
Giornalismo
Il Sole 24 ore perde anche in appello contro la giornalista discriminata per maternità
È ormai una saga: discriminata al rientro dalla maternità, Ricci fece causa e vinse in primo grado. Ora la Corte ha rigettato l’appello del Sole. Così una nuova puntata sembra d’obbligo.
La storia di Lara Ricci aveva già fatto molto parlare: discriminata appena rientrata dalla maternità, la vicecaposervizio, curatrice delle pagine letterarie del supplemento culturale Domenica del Sole 24 Ore, aveva fatto causa al gruppo editoriale per cui lavora da oltre vent’anni, il quale nel 2023 era stato condannato a ripristinare le sue mansioni e a versarle 150 mila euro a titolo di risarcimento del danno. Lo avevamo raccontato per primi.
Dal maggio 2021, infatti, al rientro dalla maternità obbligatoria, e per oltre 26 mesi, ossia fino al decreto che ha definito la prima fase del giudizio, Lara Ricci era stata «demansionata dal ruolo di sostanziale responsabile delle pagine di Letteratura del supplemento ‘Domenica’; il tutto a causa di una asserita riorganizzazione che la ha riportata a un ruolo poco più di ‘correttrice di bozze’ e di mera ‘cucina giornalistica’».
Per quanto l’amministratrice delegata Mirja Cartia d’Asero si fosse affrettata a definire sulle colonne del proprio giornale ‘lunare’ il decreto, Ricci aveva potuto facilmente provare il comportamento del caporedattore Marco Carminati dal periodo del congedo della collega fino all’avvio del giudizio innanzi al Tribunale di Milano.
nella foto: l’ad Mirja Cartia d’Asero
Per questo motivo il giudice Riccardo Atanasio aveva opportunamente applicato il Codice delle pari opportunità nella sua versione aggiornata, statuendo per lei la restituzione delle mansioni originariamente svolte e il cospicuo risarcimento. Una decisione che aveva dato speranza a molte donne, e che si può considerare storica nel nostro Paese. Nonostante la corposa documentazione presentata dalla giornalista il Gruppo editoriale aveva proposto opposizione al decreto, ma con sentenza del 22 gennaio 2024 la giudice del Tribunale di Milano Maria Beatrice Gigli aveva confermato il decreto opposto, disponendo inoltre la pubblicazione “di estratto della sentenza sul quotidiano Il Sole 24 Ore, entro 7 giorni dalla pubblicazione”.
«La sentenza conferma quanto aveva già affermato il primo giudice, ossia che demansionare al rientro della maternità significa discriminare per maternità» aveva dichiarato l’avvocata Margherita Covi, legale della giornalista .
Nella più recente puntata della saga, lo scorso 8 aprile la Corte di Appello di Milano ha respinto l’appello del Sole, condannandolo alle spese di lite per un totale di 6 mila euro (cui vanno aggiunti gli accessori di legge: iva, Cassa Previdenza Avvocati e rimborso forfettario del 15%).
È possibile che il Sole non si arrenda, lasciando una sola via, quella del processo penale, in quanto l’esecuzione dei provvedimenti resi all’esito dei giudizi di discriminazione è assistita da sanzione penale, e nel suo caso il decreto prima e la sentenza poi non sono mai stati applicati integralmente per la parte per lei più importante: il ripristino qualitativo e quantitativo delle mansioni che svolgeva prima della maternità. La storia potrebbe allora arricchirsi di un nuovo episodio, mentre ciò che è già certa è la distanza tra l’auto-narrazione dell’azienda al suo esterno e la realtà al suo interno.
nella foto: la giornalista Lara Ricci
Va notato che a dispetto di quanto stabilito già nel luglio 2023 in merito a questo caso specifico di discriminazione, il gruppo editoriale non si è mai visto revocare la certificazione per la parità di genere che aveva ottenuto poco prima da Bureau Veritas. E questa, spesso utilizzata come strumento di pinkwashing, è più determinante di quanto potrebbe sembrare: consente ad esempio di partecipare a bandi ministeriali per ottenere fondi pubblici di sostegno all’editoria, come quello rivolto alle agenzie di stampa di rilevanza nazionale, definite tali sulla base di precisi requisiti, tra cui l’attestazione di un rating di legalità rilasciato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Del Gruppo fa infatti parte Radiocor. Senza contare altri problemi tenuti sotto a fatica sotto il tappeto, come l’impiego della cassa integrazione o i turni e servizi straordinari, al fine di evitare nuove assunzioni.
Le prossime settimane saranno calde per le testate di viale Sarca, secondo quanto riporta Primaonline: Confindustria avrebbe infatti già indicato chi vuole alla sua guida. In veste di presidente dovrebbe arrivare Maria Carmela Colaiacovo, ad di Park Hotel ai Cappuccini di Gubbio, vice presidente Financo, vice presidente Confindustria Alberghi, Consigliere CNEL. In poche parole, star dell’industria del cemento attiva anche in altri settori, dai trasporti alle energie rinnovabili, dal turistico all’assicurativo, fino a quello radiotelevisivo e sportivo.
Secondo quanto scrive l’Ansa, il nome di Colaiacovo si deve anche all’indisponibilità di Edoardo Garrone, già comunicata ai vertici di Confindustria. Avrebbe parlato di “pesanti divergenze” in CdA “in particolare sulla politica di bilancio, in relazione a mancati accantonamenti per una vertenza giudiziaria in corso”. Il riferimento, come esplicitato in una lettera, è alla causa da almeno 60 milioni intentata da Digit’Ed (del gruppo Nextalia), di Francesco Canzonieri, che in quell’indimenticabile luglio 2023 ha acquisito le attività di formazione che prima erano del Sole (24 ore Business School). Un giudice dovrà stabilire la rilevanza civilistica delle condotte del gruppo legato a Confindustria, per via della confusione creata dal nome delle scuole dai simili obiettivi, ovvero 24 Ore Business School e Sole 24 Ore Formazione di Confindustria.
A breve il Sole dovrebbe avere, oltre ad un / una nuova presidente, anche un nuovo amministratore delegato, che sempre stando all’Ansa potrebbe essere Federico Silvestri, attualmente Direttore generale media & business del Gruppo 24 ORE (dal 2018 ad oggi) e responsabile delle aree publishing & digital de Il Sole 24 Ore, Radio 24, Radiocor e della concessionaria pubblicitaria 24 ORE System. Ad oggi Silvestri è inoltre amministratore delegato di 24 ORE Cultura S.r.l, de Il Sole 24 ORE U.K. Ltd e di 24 ORE Eventi S.r.l, oltre ad avere incarichi associativi. Assumerebbe dunque il ruolo di Mirja Cartia d’Asero, colei che definì “lunare” il celebre decreto sulla discriminazione per maternità di Lara Ricci e che mostra di non conoscere vergogna pubblicando tuttora post entusiastici sui risultati del Gruppo. Un futuro da social media manager non potrà mancarle.
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