
Giornalismo
Tutti a Roma, addio Francesco
Come ogni settimana ecco i fatti più importanti dei giorni passati
Il mondo in lutto per la morte di Papa Francesco, le condizioni del pontefice sono precipitate all’improvviso. Un ictus cerebrale la causa della morte. Il suo pontificato è durato 12 anni. A dare il triste annuncio nel giorno di Pasquetta è stato Sua Eminenza, il camerlengo Cardinal Farrell, con queste parole: «Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di lunedì mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre”.(Avvenire)
Tensione sui mercati per la guerra tariffaria del presidente Trump e per le sue minacce di licenziare il capo della Fed Jerome Powell. Partenza di settimana da dimenticare per Wall Street, che chiude in profondo rosso, con l’indice Dow Jones (-2,5%) in calo di oltre 950 punti, mentre il dollaro tocca nuovi minimi pluriennali contro l’euro e le altre principali valute. (MilanoFinanza)
Continuano a scendere i prezzi dei carburanti, alla pompa la benzina ha toccato il livello più basso da oltre tre anni e mezzo: non si vedeva la verde sotto 1,72 euro/litro (media nazionale self) dal 12 ottobre 2021 – fatta eccezione per il periodo tra settembre e dicembre 2022, quando era in vigore lo sconto sull’accisa. Record anche per il gasolio, al minimo dal 13 gennaio 2022. (ItaliaOggi)
Il mondo accademico americano ha deciso di opporsi alle ritorsioni annunciate dal presidente Donald Trump verso chi – questa è l’accusa della Casa Bianca – ha favorito nei campus le proteste pro Gaza e l’antisemitismo. Più di centottanta presidenti di college e università degli Stati Uniti hanno firmato un documento di “resistenza” che denuncia l’«interferenza governativa e politica senza precedenti che oggi mette in pericolo l’istruzione superiore». (Repubblica)
Centomila persone mercoledì 23 in piazza per l’addio a papa Francesco. In oltre 20mila si sono messi in fila per rendere omaggio alla salma del pontefice a San Pietro, con la chiusura della basilica prorogata oltre la mezzanotte. Il saluto dei fedeli è continuato nella giornata successiva fino alle ore 19, poi la chiusura della bara. Sabato 26 i funerali, in una Roma blindata, con un piano di sicurezza imponente. (IlSole24Ore)
Tra i motivi per l’assenza di Putin ai funerali di Papa Francesco ci sarebbe anche il timore di essere arrestato per via del mandato di cattura emesso a suo carico dalla Corte penale internazionale nel marzo 2023. Ma in realtà il presidente russo rischierebbe poco o nulla, perché il ministro della Giustizia italiano non ha mai dato seguito al provvedimento, non trasmettendo l’ordine alla Procura generale di Roma affinché lo inoltrasse alla Corte d’appello per renderlo esecutivo. (CorriereDellaSera)
Sono 130 le delegazioni di capi di Stato e sovrani regnanti che presenzieranno al funerale di papa Francesco e che, involontariamente, trasformeranno Roma nel più grande palcoscenico diplomatico del mondo. Come da protocollo la prima fila spetterà all’Italia e all’Argentina. Accanto alla premier Giorgia Meloni e al presidente argentino Xavier Milei, si siederanno tra gli altri il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Presente altre a molti altri capi di Stato, come la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen (Romatoday)
L’Ucraina ha vissuto una delle notti più buie nella storia recente della sua guerra. I missili e i droni di Mosca sono tornati a colpire la capitale come non accadeva da tempo, replicando nel giro di pochi giorni la strage della Domenica delle Palme a Sumy. I morti a Kiev sono stati dodici, i feriti circa 90. Il bombardamento russo si è inserito in una situazione diplomatica complessa. Da Washington, mentre i missili di Mosca colpivano Kiev, il presidente americano tornava infatti ad attaccare Volodymyr Zelensky additandogli la colpa di non voler accettare lo schema di tregua concordato con il Cremlino. (Rainews24)
Il primo round della partita per il controllo di Generali se lo aggiudica Mediobanca che con il 52% dei voti – circa il 36% del capitale complessivo – conferma Philippe Donnet come amministratore delegato e Andrea Sironi come presidente del colosso triestino. Presente il 68,8% del capitale. Nelle ultime ore l’esito del voto si era fatto piщ incerto dopo la decisione di Unicredit di appoggiare la lista di minoranza presentata da Caltagirone e sostenuta dalla Delfin degli eredi Del Vecchio. Rispetto al 2022, al gruppo Caltagirone è mancato l’apporto della famiglia Benetton che con il suo 4,83% ha deciso di astenersi. (La Stampa)
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