
Mondo
Il gioco della follia
Fortissimamente folli. La comunicazione nell’era trumpiana
“La vita umana, nella sua interezza, non è che un gioco, il gioco della follia”. Erasmo da Rotterdam
La superficialità con cui oggi tutto viene trattato dalle istituzioni, nazionali e internazionali, è indice del degrado comunicativo in cui ci troviamo immersi. Io sono convinto che la maggioranza non sia così degradata ma che ci sia una minoranza rumorosa che fa un chiasso indiavolato perché si è fatto passare, purtroppo, il messaggio che la libertà di parola è poter dire ciò che si vuole, sempre e comunque.
Le Destre, che per decenni sono sempre state rintuzzate da sapienti ossia da persone di spiccata cultura e consapevolezza, oggi, che la mediocrità è stata sdoganata come massima delle virtù, sono le più aggressive sia verbalmente che fisicamente. Non è una novità, direte voi, ci ricordiamo tutti, almeno noi di una certa età, delle botte che distribuivano i vari estremisti di destra nelle scuole degli anni Settanta, o le stragi in piazze, stazioni, treni, senza colpevoli che hanno insanguinato il Paese negli anni di piombo.
Oggi, a dispetto dell’operazione estetica che dicono che Giorgia abbia fatto al suo partito (mah…), gli psicofascisti non sono cambiati per nulla, anzi, sono peggiorati perché hanno acquisito il potere e l’accesso che prima non avevano. E hanno alzato la cresta, come per una sorta di rivalsa: è finita la pacchia, diceva Giorgia nel 2022. Chissà che pacchia intendeva. Anche Salvini annunciava che per i migranti fosse finita la pacchia, sai che pacchia per la gente che muore in mare. Il solito irresponsabile che non ha mai smesso di credere che le navi ong fossero i taxi del mare anziché le ambulanze del mare.
Non solo da noi esiste questo fenomeno degenerativo del linguaggio. Il caso più eclatante e visibile sono gli Stati Uniti d’America, con una masnada di imprenditori al potere che stanno facendo disastri uno appresso all’altro, soprattutto a livello istituzionale, con leggi e politiche al di là d’ogni razionalità, usando una comunicazione barbarica.
The Donald e il suo giannizzero Musk stanno distruggendo apparati di tecnici che mettono in pericolo non solo gli USA, che, anzi, farebbero un favore al mondo, finalmente, implodendo, ma la sicurezza internazionale, perché, comunque, nonostante ciò che pensino il gatto e la volpe d’oltremare, sono la nazione guida del Patto Atlantico e, quindi, della NATO. E di certo non lasceranno l’alleanza, anche perché, bene o male, le basi in Europa, quell’Europa che è nata per fottere gli USA, fanno sempre comodo, soprattutto le basi del Sud Italia, proiettate verso l’Africa e l’Asia, ovvero i continenti dove si fanno affari e da dove possono partire in fretta aerei per dare lezioni agli houthi o a chiunque intralci i traffici usoniani.
Ma tralasciamo, per un momento, la gestione della politica trumpiana, soprattutto estera ed economica, per concentrarci sul linguaggio adoperato dalle destre internazionali e nostrane.
La comunicazione dev’essere rapida, immediata, e si deve usare tutto, anche l’insulto, il bullismo, la violenza, perché sono il linguaggio che i loro elettori amano di più.
Elettori forse anche delusi da un certo lassismo delle sinistre, perché non è raro trovare tra le file dei più accaniti sostenitori dei rappresentanti di destra anche ex di sinistra o di ciò che quelle persone pensavano fosse la sinistra, quando si parlava di classe operaia, di lavoratori traditi dai sindacati e obbligati a un mobbing o ai licenziamenti per far “respirare” le nostre industrie più importanti come Fiat o tante altre. La Lega ha intercettato per prima quei malumori e, sempre con un linguaggio semplificato che riduce tutto a buoni e cattivi, ossia il Nord virtuoso e Roma ladrona e il Sud di terroni mafiosi e piagnoni, con turpiloqui degni delle peggiori periferie degradate (non scordiamoci dei cori da osteria leghisti, Salvini presente, dove i napoletani puzzavano e si urlava “Forza Etna!” e “Forza Vesuvio”), si è portata via i delusi delle sinistre. Non dimentichiamoci mai che Salvini si definiva “comunista padano”, non so se ci si rende conto. Ma Salvini è quello che è, ormai è noto ai ciechi e ai barbieri (lippis et tonsoribus), perfino i suoi alleati gli danno del bimbominkia, cosa che, bisogna dirlo a voce alta, lui non fa che confermare ad ogni sua uscita da quando non ha più la sua Bestia che gli suggeriva tattiche elettorali, rivoltanti, certamente, ma non così pacchiane come le attuali. Se pensavamo che quelle di allora fossero oscene, e lo erano, quelle di oggi fanno cadere il latte alle ginocchia all’ennesima potenza, aumentando il grado di oscenità.
