Immigrazione
Tutte le rotte che portano i disperati siriani a casa nostra
Le immagini che invadono le prime pagine dei giornali di tutto il mondo raccontano di un flusso di disperazione in viaggio verso l’Europa. La foto del bimbo curdo morto sulla spiaggia di Bodrum in Turchia e le testimonianze che arrivano da Budapest, dove i migranti che affollano la stazione, assaltando i treni in transito verso nord, sono stati nei giorni scorsi persino marchiati e numerati, scuotono media e opinione pubblica, mentre l’esodo, in corso da anni, continua. Molti rifugiati, tra cui donne e bambini, sono partiti ieri a piedi dalla stazione ungherese con lo scopo di raggiungere l’Austria. Vienna e Berlino hanno così aperto le frontiere e l’Ungheria ha deciso di mettere a disposizione (come misura eccezionale) bus per consentire ai migranti di raggiungere l’Austria. Intanto, la Merkel puntualizza che “Non c’è un limite alle richieste d’asilo”. La Germania stima di accogliere oggi fino a 10mila profughi. Juncker è al lavoro per innalzare il progetto dei ricollocamenti intra-Ue da 40 a 160mila, con l’inclusione, insieme a Grecia e Italia, anche dell’Ungheria. I Paesi potranno astenersi ma probabilmente dietro il pagamento di sanzioni. Ma ogni proposta che porti all’introduzione di quote obbligatorie e permanenti su misure di solidarietà sarebbe inaccettabile, fanno sapere attraverso un comunicato stampa i quattro governi dell’est, Ungheria, Slovacchia, Polonia e Repubblica Ceca.
La crisi di rifugiati in arrivo via mare è di proporzioni storiche. Lo racconta bene un un rapporto dell’Unhcr, pubblicato il primo di luglio, dal titolo “La via del mare verso l’Europa: il passaggio del Mediterraneo nell’era dei rifugiati”. Nei primi mesi di quest’anno 130mila rifugiati e migranti hanno attraversato il Mar Mediterraneo, viaggiando in condizioni precarie e su imbarcazioni non sicure. A metà aprile, ottocento persone sono morte nel più grande naufragio di rifugiati mai registrato.
Ma chi sono, secondo i risultati del report, le persone che arrivano sulle coste meridionali dell’Europa, da dove provengono e perché?
La maggior parte delle persone che scelgono la via del mare verso l’Europa sono rifugiati. Gli Stati dell’UE hanno quindi la responsabilità politica di offrire loro protezione. Molti di coloro che cercano di raggiungere l’Europa attraversando il Mediterraneo sono in fuga da guerre e persecuzioni in patria, così come dalle condizioni di deterioramento in molti paesi che accolgono i rifugiati. Il numero di morti in mare è salito a livelli record nel mese di aprile 2015. Vi è stato un notevole aumento di rifugiati e migranti sulla “via del Mediterraneo orientale”, dalla Turchia alla Grecia. Più dell’85% delle persone arrivate in Grecia provengono principalmente da Siria, Afghanistan, Iraq e Somalia. Dalla Grecia, molti si spostano attraverso i Balcani per raggiungere l’Europa occidentale e settentrionale. L’Italia rimane la principale destinazione per eritrei, somali e altre persone provenienti dall’Africa sub-sahariana. Il numero di rifugiati e migranti che entrano nei Balcani occidentali dalla Grecia è già aumentato dall’inizio di giugno, con oltre 1.000 persone che entrano ogni giorno. Alla fine del 2014 erano 59,5 milioni le persone nel mondo costrette alla fuga a causa di persecuzioni, conflitti e violazioni dei diritti umani.
Chi accoglie rifugiati e migranti?
Con l’aumento degli arrivi, la capacità e le condizioni di accoglienza restano inadeguate. Mentre le condizioni in Italia variano molto, molte mancanze permangono in Grecia. L’Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia e la Serbia mettono a disposizione congiuntamente meno di 3.000 posti, troppo pochi, se si considera che nella prima settimana di giugno gli arrivi sono stati 19.000. Questo si ripercuote sulle persone con esigenze particolari, compresi i minori non accompagnati. Contrariamente a quello che spesso pensa l’opinione pubblica, l’86% dei rifugiati nel mondo viene ospitato in paesi in via di sviluppo. Alla fine del 2014, il principale paese ospitante era la Turchia, seguita da Pakistan, Libano, Iran, Etiopia e Giordania.
La crescente crisi marittima dei rifugiati in Europa. Numeri e paesi di provenienza.
