Italia
Buon pranzo e arrivederci
“Seguitemi, vi farò pescatori di uomini”. Così recita il vangelo di Matteo, l’evangelista che ha presentato la figura del Signore, i cui precetti, a distanza di oltre 2000 anni fa e sebbene in un mondo trasformato dal punto di vista sociale e politico, si realizzano attraverso una parola viva che si rinnova. Non un mero lavoro redazionale nè un racconto a scopo favolistico, ma la raccolta di materiale documentale dei Vangeli è una miniera di insegnamenti che sottolineano come il Signore si sia commisurato al popolo, abbattendo le barriere riguardanti la religione, l’etnia, la cultura, la tradizione. Il vangelo di Matteo presenta la figura di Colui che rompendo con tutti gli schemi del passato, è stato un uomo che ha rivoluzionato la maniera di intendere la fede proponendo qualcosa di nuovo e attraente per chi lo ascoltava.A distanza di 2000 anni, dopo 266 papi, il mondo si è raccolto per l’ultimo saluto di Papa Francesco, di colui che, presentatosi con profonda semplicità ai fedeli, è entrato nel cuore della gente diventando – fino alla fine del suo mandato – un pescatore di uomini. Un pontificato caratterizzato da momenti iconici che mai dimenticheremo e che hanno modellato la sua capacità comunicativa con i popoli del mondo. Il papa globale, giunto dalle periferie della “fine del mondo”, colui che ha presto manifestato le sue posizioni e le sue visioni anticonformiste. La lotta alla pedofilia nel clero, la riforma finanziaria all’interno della chiesa, la questione ambientale, il sostegno ai migranti provenienti dal continente africano, il ruolo della religione nella sua evoluzione, sono sempre stati punto cardine del suo messaggio pastorale e politico. Ma l’immagine rimasta scolpita nello sguardo del mondo, quella del lontano 27 marzo 2020, quando nel silenzio spettrale della pandemia, che aveva decimato le speranze dei popoli della Terra, Papa Francesco, come i discepoli del Vangelo, aveva espresso e condiviso con i fedeli, il vuoto desolante di piazze, strade e città nel periodo del Covid, quando ci siamo trovati impauriti e smarriti dinanzi all’ evento che ha paralizzato la mente e l’agire umano, naufragato nella tempesta di un virus così inaspettato. Fu in quella occasione che il Papa, come vicario di Cristo e vicino alla gente ha espresso la fragilità e il bisogno di confortarci a vicenda, rincuorando con la forza della preghiera, gli animi fragili e disorientati del mondo che viveva “nella stessa barca e costretto a remare insieme” per sconfiggere la Pandemia.
Il Papa ha sempre sottolineato la necessità di ascoltare il grido dei poveri, le problematiche ambientali, sollecitando un’azione globale per proteggere il nostro Pianeta, rivolgendosi agli artefici delle guerre, richiamando a correggersi, riconoscendo le proprie colpe, e cercando di costruire ponti di fraternità. Del pontefice dei gesti inediti e delle grandi aperture, le sue parole e opere accompagneranno, e rimarrà per sempre nelle nostre menti di uomini e donne del nostro tempo, attendendo chissà un imminente miracolo, continuando da lontano il suo Magistero. A pochi giorni dalla prossima elezione, il mondo attende di conoscere il prossimo Pastore della Chiesa, tanti dubbi e papa-scommesse su colui che, ci si chiede, quali parole dovrà proferire a proposito delle località del mondo, ormai tristemente famose per essere al centro di aspri conflitti. L’apertura al dialogo interreligioso, l’apertura agli omosessuali, “Chi sono io per giudicare?”, si chiedeva Francesco, l’invito insistente ad accogliere i migranti, i rifugiati e quanti vengono scartati dalle società, basate sul consumismo e sul materialismo, torneranno nei discorsi e nell’impegno del prossimo Pontefice?
In ricordo della sua elezione, il 13 marzo 2013, la necessità attuale è quella di ascoltare parole di fiducia tra il nuovo Vescovo di Roma e il popolo, e proseguire nuovamente il cammino di fede. In questo contesto storico, in cui le problematiche geopolitiche, economiche e ambientali diventano la radice di tutti i mali sociali, attendiamo un uomo forte, un uomo che infonda fiducia e coraggio, un pastore premuroso che ci indichi orizzonti sempre più vasti di accoglienza, di dialogo e di pace come intrapresi da Papa Francesco. Quando si parla di Chiesa si tende a parlare di vescovi, preti e della gerarchia dei porporati, ma la Chiesa è il popolo di Dio che, grazie a Papa Francesco, si era avvicinato ai pastori della Chiesa, a coloro che “Hanno l’odore delle pecore…”, secondo un’immagine coniata dallo stesso Francesco, colui che è stato sensibile e vicino alle problematiche contemporanee e che ha condiviso con le genti la parola e la modernità del Vangelo.
