Immigrazione
I contorni di una nuova politica d’esclusione degli alunni stranieri in Italia
Oltre il caos del binomio straniero -BES
Viorica Iachimovschi
I contorni di una nuova politica d’esclusione degli alunni stranieri in Italia sono ormai evidenti .
SINTESI NORMATIVA
1. DIRETTIVA MINISTERIALE del 27 dicembre 2012;
2. CIRCOLARE MINISTERIALE n.8 del 6 marzo 2013;
3. NOTA prot.1551 del 27 giugno 2013 Piano Annuale per l’Inclusività – Direttiva 27 dicembre 2012 e CM n.8/2013;
4. BOZZA DI CIRCOLARE DEL 20 SETTEMBRE 2013 Strumenti di intervento per alunni con BES. Chiarimenti.
La direttiva BES mette impropriamente tutti in un unico contenitore, proseguendo nell’indirizzo dato dalla legge 170-2010 sui DSA: non assegnare ulteriore personale di sostegno per tutti i casi riconosciuti di difficoltà specifiche di apprendimento. La novità consiste nell’includere anche i casi di svantaggio socio-culturale, NON TUTELATI DA PREVIDENZE LEGISLATIVE SPECIFICHE in Italia : in questa operazione alcuni pedagogisti segnalano il rischio di medicalizzare un’area di alunni il cui disagio ha altre radici, non tanto sanitarie e psicologiche, quanto piuttosto sociali, economiche e culturali spesso creati dal contesto .La povertà si può considerare, al pari della dislessia, una deviazione patologica dalla norma? Oggi “normalità”, per larghi strati della popolazione, significa preoccupazione per la sussistenza e mancanza di futuro, quindi possibile svantaggio. Come procedere? In alcuni recenti interventi si è arrivati a caldeggiare un “sano” ritorno alla bocciatura, in certi contesti già tristemente all’opera, come riflusso negativo legato al disinvestimento sulla scuola pubblica. Da parte del MIUR si attribuisce al team docenti o al consiglio di classe la responsabilità di decidere quali alunni siano BES e, conseguentemente, predisporre per loro un piano personalizzato, anche sulla base di documentazione clinica fornita dai genitori, (il tutto debitamente controfirmato dal Dirigente Scolastico e scrupolosamente verbalizzato onde evitare ricorsi). Tutto ciò segnala una ritrovata centralità della professionalità docente o, piuttosto, il tentativo maldestro di scaricare su insegnanti e dirigenti un ruolo complesso che non compete loro, almeno per la parte di accertamento diagnostico?In sostanza, è esplosa la manìa per cui tutti i “problemi” di ogni bambino o giovane (biologici, cognitivi, relazionali) vanno serializzati da uno sguardo scientista empirista che individua (cerca, trova, inventa) “sintomi” scissi dall’unitarietà e complessità di ogni singola persona.
– Perché raddoppiano i disabili in dieci anni e nessuno ne parla?
– Cambiare o meglio abrogare la 170: ripensare da capo i bisogni educativi di tutti ?
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