Nei primi sei mesi del 2015, 137.000 rifugiati e migranti sono arrivati via mare in Europa, quasi il doppio rispetto al 2014. Nella prima metà del 2015, 43.900 siriani sono arrivati sulle coste europee. I siriani, quasi tutti rifugiati, rappresentano il singolo gruppo più grande, essendo pari al 34% di tutti gli arrivi. Il secondo e il terzo principale paese di origine sono stati l’Eritrea e l’Afghanistan. Le persone arrivate da altri paesi, tra cui Somalia, Iraq e Sudan, possono anch’esse avere diritto a una qualche forma di protezione internazionale. Molte di loro sono prima fuggite in cerca di sicurezza nei paesi vicini come Libano e Turchia che ormai per la forte pressione migratoria sono al collasso.
La nascita della via orientale del Mediterraneo: il passaggio dall’Italia alla Grecia.
Fino al 2015, l’aumento degli arrivi nel Mar Mediterraneo ha interessato soprattutto l’Italia. Nel corso del 2014, l’Italia ha ricevuto più dei tre quarti di tutti i rifugiati e migranti marittimi (170.000). Nel 2015, il quadro è cambiato. Durante i primi sei mesi dell’anno, 67.500 persone sono arrivate in Italia, mentre 68.000 sono arrivate sulle isole della Grecia. Mentre le rotte del Mediterraneo centrale e orientale sono ormai diventate paragonabili per dimensioni, il profilo delle persone che prendono queste rotte diverge sensibilmente. I principali paesi di provenienza delle persone che arrivano in Italia sono l’Eritrea (25%), la Nigeria (10%) e la Somalia (10%), seguite da Siria (7%) e Gambia (6%). I principali paesi di origine di rifugiati e migranti arrivati in Grecia sono Siria (57%), seguita da Afghanistan (22%) e Iraq (5%). Nel complesso, la maggior parte delle persone arrivate erano rifugiati.
Chi sono i rifugiati siriani che arrivano in Grecia?
Secondo un sondaggio condotto su 2.015 rifugiati siriani in Grecia, la maggior parte sono arabi e sunniti di sesso maschile, tra i 18 e i 35 anni. Il 40% ha un’istruzione universitaria e un altro 46% ha un’istruzione secondaria. Quasi la metà è sposata e ha figli. Il 60% dichiara inoltre di aver già trascorso del tempo in Turchia e di aver lasciato il paese per mancata assistenza e disoccupazione. Il 90% desidera trovare asilo in Europa, soprattutto in Germania e in Svezia, l’Italia è vissuta invece come una terra di transito. Più della metà intende chiedere il ricongiungimento familiare una volta arrivato a destinazione.
La crescente pressione in Italia.
Nel 2011, l’Italia ha registrato un aumento vertiginoso degli arrivi: 62.700, contro i 4.500 dell’anno prima. Dopo una diminuzione nel 2012, i numeri hanno cominciato a risalire e hanno raggiunto un nuovo picco nel 2014 (170.000 arrivi). L’anno corrente sembra destinato a stabilire un nuovo record. Nel 2014, 62.000 persone arrivate hanno presentato domanda di asilo in Italia. Molti eritrei e siriani, che hanno rappresentato quasi la metà degli arrivi totali, non restano in Italia, ma scelgono di spostarsi più a nord.
Il proseguimento del viaggio dei rifugiati.
La maggior parte dei rifugiati e migranti che arrivano in Sud Europa lo fa con l’intenzione di continuare il viaggio, informazione che sembra non essere recepita dall’opinione pubblica. I paesi dell’Europa settentrionale e occidentale, in particolare Svezia e Germania, sono percepiti come più accoglienti e spessp ospitano già le famiglie e le comunità dei nuovi arrivati. Nel primo semestre del 2015, l’Italia ha registrato 67.500 arrivi via mare, ma solo 28.500 persone hanno presentato domanda di asilo. Nella prima metà del 2015, 68.000 persone sono arrivate in Grecia via mare e tuttavia alla fine di maggio erano solo 5.115 le richieste di asilo presentate. Lo spostamento di rifugiati e migranti dalla Grecia richiede lunghi e pericolosi viaggi, attraverso i Balcani e l’Ungheria. Più di mille persone ogni giorno passano dalla Grecia, attraverso l’Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, fino alla Serbia. Prima di recenti modifiche della legge, i rifugiati e i migranti che attraversavano l’ex Repubblica Jugoslava di Macedonia non erano autorizzati a usare i mezzi pubblici e, di conseguenza, camminavano sui binari ferroviari o transitavano lungo le corsie di emergenza delle autostrade. Una nuova legge permette oggi alle persone di viaggiare legalmente nel paese fino a 72 ore dopo essersi registrate e aver ricevuto i documenti. Ma la situazione rimane critica.
Devi fare login per commentare
Login