A salire al soglio Pontificio imminente i toto-nomi si avvicendano, e tra i 135 cardinali con diritto di voto, che sia il segretario di Stato Pietro Parolin, l’arcivescovo Zuppi, il patriarca Pizzaballa o il filippino Luis Tagle, la curiosità incalza non soltanto sul successore di Francesco ma anche su come cambierà l’agenda “umana e politica” della cristianità, quali saranno le priorità e se sarà comprensibile e vicino alle genti perché tra i gesti emblematici di “Francesco” c’è stato il modo di porsi del pontefice entrato nel cuore delle persone, l’erede di Pietro “Venuto dalla fine del mondo”, a cui non continueranno a mancare le preghiere di affidamento e di incoraggiamento. Dobbiamo quindi trovare un nuovo equilibrio di fede, auspicando che il nuovo Pastore della Chiesa prosegua nell’insegnamento dei suoi predecessori, purtroppo anche l’edificio morale della Chiesa come quello della società, rischia di cedere come un castello di carte, sopraffatto tra il sacro e il profano. Tuttavia, tra le curiosità irriverenti e i poteri divinatori, balzano all’attenzione alcune immagini de I Simpson, la serie televisiva statunitense che avrebbe addirittura predetto la morte di papa Francesco nel 2025, mostrando in uno scketch, alcuni sacerdoti in atto di trasportare a spalla la bara del papa posizionata poi all’interno di una chiesa. Altre clip indicavano Kent Brockman, il giornalista di Springfield, mentre annunciava in televisione la notizia del decesso del pontefice, informando che la causa di morte è una bronchite severa. Che siano contenuti realizzati tramite l’intelligenza artificiale e poi divulgati, non dovremmo stupirci viste le abilità del software di creare l’impossibile, ma certo è che in un episodio dei cartoon americani, riguardo la Basilica di San Pietro in Vaticano, si vede in un episodio, il pontefice seduto sul seggio mentre legge il giornale, inforcando un paio di occhiali: casualità o profezia, la somiglianza con l’arcivescovo Zuppi è notevole.
Non sarebbero d’accordo con I Simpson, il veggente Malachia e il famoso indovino Nostradamus, che già nel 1500, predisse in una terzina l’elezione di un pontefice romano :”Per la morte di un Pontefice molto vecchio / Sarà eletto un romano di buona età”. Petrus romanus, farebbe supporre al cardinale Pietro Parolin, o a colui che stando ai vaticini, sarà l’ultimo Papa prima della fine del mondo, prevista nel 2027. Per chi non ne conoscesse le presunte capacità profetiche, Vangelia Pandeva Gushterova, nota come Baba Vanga o “Nostradamus dei Balcani”, la chiaroveggente nata nel 1911, che avrebbe predetto la morte della principessa Diana e gli attacchi terroristici dell’11 settembre, sebbene molte delle predizioni a lei attribuite non possono essere chiaramente autenticate, pare abbia fatto ipotesi a lungo termine fino al 5079. Nel 2025 in cui ha preannunciato la scomparsa del Papa, l’aumento dell’influenza della Russia, la crescente tensione tra Stati Uniti e Cina e la costante instabilità in Medio Oriente, “l’ultimo Pontefice” presiederà la Chiesa durante un periodo di grande agitazione che porterà alla caduta di Roma e alla fine del papato.
Tra l’astrologo francese dalle cupe visioni del futuro e la cartomanzia moderna, un giovane dalla pelle scura potrebbe descrivere un enigmatico successore Besungu ma alla vaghezza delle premonizioni ebbene lasciar spazio a riflessioni più significative e al ricordo di Papa Francesco che ha rappresentato un grande esempio di guida spirituale e uomo di fede della storia che ci ha donato il privilegio di fare tesoro dei suoi insegnamenti e delle sue parole di fiducia. Così ha affermato papa Bergoglio: “Nonostante la complessità della storia e la realtà della debolezza umana, uomini e donne, con duro lavoro e sacrificio personale saranno capaci di costruire un futuro migliore“. Con queste parole di speranza e in attesa di scoprire il futuro che sarà, confidiamo nell’aiuto divino e sempre in grado di trovare la forza per andare avanti con coraggio e dignità. Seguiremo il nuovo Pescatore di uomini , ricordando che lo sguardo del pastore, vicino o da lontano, non smette di posarsi sul gregge e al saluto serale riecheggerà nella mente e nei cuori: ”Fratelli e sorelle, buonasera!”, al pranzo domenicale non mancherà il Suo augurio e intercalare :
”Buon pranzo e arrivederci!.
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