Calcio

L’Algeria nel calcio francese

10 Maggio 2020

Quando la Francia ha vinto i mondiali di Russia, nel 2018, si era parlato del fatto che molti calciatori di quella selezione avessero origini straniere. Spesso francesi da diverse generazioni, ma con nomi e tratti che continuavano a richiamare le terre d’origine di genitori, nonni o di antenati più lontani. Terre e persone verso le quali la Francia stessa non era sempre stata gentile, in passato, sia per quel che riguarda il colonialismo, sia per la gestione dell’immigrazione. Una terra simbolo di questo controverso rapporto è l’Algeria, martoriata da una cruenta guerra di indipendenza fra il 1954 e il 1962, durante la quale il colonialismo francese ha probabilmente mostrato il suo lato più feroce. In particolare, una terra che ha pagato un tributo di sangue importante alla causa dell’indipendenza algerina è stata la Cabilia. Regione indomabile sin dai tempi dell’antica Roma, abitata prevalentemente dai berberi, la Cabilia ha sofferto gli ultimi anni del dominio francese quanto la sua prima fase. A fine Ottocento, infatti, per il timore di rivolte, la Francia aveva deportato una parte della popolazione cabila in Nuova Caledonia, dall’altra parte del globo, in modo da allontanarla dalla sua regione e dalla sua cultura d’origine. In questa terra, che si estende 100 km a est di Algeri, sono nati i genitori di Zinédine Zidane, uno dei più grandi calciatori francesi di sempre.

ZINEDINE ZIDANE E IL PORTO DI MARSIGLIA

Nato a Marsiglia nel 1972, Zidane è cresciuto fra le strade e i campi del porto cittadino, sviluppando una tecnica meravigliosa, una tendenza al dribbling e all’uno contro uno, che sono rimasti evidenti segni del suo stile di gioco. Ne ha parlato Stefano Borghi in Cronache dei 90, presentando a fondo la carriera del calciatore che poi si sarebbe fatto strada fino al Real Madrid. Zidane è diventato un’icona del calcio in generale e, inevitabilmente, è diventato l’idolo, in particolare, di una fetta di giovani ragazzi, francesi e al contempo immigrati, cresciuti calcisticamente nei campi e nelle strade delle città d’Oltralpe. Un documentario, Ballon sur bitume, ha tentato di restituire questo mondo underground, da cui è partito Zidane, ma da cui sono partiti tanti altri anche dopo di lui. Uno dei direttori del reportage, Jesse Adang, in una conversazione con il Guardian, ha chiarito quale sia la figura di Zidane nell’immaginario di questo mondo: “Zidane è stato il primo arabo, partito dalla periferia di Marsiglia, ad arrivare a giocare a un livello così alto. Lui è un eroe per persone come noi.” Adang ha spiegato anche come i calciatori formati in questi ambienti tendano a sviluppare una forza psicologica maggiore, temprati sin da giovani da confronti verbali e calcistici spesso oltre i limiti del fair play. Ferhat Cicek, invece, ha posto l’accento sul campo come luogo dove scaricare tutta l’energia negativa accumulata, che spesso contraddistingue questo ambiente:

“È un ottimo modo per rimanere in pista. Ti aiuta a scaricare la tensione perché sei arrabbiato dentro. Vai male a scuola e nessuno ti aiuta, hai problemi economici, la tua famiglia non riesce ad arrivare a fine mese… Ma sul campo sei libero… dai problemi e dalle barriere.”

Rabbia, problemi economici e barriere sono i tratti tipici di un mondo di periferia, popolato prevalentemente da immigrati, spesso emarginati. Un mondo che in Francia esiste e da cui vengono molti calciatori francesi di origini algerine. Uno di questi è Karim Benzema.

