Immigrazione

Rishi Sunak, il duro anti-immigrazione idolo della destra italiana

13 Marzo 2023

Succede di avere la favorevole sorte di nascere a Southampton, nella contea inglese di Hampshire, studiare al Winchester College, poi all’Università di Oxford e infine alla Stanford University negli Stati Uniti, ma non di non avere la fortuna di poter contare sulla memoria di Pico della Mirandola.

È quanto capitato a Rishi Sunak, nominato nell’ottobre 2022, dopo diversi anni di lavoro nella finanza e successivamente come membro del Parlamento del Partito conservatore, primo ministro del Regno Unito. Sunak, prima persona non bianca a guidare il paese è figlio del keniano Yashvir e della tanzaniana Usha. Seppur tra i più ricchi dell’Africa, le sue origini riguardano due Paesi dello stesso continente che ha visto i primi esseri umani moderni iniziare spostarsi a partire da circa 100.000 anni fa. A meritare una nota a parte è Akshatā Nārāyan Mūrty, imprenditrice e stilista indiana naturalizzata britannica con la quale Sunak, grazie ad una fortuna di 730 milioni di sterline, forma una delle coppie più ricche della Gran Bretagna. Una fortuna che ha baciato la fronte della signora Sunak anche grazie alla sua cittadinanza indiana, che come riporta “Indipendent”, le ha permesso di risparmiare milioni di sterline di tasse sui guadagni esteri grazie al suo “status di non domicilio”.

Abiti costosissimi, uno status sociale invidiabile, un’ascesa politica fulminea e un conto in banca da 730 milioni di sterline. Probabilmente sarà questa la magica mistura per perdere la memoria, dimenticare le proprie origini e assumere una delle posizioni più affliggenti della politica europea in tema di flussi migratori.

La politica di Rishi Sunak

Forse, quanto appena letto non sembrerà così fuori misura se si considera che il governo di Rishi Sunak è stato accusato dall’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati per aver di fatto estinto il diritto di cercare protezione per i rifugiati nel Regno Unito.

Nel 2022, 45.755 uomini, donne e bambini hanno attraversato la Manica per raggiungere il Regno Unito, la maggior parte dei quali ha poi chiesto asilo. Quest’anno quasi 3.000 persone hanno già effettuato la traversata, con stime ufficiali che coinvolgono più di 80.000 persone durante il 2023. La politica di Rishi Sunak sulla gestione di questi numeri è sempre stata sufficientemente chiara, ma lo è diventata ulteriormente lo scorso martedì, quando Downing Street ha svelato un nuovo disegno di legge per contrastare l’immigrazione clandestina nel Regno Unito. In sostanza, la nuova legge, soprannominata anche “Stop the Boats”, prevede che Le persone che arriveranno illegalmente nel Regno Unito siano detenute e non solo allontanate entro poche settimane dall’arrivo, ma impossibilitate a tornare nel Paese di Re Carlo attraverso un divieto permanente. Se considerata una destinazione sicura, torneranno nel loro paese d’origine, altrimenti andranno in un paese terzo. I minori di 18 anni che arriveranno non accompagnati e illegalmente rimarranno nel Regno Unito fino all’età adulta e saranno quindi successivamente trasferiti in un paese terzo. Inoltre, ci sarà un limite annuale, ancora da stabilire, sul numero di rifugiati che potranno entrare nel Paese attraverso percorsi sicuri.

Un sistema selvaggio da equiparare a un effettivo divieto di asilo e che limita inevitabilmente i diritti dei richiedenti di utilizzare un necessario controllo giudiziario per contestare ogni singola decisione su ogni singolo caso specifico.

La destra italiana esalta la politica di Rishi Sunak

Eppure, nonostante si continuino a pescare cadaveri in un mare di sconforto e morte, c’è chi, insensibile alla disperazione dopo anni di pratica in sciacallaggio, trova il modo per esaltare l’operato del governo britannico. Sono trascorsi pochi giorni dalla tragedia di Cutro, in Calabria, con 79 cadaveri di uomini, donne e bambini da seppellire, e il vice primo ministro italiano Matteo Salvini elogia le misure anti-immigrazione di Sunak come “dure ma giuste“. In un post su Instagram il leader della Lega ha citato un tweet in cui lo stesso Sunak diceva con gelida indifferenza:

“Se arrivi illegalmente nel Regno Unito, non puoi chiedere asilo; non puoi beneficiare delle nostre moderne protezioni per la schiavitù; non puoi fare affermazioni false sui diritti umani; non puoi restare”.

In un Paese come il nostro in cui, se arrivi illegalmente, oltre a non poter chiedere asilo non puoi neanche chiedere semplicemente aiuto per i tuoi figli che stanno per morire annegati nell’indifferenza, tutto ciò non dovrebbe sorprendere. Tuttavia, è importante sottolineare determinate posizioni politiche, perché se nello stesso momento in cui il mare continuava a restituire i corpi delle vittime di Cutro e il libero cittadino Matteo Salvini mostrava innocuamente la sua spensieratezza in un grottesco passaggio dall’ambita console del Papeete al misero karaoke della festa del suo compleanno, al contrario, il vice primo ministro e il governo di cui fa parte fa le leggi, e queste sono tutt’altro che innocue, possono uccidere.

“Salvini mi elogia per la legge anti-sbarchi definendola “Severa ma giusta”? Direi dura, ma giusta. Non credo sia etico continuare a insistere con questo status quo in cui le persone muoiono in mare, come al largo delle coste italiane, sfruttate dalle gang criminali. Anche perché le nostre risorse e la nostra generosità per aiutare le persone vulnerabili e bisognose che arrivano legalmente sarebbero prosciugate da coloro che sbarcano illegalmente”.

È la politica di Rishi Sunak oltre che la risposta del primo ministro britannico a Salvini. Immaginate di sentirla leggere tra le bare delle persone divorate dal gelido inferno delle coste calabresi e interrogatevi sul concetto di generosità di certe persone che hanno 730 milioni di sterline da spendere o un piano bar da organizzare.

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