Immigrazione
Sostituzione etnica. Ci penseranno gli scarabei giusti
Primo punto: come una menzogna a furia di essere ripetuta diventa una verità
Non si deve assolutamente diventare una minoranza poiché ogni minoranza, in tutti i paesi e in tutti i continenti del mondo, è oppressa (Brenton Tarrant responsabile del massacro di Christchurch in Nuova Zelanda)
I comunisti massoni vogliono sterminare tutti i popoli dell’Europa con l’immigrazione (Umberto Bossi da segretario della Lega nord agosto 2000)
D’altronde, è un progetto dell’ONU che risale a qualche anno fa: l’Europa dovrà accogliere centinaia di milioni di persone come “immigrazione di rimpiazzo” (definizione ONU) per fronteggiare il calo delle nascite. Per i governi, evidentemente, sovrappopolazione e disoccupazione non sono più un problema: e dove ce n’è per 350 milioni, ne dovrà bastare per 600. La stampa, come sempre, ottempera…(Beppe Grillo, da fondatore del Movimento 5 stelle, settembre 2015)
La teoria cospirazionistica del “gran rimpiazzamento” ha contagiato il 39,9% degli italiani, certi del pericolo della sostituzione etnica: identità e cultura nazionali spariranno a causa dell’arrivo degli immigrati, portatori di una demografia dinamica rispetto agli italiani che non fanno più figli, e tutto ciò accade per interesse e volontà di presunte opache élite globaliste (La società irrazionale, rapporto CENSIS 2021)
Secondo punto: la storia degli scarabei migratori
L’Australia fino a non molto tempo fa era funestata da un flagello assai fastidioso: mosche ovunque in campagna.
Una legge vietava ai ristoranti di servire pranzi all’aperto. Tutto questo perché i campi erano ricoperti dallo sterco di mucca, sopra il quale proliferavano vermi e mosche. In un paese secco come l’Australia smaltire lo sterco non è affatto semplice e si sa un erbivoro di quelle dimensioni quanto ne produce.
L’idea geniale l’ebbe un entomologo ecologico ungherese, immigrato nell’isola dei canguri, György Ferenc Bornemissza (1924-2014).
Osservando un gran numero di vecchi letti di sterco di vacca secco che coprivano i campi di pascolo del bestiame vicino a Wooroloo, e confrontandoli con quello dei campi di bestiame senza letame della sua nativa Ungheria, si accorse di una cosa importante. In Ungheria e altrove nel mondo, scarabei stercorari si erano adattati per essere in grado di rotolare e seppellire grandi cuscinetti di sterco di bovini, ma i coleotteri nativi australiani, che si erano evoluti insieme ai marsupiali, non erano in grado di utilizzare lo sterco bovino poiché i bovini erano stati introdotti in Australia solo relativamente di recente, nel 1880.
Importò nell’isola alcune specie di scarabei stercorari, compatibili tra loro e con il clima.
I primi insetti divoratori della funestante materia, arrivarono il 30 gennaio 1968, diciassette anni dopo l’arrivo di Bornemissza in Australia. Tanto aveva richiesto lo studio per arrivare alla scelta.
Dopo qualche decennio la piaga era risolta.
Grazie agli insetti provenienti da Hawaii, Francia, Spagna, Sudafrica, Turchia, Iran, Kenya, Ruanda, Zaire, Nigeria, Senegal, Grecia e Italia.
Nel 2001 Bornemiszza è stato insignito della Medaglia d’oro dell’ordine dell’Australia per il servizio alla scienza e all’ambiente.
Gli australiani possono oggi sorseggiare il loro tè, in campagna, all’aperto, senza chiudersi dentro serre circondate da zanzariere.
Morale della storia: l’eliminazione di ciò che infesta il nostro bel paese un bel giorno arriverà. La salvezza sarà a cura degli scarabei stranieri. Questione di tempo. Chiamiamola se vogliamo sostituzione. Giusto sapere che sarà la liberazione dalla merda.
P.S. La storia di Bornemissza è raccontata molto meglio di come ho fatto io, in un libro del collettivo Wu Ming: IL RITORNO DEI CANTALAMAPPA, Electajunior (Lo scarabeo migratore). La responsabilità della morale finale invece è solo mia.
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