KARIM BENZEMA E BRON-TERRAILLON

Benzema è stato un ragazzo prodigio sin dai suoi primi passi nell’accademia dell’Olympique Lione e non ha tradito le attese, realizzando un’ottima carriera al Real Madrid. Benzema è un attaccante intelligente, robusto e incredibilmente tecnico. La capacità nel dribbling, la voglia di puntare l’avversario e un contatto con il pallone che mostra profonda sensibilità sono tratti che lo accomunano a molti calciatori di origini algerine. Il calcio di strada ha avuto un’influenza decisiva nello sviluppo di queste caratteristiche, poi educate e incanalate da accademie calcistiche di livello, come quella del Lione.

Benzema, anch’egli cabilo per parte di padre, è cresciuto a Bron-Terraillon, alla periferia di Lione. L’Olympique ha voluto strappare il proprio gioiello da questa complessa banlieue, in modo da tutelare la sua crescita, così Benzema ha vissuto per un periodo nel centro sportivo del club, il Tola Vologe. Visti i tanti guai in cui il calciatore è stato coinvolto negli anni seguenti, fra i quali spicca il “caso Valbuena”, a causa del quale ha perso la maglia della nazionale francese, è evidente, però, come l’infanzia e l’adolescenza, passati in un quartiere emarginato, abbiano avuto un certo peso anche nella seguente esistenza del calciatore.

Chiusa così la carriera nella nazionale francese, per un certo periodo si è parlato anche della possibilità che Benzema potesse vestire la maglia dell’Algeria, ma l’opzione è tramontata a causa delle restrittive regole di FIFA e UEFA. Negli ultimi anni, però, la nazionale nordafricana è tornata a contendere i calciatori di origine algerina alla Francia. L’ultimo di questi è Houssem Aouar, anch’egli prodotto dell’accademia del Lione.

HOUSSEM AOUAR E LIONE

Aouar, accostato di recente alla Juventus, è un giovane centrocampista del Lione. È una mezz’ala con un ottimo repertorio tecnico e una tendenza a puntare l’uno contro uno che ci ricorda come anche lui abbia imparato a giocare nelle strade di Lione. Una tendenza che lo accomuna a Zidane, “il calciatore che lo ha fatto innamorare del calcio” e cui Aouar si ispira. Non è un caso, anche qui, che Zidane sia l’idolo di un ragazzo di origini algerine, formatosi calcisticamente in un ambiente di strada molto simile a quello di Marsiglia. E non è un caso che Benzema lo abbia già preso sotto la sua ala protettiva.

Sarà interessante vedere quale sarà la scelta della nazionale maggiore di Aouar, che potrà seguire la strada di Zidane e Benzema o quella di Riyad Mahrez.

RIYAD MAHREZ E SARCELLES

Mahrez è nato a Sarcelles, nell’Île-de-France, e si è formato nelle strade di una banlieue parigina povera, emarginata e violenta. Anche in questo caso, il profilo calcistico che ne è uscito è quello di un giocatore incredibilmente tecnico, con una bellissima sensibilità nel piede sinistro e una spiccata tendenza all’uno contro uno.

Ancora prima che nelle strade, Mahrez ha imparato a giocare a calcio in compagnia del padre, immigrato in Francia negli anni Settanta. La sua prematura scomparsa, quando Riyad aveva solo quindici anni, è stato, ovviamente, uno shock importante. Ahmed Mahrez è morto di infarto, a 54 anni, dopo una vita segnata dai problemi cardiaci che, tra l’altro, lo hanno portato a trasferirsi in Francia a poco più di vent’anni, per potersi permettere una fondamentale operazione al cuore. Dopo questa, era riuscito a riprendere la vita, sposando la marocchina Saliha, madre di Riyad.

Saliha ha spiegato che non tutti, a Sarcelles, sono felici del successo del figlio: “Tutto è molto difficile e c’è molta gelosia riguardo il successo di Riyad da parte dei ragazzi con cui è cresciuto”. Sarcelles resta un ambiente particolarmente emarginato, caratterizzato da un alto livello di criminalità e povertà, in cui si sono verificate diverse rivolte negli anni passati. Anche Saliha ha deciso di andarsene, ma i segni della banlieue si possono ancora vedere nello stile di gioco di Mahrez, che nel 2014 ha scelto di giocare per l’Algeria, con la quale ha vinto la Coppa d’Africa dell’anno scorso.

