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Mondo
Il sonno della ragione ossia il Medioevo prossimo venturo
Trump, Musk, Putin e i nuovi mostri al potere
Lo scoramento che diffonde questo cambiamento di rotta dell’Occidente, fatto esplodere da Trump colle sue dichiarazioni egoistiche e, soprattutto, egocentriche è una sorta di depressione che serpeggiava, comunque, già un po’ dappertutto. Dalla pandemia in poi l’insicurezza ha avuto la supremazia assoluta come sentimento dominante e, se prima, a ricordarci della nostra fragilità si è dovuti ricorrere nientemeno che a Greta Thunberg, oggi, per ricordarci di una fragilità ancora più immediata di quella che un lento cambiamento climatico può darci, ci pensano Trump e il suo tirapiedi Elon Musk (o forse Trump è il tirapiedi di Musk ma nessuno dei due ancora se n’è reso conto).
Questi due loschi figuri sono due perfetti rappresentanti di un Occidente plasmato dagli USA e dal capitalismo sfrenato all’ultimo stadio, dove non esiste più la politica ma solo l’interesse e il consumo.
L’immagine del politico che si rifaceva a un’ideologia, basata su principi che, volenti o nolenti, si basassero sul passato, sulla Storia, pensati come un’evoluzione, e che sono stati per secoli, a fasi alterne, ispiratori di movimenti, pensieri, riflessioni, comportamenti, modelli di buono o di cattivo governo, oggi è stata surclassata dall’egocentrismo assoluto dell’imprenditore arrivista.
Perché entrambi sono due imprenditori arrivisti, disposti a passare sul cadavere di chiunque, nient’altro che questo. Non c’è alcun progetto politico se non quello di distruggere ogni tipo di struttura, sia che funzioni sia che non funzioni, lasciando solo spazio al commercio.
Altro che positivismo, altro che belle époque. Auguste Comte, col suo motto “L’amore come principio e l’ordine come base; il progresso come fine ultimo”, è ormai come un oggetto da rigattiere, un po’ sbocconcellato, magari caduto per terra, rotto e incollato, senza qualche pezzo, il cui senso è lo stesso, per la maggior parte delle persone, di una stele egizia costellata di geroglifici oscuri. E pensare che “Ordem e Progresso” trova una bella posizione al centro della bandiera del Brasile, quanto mai disattesa. La grande illusione.
Non c’è ideologia, non ci sono filosofie o dottrine elaborate, con mondi ideali da realizzare. Uno vuole andare su Marte e basta, l’altro immagina di realizzare a Gaza una palazzata di hotel e casinò. Uno dice che il futuro dell’Europa, per tornare a essere di nuovo grande, sarà il neonazismo, l’altro che come idea della pace ha il trattare col più forte dei due belligeranti e realizzare il proprio interesse. Il belligerante più debole è colpevole proprio perché è più debole, Darwin non può mentire.
Salvo poi decidere che i generi sono due (anche se personalmente non gliene potrebbe fregare di meno a uno come Trump) e ancorarsi a posizioni antidiluviane solo per perseguire i propri scopi e rassicurare gli elettori disorientati da un continuo mettersi in discussione, che è poi la sopravvivenza della mente, il ragionamento, la speculazione intellettuale. E hanno appena cominciato, chissà dove arriveranno i due matti.
Certo che pure la degenerazione tutta usoniana della dottrina woke ci ha messo del suo, proprio perché si è fatta prendere la mano dall’irrazionalità e dalla decontestualizzazione, grande peccato mortale dell’oggi, dove tutto viene filtrato coll’occhio del presente, soprattutto in paesi superficiali e inconsapevoli come gli USA. E, portata agli eccessi, ha prodotto mostri.
Basti notare come, dopo l’abbattimento delle statue di Colombo, la comunità italiana usoniana si sia avvicinata a Trump, che aborre la cultura woke. Autogol.
No, c’è bisogno di propagare dottrine ferme e rigide che facciano capire che chi ha ragione è sempre chi detiene il potere delle armi, l’energia, il territorio e, naturalmente, chi non è da quella parte è il nemico ed è una minaccia per la “democrazia”. Tutto ciò è molto MAGA, in quanto l’unica condizione per dare un senso agli Stati Uniti, dal punto di vista loro, è avere un nemico. Se poi sono molti nemici, c’è pure molto onore.
D’altro canto, che Trump e Putin scendano a patti per la spartizione di ciò che resta dell’Ucraina, davanti a un’Europa inerme e inutile, non deve stupire più di tanto. Sono uguali, due oligarchi che vogliono le stesse cose, tra loro s’intendono benissimo, hanno due sogni imperiali che possono viaggiare paralleli, basta che siano loro due da soli. L’UE è un inciampo, con una classe dirigente impresentabile, che vogliono? Ci lascino lavorare ai nostri imperi.
Il resto sono formiche che si agitano in maniera inconsulta.
La visione della realtà semplificata, che caratterizza questi malati di mente col potere in mano, aiutati da altri malati di mente, o anche non malati ma minorati alla nascita, che sono i loro elettori, i quali non si rendono conto di essere puri strumenti dei potenti a proprio danno, è evidentemente vincente.
