Immigrazione

La capotreno e il rispetto delle regole

15 Ottobre 2018

E’ l’eroe, anzi l’eroina del giorno la capotreno che in Sardegna ha costretto a scendere dal treno alcuni passeggeri stranieri sprovvisti di biglietto. Il ministro Salvini ha postato il video sul suo profilo Twitter commentando soddisfatto: “Questo non lo vedrete nei tigì, facciamo girare! Onore a questa capotreno che, in Sardegna, fa scendere un gruppo di scrocconi. Il clima è cambiato, #tolleranzazero con i furbetti, anche con un uso massiccio delle Forze dell’ordine. Se vuoi viaggiare, PAGHI come tutti i cittadini perbene!”.

Guardiamo il video. “Alzati subito! Alzati subito! Alzati!”, dice la donna a una passeggera dalla pelle nera. Poi si rivolge ad altri cinque passeggeri, anch’essi neri, tra cui un bambino: “Anche voi, forza. I signori non perdono tempo per voi”. Un uomo ha difficoltà di deambulazione. La donna commenta: “Non me ne frega niente della tua gamba, sei giovane e te ne vai a lavorare e ti paghi un biglietto”. Quando sono nel corridoio, pronti a scendere, si sente ancora la voce della donna, rivolta ad altri passeggeri sull’altro lato della carrozza: “Eh, forza eh, scendere anche voi due col bambino. Meglio eh. Scendi, scendi. Dai il buon esempio a tuo figlio. Sei venuta in Italia? Gli dai il buon esempio”. E poi, quando già stanno scendendo: “”Ti tiro giù a calci in culo”.

“Se hai dubbi chiediti: sarei contento di essere trattato così?”, si legge nel Codice etico di Trenitalia. Dal momento che sì, ho dubbi, la domanda me la pongo: mi piacerebbe essere trattato così, se fossi su un treno senza biglietto? E la risposta è: no. Per niente.

Non mi piacerebbe, per cominciare proprio dalle base, che il personale di bordo mi si rivolgesse dandomi del tu. In Italia tra persone adulte che non si conoscono ci si dà del lei; il tu viene rivolto dagli adulti ai bambini o agli adolescenti. Se non ho pagato il biglietto ho sbagliato, senza alcun dubbio. Ma non c’è errore che possa giustificare la mancanza di rispetto di chi deve solo applicare la legge.

Non mi piacerebbe che mi si minacciasse di prendermi a calci in culo. Per la legge italiana è un reato, ed un reato anche abbastanza grave.

Non mi risulta, poi, che la pena(le) prevista per chi non ha pagato il biglietto sia l’allontanamento dal treno. Le Condizioni Generali di Trasporto di Trenitalia prevedono che in caso di controllo il viaggiatore sprovvisto di titolo di viaggio venga “regolarizzato con il pagamento dell’importo dovuto e l’applicazione di importi aggiuntivi”. Solo “in caso di mancata identificazione del viaggiatore, viene chiesto dal personale di bordo l’intervento delle competenti autorità e può non essere consentita la prosecuzione del viaggio”. In questo caso i trenta viaggiatori (secondo la quantificazione della stessa capotreno nel video) sono stati identificati? Erano tutti senza documenti? Pare improbabile. E’ molto più probabile che siano stati costretti a scendere dal treno (senza la minima resistenza da parte loro) per non aver pagato il biglietto, e non per essere sprovvisti di documenti. Ma se così fosse, la cosa costituirebbe un abuso gravissimo. Per un comportamento simile un capotreno veneto è stato condannato per tentata violenza privata.

Non mi piacerebbe nemmeno dover subire la morale. Non siamo, per fortuna, in uno Stato etico. Chi deve applicare la legge è bene che la applichi, ma nessuno, nemmeno un giudice, ha il diritto di fare la morale a chicchessia. Nessuno ha il diritto di fare pubbliche valutazioni moralistiche sul mio conto, e meno che mai di farle davanti a mio figlio. Devo pagare il biglietto, se non l’ho pagato: non devo rendere conto del mio lavoro, delle mie scelte di vita, del mio essere in Italia, dell’educazione che intendo dare a mio figlio.

Né mi piacerebbe che la mia umiliazione venisse ripresa con un cellulare, mostrata a milioni di persone attraverso i social network e rilanciata con soddisfazione da un ministro. 

Ritenere che il mancato rispetto delle regole sia ragione sufficiente per il mancato rispetto dell’essere umano è una china pericolosissima, che ha a monte un capotreno giustiziere e a valle un ragazzo pestato a morte.

 

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