. Seguirono le tipiche minacce alla vescova alle quali siamo abituati a chiunque osi criticare Trump.

Se la Chiesa esibisce idee diverse sui poveri e i migranti, il voto dei cattolici nell’elezione del 2025 ha però sorriso a Trump. Gli elettori cattolici americani hanno preferito Trump invece di Kamala Harris (56% vs. 41%). Ciò si deve in buona misura alla posizione in comune della Chiesa e Trump sull’aborto e anche sulla questione dei transgender. Infatti la Chiesa, nonostante avere dissentito dagli ordini esecutivi di Trump sui migranti, ha favorito la posizione dell’amministrazione sulla questione dei transgender. Sia Trump che la Chiesa vedono miopemente solo due generi, uno maschile e l’altro femminile, incapaci di riconoscere l’esistenza di un gruppo minoritario.

Trump ha nominato l’attivista Brian Burch ad ambasciatore al Vaticano asserendo che gli ha fatto guadagnare il più alto numero di elettori cattolici nella storia presidenziale Usa. Falso. John F. Kennedy nel 1960 ricevette il 78% dei consensi degli elettori cattolici, 22 punti più di Trump.

I punti in comune fra Trump e la Chiesa potrebbero servire da ponti ma due nomine ci fanno pensare che la détente sarà solo temporanea. Papa Francesco ha nominato Robert McElroy a cardinale della prestigiosa e influente Catholic Church di Washington D.C. McElroy, che dal 2015 ricopriva la carica di vescovo di San Diego, si è spesso scontrato con Trump sulla questione dei migranti. Trump, da parte sua ha nominato Brian Burch, un attivista conservatore e critico di Papa Francesco ad ambasciatore al Vaticano. Il presidente americano ha giustificato la nomina di Burch asserendo che l’attivista gli ha fatto guadagnare più voti cattolici di qualunque altro candidato presidenziale. Non è vero ovviamente. Il presidente John F. Kennedy non fu solo il primo cattolico a conquistare la Casa Bianca ma ricevette anche il numero maggiore dell’elettorato cattolico (78%).

 

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