Pensare che il potere sia in mano a questi sciagurati fa rabbrividire.
Le colossali sciocchezze e falsità che comunicano, chi più platealmente come, appunto, Salvini, chi più avvedutamente ma non meno aggressivamente, come Giorgia e il suo cerchio magico, fanno rizzare il pelo alle persone più coscienti e moderate che conoscono la Storia del Novecento di questo Paese e ricordano ciò che è stata la Seconda Guerra Mondiale, ciò che l’ha preceduta e ciò che ne è seguito. E sono consapevoli di tutto ciò che si era conquistato e che si è perduto per la superficialità di chi ci ha governato (sempre sotto la longa manus degli Stati Uniti, essendo la nostra una democrazia a sovranità limitata come stabilito a Yalta).
Ora, proprio quei neofascisti che detestavano gli USA, in quanto abbattitori del Fascismo, sono diventati i loro più fedeli sostenitori, e i flirt di Giorgia con Donald e Elon fanno veramente fottere dalle risate perché si vede che sono falsi come Giuda. Da entrambe le parti: da parte donaldiana perché come lui e i suoi considerino l’Europa viene ricordato ogni giorno da detti e fatti, e da parte giorgiana perché lei credeva di essere il ponte tra le sponde dell’oceano, supponendo di avere un rapporto privilegiato col nuovo monarca d’America.
E tutti gli insulti che The Donald ha riversato sull’Europa, e che tanto piacciono agli elettori americani, sembrano che non tocchino Giorgia, come se lei non stesse in Europa. Devono averglielo ricordato, perché svicola sempre, non parla più di questa luna di miele che stava vivendo, solo lei, ogni uno e due sempre sull’aereo per Washington per cercare di limitare i danni che il biondone di New York City vuol provocare coi suoi dazi inconsulti ai prodotti europei.
E questa comunicazione sguaiata e bullista piace a un popolo di usoniani che credono che sia giusto che l’Europa, pensando che sia un’unica nazione come sono loro, “paghi”. Nell’ottica dell’usoniano medio, più ignorante di una capra, si crede che gli europei, col welfare più avanzato del mondo, siano dei fannulloni, mentre loro, che si farebbero, si dicono da sé, il culo a capanna, di welfare non ne hanno nemmeno un po’. La farsa che ha presentato Obama era solo una sinopia del welfare che abbiamo in Europa, in ogni paese distribuito diversamente, ma tutta un’altra cosa. Per cui: che l’Europa “paghi”. A quegli sprovveduti non passa nemmeno per il capo che il welfare che noi abbiamo (ormai avevamo, visti i disastri perpetrati soprattutto dai governi di destra, da Berlusconi in poi) è il frutto di lotte popolari di anni e anni e di acuti legislatori che avevano organizzato una sanità tra le migliori del mondo e, soprattutto, di tasse altissime che negli USA non hanno. È il vizio dell’invidia, che annebbia la mente e fa vedere solamente sé stessi.
Il linguaggio violento e impregnato di falsità di Trump e dei suoi, estremamente populista, indica il solito nemico come capro espiatorio: se prima c’era Al Qaeda, l’Isis, la Russia, la Cina, adesso il nemico numero uno è l’Unione Europea, unione di scansafatiche che fottono l’America. E la Russia diventa quasi un interlocutore accettabile, da invitare a prendere un bel whisky con ghiaccio per parlare d’affari: prenditi pure l’Ucraina che io mi prendo la Groenlandia, che cosa vogliono sti danesi del cazzo. Altro che diplomazia. Tutto c’è nei vaneggiamenti trumpiani tranne quest’ultima.
Ovviamente non tutti gli usoniani saranno d’accordo colla nuova amministrazione, però, in linea di massima, questo linguaggio prevaricatore e violento sembrerebbe vincente, anche perché (noi non lo vediamo, in Europa, in quanto i media, controllati dal potere, non ce lo mostrano) sembra che colà non ci sia opposizione, ossia che tutti accettino passivamente la prepotenza trumpiana: the winner takes it all.
E il vincitore prende tutto è, tranne che per le Destre internazionali, la distorsione della democrazia perché diventa automaticamente prevaricazione, ci si può permettere di pensare, dire e fare ciò che si vuole, mentre, almeno nelle nostre democrazie, sappiamo che esiste un dialogo o uno scontro nei parlamenti e che l’insulto non è più democrazia. Ma il presidente, da quelle parti, decide sempre tutto, e coltiva l’erba voglio dove Michelle Obama avrebbe voluto coltivare ortaggi per dare l’esempio (cosa che non fu possibile perché il terreno del giardino della Casa Bianca risultò contaminato da pesticidi e quanto di più insalubre poteva esserci, frutto della floricoltura delle amministrazioni precedenti).
