Governo
Appunti e disappunti giorgiani
Ma una giusta riescono a farla? Il tanto strombazzato accordo tra Giorgia Meloni e Edi Rama, premier d’Italia e d’Albania, si risolve come volevasi dimostrare. Una tragicommedia, un buco nell’acqua, un’ennesima figuraccia evitabile del nostro Governo del fare. Fare, appunto, figuracce.
Questa propensione alla figuraccia, non richiesta ma sicuramente cercata, perché nessuno ha prescritto a Giorgia Meloni un tassativo accordo italo-albanese sul tema dei migranti e di centri di detenzione in territorio albanese, sembra irrinunciabile al nostro governo. Tutti, a dire il vero, hanno palesato dei dubbi, fin dal primo giorno in cui l’annuncio è stato trionfalmente propagato da Meloni e i suoi media, con sorrisi, strette di mano, tra il gigante Rama e la piccola Meloni, quadro grottesco come se si fosse a una premiazione di un premio letterario in vernacolo alla periferia di Zagarolo.
Ma Nemesi colpisce inesorabile. Chissà come l’hanno accolta a Palazzo Chigi la posizione della Corte Costituzionale Albanese che rende inattuabile il rivoluzionario piano di smistamento migranti che le poderose meningi meloniane hanno sfornato.
Se ci fosse stato LUI si sarebbe sentito dire “Spezzeremo le reni all’Albania”. Siccome c’è LEI tutto questo non si può dire né, tantomeno, fare. Comunque sia, per tornare alla Storia, alla Grecia le reni non furono spezzate ma ciò che fu spezzato fu il Regno d’Italia (e d’Albania, non dimentichiamolo). Giusto per ricordare.
Chissà cosa immaginava di mostrare, Giorgia Meloni, perché poi, alla fine, sarà solo una collezione di fotografie ufficiali che lei potrà sistemare nell’album di famiglia da mostrare ai nipotini, quando Ginevra avrà messo su famiglia, probabilmente senza marito, vista la fine che fanno gli uomini in casa Meloni. La nonna, ormai in disarmo, dirà alla nipotina: “Vedi, cara, quella che ie strigne a mano a tutti quei potenti è nonna tua, quann’era importante. Oggi nun capiscono più gnente, ‘sti zotici.”
Saremmo curiosi anche di leggere il famoso quaderno di appunti di Giorgia, appunti noti solamente a lei. Ma, siccome il quadernetto fu a suo tempo sbandierato al pubblico, diciamo che lo sentiamo pure un po’ nostro e siccome lo paghiamo noi, col lauto stipendio che prende il Presidente del Consiglio dei Ministri colle nostre tasse (da deputata, non da premier, ricordiamolo, che è comunque 159.000 euro, da dichiarazione dei redditi pubblica), potremmo anche aspirare a leggere quali siano codesti appunti imperdibili e soprattutto utili all’elaborazione di tutte le geniali trovate del signor Meloni & C.
Così, giusto per dilettarci, perché più che una farsa codesti appunti sembra non riescano a essere, una farsa con una spolverata di tragedia, perché nel frattempo si perde un sacco di tempo nell’attesa di una autentica classe dirigente per questo Paese. Perché, se ancora non si fosse capito, l’attuale classe dirigente è un disastro. Calma piatta all’orizzonte.
La cosa ancora più ridicola è che sicuramente il signor Giorgia ha una serie di consiglieri (o consigliere) i cui consigli sono una iattura, ma, poiché lui vuol mostrare di essere un grande statista tutto d’un pezzo, io sono pietra e cose così, sembra che venga tutto fuori dalla sua testa. Ridicolo, forse anche peggio. Grottesco, sì, forse è più adatto.
Non è certo la ricerca dell’aggettivo giusto il problema principale perché, lo capiscono tutti, è la sostanza dei fatti, il nodo di tutto. Perché il signor Giorgia esibisce, secondo lei, fatti, scritti su fogli, agitandoli, perché scripta manent, forse, ma di quali appunti si tratti non è dato sapere. Un po’ come Berlusconi che portava con sé contratti senza valore alcuno ma che poteva sventolare in televisione come se fossero bibbie e se il signor Giorgia non ha ancora la faccia di mostrarli è perché, forse, quel quadernetto è ancora in bianco.
Detto fra noi, la Corte Costituzionale dell’Albania è stata chiamata a intervenire dalle forze della Destra albanese, potenzialmente un’ala politica affine a quella del nostro eroe nazionale. Un film girato col modernissimo metodo MELONRAMA ©.
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