Italia

La malinconia di Vittorio Sgarbi

15 Dicembre 2024

In una struggente e commovente intervista sul settimanale “Sette” de “Il Corriere della Sera”, abbiamo appreso cosa sia la malinconia per Vittorio Sgarbi.
E’ molto dimagrito, sta vivendo quasi in una dimensione di spiritualità, lontano dai riflettori quotidiani dell’impegno politico ed immerso nello studio della sua eterna compagna di vita, l’arte.
Ha scritto un bellissimo libro “Natività Madre e figlio nell’arte”, che recensirò; ma mi interessa del suo volto, della sua fine tristezza.
Non è irascibile: ha detto che non si diverte più ad inveire contro scialbi interlocutori,apostrofandoli con la parola a lui tanto cara “capra, capra”.
Ora vive nel “Notturno” della vita, in un tracciato di solitudine crepuscolare, che s’intristisce per la condizione della vecchiaia, con i suoi malanni regolari ed irreversibili.
Ha citato anche D’Annunzio che scrisse proprio un libro, “Il Notturno”, pregno di metafisica del dolore quando fu colpito da un incidente agli occhi: era impedito nello scrivere e nel mostrarsi narciso.
Le prime righe di quell’opera così suonano: “Sento in tutta la mia attitudine la rigidità di uno scriba egizio scolpito nel basalte. La stanza è muta d’ogni luce. Scrivo nell’oscurità. Traccio i miei segni nella notte[…].Imparo un’arte nuova”.
Allo stesso modo Vittorio ci dice che guarda al suo corpo, tanto trascurato in gioventù e sente oggi le cure preziose- materne ed amorevoli- di Elisabetta sua sorella e della sua compagna fedele,Sabrina Colle, accanto a lui sempre con devozione tenerissima.
Vittorio ora parla a voce bassa, con tono non stentoreo, senza scatti d’ira.
E’ per la legge dantesca del contrappasso,diventato mite, bisognoso di carezze: ora le urla, come quelle sue, gli provocano fastidio e le reputa insignificanti ed insopportabili.
L’ effervescenza di un tempo e’un ricordo: è “calore di fiamma lontana” e cita Foscolo, altro saturnino scrittore.
Come lui dice, non è il tempo del gioco, ma della lenta riflessione e meditazione sul declino della vita.
E’apparso di recente in una foto con la sua bellissima figliola che gli sta accanto e gli tiene la mano: riempie il suo cuore di prima tenerezza.
Ma Vittorio sa che la malinconia è la musa della poesia che incanta il mondo e ci proietta nell’altrove.
Sa anche che la fragilità è grazia, linea luminosa della vita,limpida e stellare, come ha scritto il compianto Roberto Borgna.
E gli farà compagnia nello scrivere.
Perciò gli voglio ancora più bene.

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