IL DOMANI DEL CALCIO FRANCESE A TRAZIONE ALGERINA 

L’Algeria sta diventando una nazionale sempre più competitiva e potrebbe presto attrarre altri calciatori franco-algerini. Dopo Mahrez, Ismael Bennacer, Sofiane Feghouli e Yacine Brahimi, c’è qualche possibilità che Aouar scelga la nazionale maghrebina. Dopo di lui, alcuni giovanissimi calciatori, provenienti dalle accademie di Paris Saint-Germain e Olympique Lione, dovranno affrontare lo stesso dilemma. Adil Aouchiche, Amine Gouiri e Rayan Cherki sono tre giovani che hanno la possibilità di diventare dei calciatori incredibili. Tutti e tre hanno origini algerine e si stanno affacciando al calcio professionistico. Tutti e tre, nuovamente, si caratterizzano per una tecnica meravigliosa e hanno nel dribbling una caratteristica di spicco. In particolare, Cherki, classe 2003, ha già esordito nel Lione e ha fatto vedere di poter competere anche in prima squadra. I media algerini hanno già cominciato a fare pressione sulla propria federazione calcistica in modo che il giocatore sia seguito, anche se la Francia farà di tutto per non perderlo.

Cherki mette a tappeto il Nantes in Coppa di Francia con due gol e due assist.

L’accademia lionese ha formato anche Amine Gouiri, attaccante tecnico e veloce, che è stato ostacolato nel momento del salto in prima squadra da alcuni problemi fisici, ma che avrà modo di rifarsi presto. Proprio come Adil Aouchiche, uno dei giovani prodotti dell’accademia del PSG da cui ci si attende di più: un centrocampista che ha mostrato di poter giocare sia davanti alla difesa sia da mezz’ala, che l’anno prossimo arriverà alla prova del calcio professionistico, dopo aver assaggiato il campo solo una volta quest’anno.

LA NAZIONALE ALGERINA

L’Algeria sta alzando il proprio livello di competitività da diversi anni. Oltre alla Coppa d’Africa vinta l’estate scorsa, la selezione ha raggiunto un ottimo risultato anche ai mondiali brasiliani del 2014, quando è stata eliminata agli ottavi di finale dalla Germania dopo i tempi supplementari. Oltre al contributo dei tanti calciatori cresciuti in Francia, anche la scuola locale sta formando dei giocatori molto interessanti. Youcef Atal, terzino destro del Nizza, ha fatto i suoi primi passi nel Paradou di Algeri, che sta formando anche Adem Zorgane, un giovane centrocampista che è già arrivato nella nazionale maggiore. Da questa squadra è partito anche Ramy Bensebaini, difensore del Borussia Mönchengladbach. Negli anni precedenti, hanno iniziato le loro carriere nel campionato algerino anche Islam Slimani, che ha vissuto il suo picco allo Sporting Lisbona, e Baghdad Bounedjah, un attaccante che non è mai arrivato a giocare in Europa, trascorrendo gran parte della carriera in Qatar, al Al-Sadd, ma che ha delle caratteristiche molto interessanti e che è stato importante nella vittoria della Coppa d’Africa. Anche qui è interessante notare come la capacità tecnica della maggior parte di questi calciatori sia molto alta e come il dribbling resti un elemento di gioco molto importante, soprattutto per Atal e Bounedjah. Con il contributo di alcuni giovani franco-algerini ancora in bilico fra le due nazionali, questa selezione potrebbe diventare incredibilmente competitiva, oltre che ancora più bella da guardare, vista la propensione al lato tecnico del gioco e al dribbling dei calciatori originari di questa terra.

 

(L’immagine di copertina è stata realizzata da Amine M’Siouri / Pexels.)

 

 

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