La stessa opulenza tamarra degli sceicchi arabi e degli oligarchi russi si respira adesso in quelle stanze, dove tutto è stato sostituito da oggetti d’oro, in un pacchiano arredo quasi gitano. Strano che The Donald non si sia fatto incastonare i diamanti nei denti, forse lo farà. Jackie O gli avrebbe cavato gli occhi.
L’ultima vicenda, tra le tante quotidiane che non smettono di stupirci, è quella della chat del potere in cui era inserito un giornalista, il quale è stato spettatore suo malgrado di segreti di stato e di tattiche di guerra, di attacchi, di incursioni in Yemen, per colpire gli houthi.
Il giornalista che ha fatto, correttamente? È uscito dalla chat ed è subito andato alla polizia a denunciare con quanta superficialità si tratti la difesa nel nuovo Paese di Trump. Difesa che coinvolge anche gli alleati degli USA, messi a repentaglio da una classe politica inconsapevole e prepotente, immatura e perniciosa, altro che “pace”.
L’uso osceno che viene fatto di questa parola dal più bugiardo tra i bugiardi è rivoltante. Ma si sa che per Trump le parole cambiano di valore da un giorno all’altro, proprio per lo svuotamento di significato che lui opera costantemente sul linguaggio e di cui ho già parlato in articoli precedenti.
Se il pianeta andrà incontro alla Terza Guerra Mondiale sarà proprio per i colpi di testa di costoro, sempre più arroganti, irrispettosi, bulli, imitati dai bulli di casa nostra, spalleggiati dall’idea che se nel paese più potente del mondo ha vinto uno come Trump anche loro hanno ragione di esistere. I soliti provinciali. E Vance, il vice, è forse anche più pericoloso di Donald, soprattutto perché più giovane e aggressivo e, per il calcolo delle probabilità, sebbene nessuno sappia quando Atropo taglia il filo della vita, potrebbe durare di più; forse per questo Salvini lo corteggia, di sua iniziativa, senza consultare i suoi alleati superiori, cerca una spalla che possa appoggiarlo, volendo soffiare il posto privilegiato di Giorgia a corte. Peraltro il tapino è un ministro che non è quello degli esteri ma che vuol far vedere che conta qualcosa quando tutti sanno che conta meno del due di coppe (per fortuna).
Tutta questa comunicazione degenerata e distorta non si fa più attraverso canali ufficiali e seri come gli uffici stampa delle istituzioni ma attraverso le reti sociali, banalizzando tutto, come se si trattasse del pandoro della Ferragni o dei selfie di Salvini con risotti, luganeghe e felpe istoriate. Tutta una serie di Bestie al lavoro, ghostwriter, algoritmi. E tutti possono lasciare i loro commenti, oltre naturalmente anche ai falsi commentatori creati da IA che però influenzano l’opinione pubblica, priva delle capacità critiche per capire le buggerature. Tutto allo scoperto, ecco cosa viene spacciato per libertà di parola dalle Destre. E penso sempre a quel cugino prima salviniano oggi meloniano che non capisce un cazzo.
Questo, e tanto altro, è lo squallore quotidiano verso cui il mondo è ormai avviato.
Purtroppo l’Unione Europea non brilla certamente, con una von der Leyen che sembra sortita dal Paradiso delle Signore. Le iniziative sul “riarmo” proposte da colei sono abbastanza inquietanti e, soprattutto, non risolvono alcunché. Può darsi che questo nuovo ordine mondiale deciso a Washington serva a dare uno scossone di consapevolezza al Vecchio Continente ma, guardando i soggetti che affollano Bruxelles, in preda ai propri egoismi sovranisti e alle proprie paturnie adolescenziali prolungate nell’età adulta, mi sembra difficile. La Terra in mano a gente mediocre, non potrebbe esserci di peggio, per difenderla da oligarchi forse ancora peggiori o forse no, perché non so chi sia peggio tra Trump e Putin. Oddio, forse Putin perché manda a morire centinaia di migliaia di giovani per una guerra di conquista, gratuitamente aggressiva. Sì, certamente peggiore del Donald, il quale farà comunque morire di fame moltissimi usoniani colla sua politica economica ed estera, e non solo usoniani, colla sua guerra dei dazi e colle smanie di conquista del Canada e della Groenlandia. Ma, come ha sempre asserito Musk, le vittime sono il tributo necessario al “progresso”. E tra le vittime ci sono soprattutto quelli che hanno votato Trump. Ma vaglielo a spiegare agli usoniani inconsapevoli e ipnotizzati.
Atene e Sparta, dovunque ti giri, sono disastri. Il Medioevo è dietro l’angolo.
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