Ma perché lo è? Perché il consumo ha contagiato tutto il mondo. Tutti vogliono tutto anche se non è strettamente necessario. Noi tutti siamo invasi da un ciarpame che riempie inutilmente le nostre vite, illudendoci che per essere dobbiamo avere e tutti gli status symbol del caso, l’auto, la casa, il “benessere”, la “famiglia”, che sono ciò che serve per il raggiungimento della felicità, sono la menzogna che il potere ci vuole inculcare per arrivarci.
Sigmund Freud, quasi un secolo fa, nel 1930, dava alle stampe a Vienna Il disagio della civiltà. Contestualizziamolo, naturalmente. Il mondo è alla canna del gas, il 1929 è stato fatale per molti, con una crisi finanziaria senza precedenti, con una conseguente miseria e un dilagare di conflitti etnici e sociali, a più livelli, ovunque. Insicurezza, una fragile Repubblica di Weimar, il fascismo già vincente in Italia, un ripiegamento verso il passato, un misticismo classicheggiante per l’Italia, uno norreno per la Germania, una corsa verso l’irrazionale per tutti.
Ma le cose che annota Freud in questo lucido saggio, alla luce del mondo attuale, suonano assai sinistre perché si sta riproponendo, sebbene con una realtà geopolitica molto diversa, una tendenza al ritorno verso un rifugio nell’irrazionale e, come dicevo prima, nell’egoismo. Anche la Cina e l’Iran, due paesi canaglia in attesa, nel 1929 non c’erano. E di sicuro avranno un peso non indifferente nel gioco del Risiko! a cui tutti si stanno preparando.
Mattarella ha avuto il coraggio di ribadire, da Marsiglia, come stanno le cose, ossia che gli oligarchi di oggi per la loro smania di conquista, come Putin, assomigliano a quelli di un secolo fa e che le ingerenze di imprenditori come Musk e Trump hanno un qualcosa di inquietante e fertilizzante per prepotenze analoghe a quelle che si sono scatenate esattamente un secolo fa e che oggi potrebbero riproporre nient’altro che gli stessi risultati, una conflagrazione globale ancora più vasta.
Non è una questione di corsi e ricorsi storici, è una questione di non aver risolto i problemi precedenti, perché l’egoismo e il consumo non sono stati tenuti a bada e meno che mai corretti. Né sono mai state tenute a bada le guerre di conquista, ora dell’una ora dell’altra parte e i vecchi imperi coloniali sono stati sostituiti dai nuovi.
Ma non è nemmeno, codesta inquietudine, causata dalla perdita di un Dio che ormai, dopo che Nietzsche gli ha fatto il funerale, viene anche quello usato strumentalmente da questi pericolosissimi pagliacci moderni, non esistendo più una morale che invece la religione assicurava (anche questo sarebbe assai discutibile) coi suoi dogmi. Seppure Dio, almeno in Occidente, non c’è più è rimasto un buco e un bimbominkismo di comportamenti, sempre tendente all’irrazionale, che si esprime magistralmente nell’autismo schizofrenico di Musk, nell’imperialismo altrettanto schizofrenico di Trump e di Putin – e nell’uso strumentale della religione che questi ultimi fanno -, nell’attitudine a menare le mani un po’ di tutti, in un disagio d’inciviltà assai diffuso.
Chi si dimostra invincibile è proprio il mondo islamico, arcaicamente appatellato a una religione monoteista e assoluta che non si può mettere in discussione e che ha milioni di seguaci. Turbobimbiminkia pure loro, anche perché pure loro contagiati dal consumismo, infantilismo che quindi s’innesta su un altro infantilismo producendo corto circuiti e altri disastri.
Il prodotto (o la causa) è questa società globale profondamente immatura, incapace di far fronte ai problemi del pianeta e che vuol tirarsi la coperta a vicenda, senza rendersi conto che la coperta non c’è più e che tutti siamo esposti alla distruzione.
I sovranismi che ritornano in auge sono solo la risposta a un vuoto, chiamiamolo così, filosofico, alla mancanza di una sana razionalità che affronti la realtà e i suoi problemi. Gli avvertimenti di Foucault, di Pasolini, di Marcuse e di tanti altri intellettuali sono rimasti inutili e dimenticati. Provate a chiedere in giro se la maggioranza della gente abbia mai letto nulla; se poi chiedete ai politici italiani, anche quelli seduti in Parlamento, penseranno che siano dei motociclisti o piloti di Formula1. Gli intellettuali sono evitati come dei mostri.
Solo poche voci sparute, spesso di scienziati e letterati, anche premi Nobel, si levano contro questa nuova deriva infantilistica che sembra avere la meglio, a distanza di un secolo, e che è foriera di nuove catastrofi.
Freud sarebbe ancora più preoccupato, oggi, di come lo era quando fuggì da Vienna. E oggi, a differenza di allora, non ci sono più luoghi sicuri dove rifugiarsi, Elon Musk controlla tutto e tutti.
Propongo una rilettura, per chi l’ha già letto, o una nuova lettura per chi non lo conosce, del Disagio della Civiltà. Potrebbe servire. Almeno a capirci qualcosa in più. Poi, se la Storia dovrà ripassare un’altra volta per l’abisso, non so a chi si potrà chiedere un viatico.
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