Giornalismo

Pizzul, il sontuoso della parola

7 Marzo 2025

Non me ne vogliano i telecronisti di oggi; non mi piacciono: sono solo urlatori che scimmiottano i colleghi sudamericani.
Adoravo sentire le radiocronache di Sandro Ciotti e specularmente le telecronache di Bruno Pizzul.
Pizzul è morto l’altro ieri ed è andato via per me, l’ultimo epigono degli artisti della parola, della cura della sintassi, dell’aggettivo calzante, della narrazione inclita.
Sentivi espressioni del tipo: “passaggio delizioso”, oggi-di converso- si ascoltano frasi di questo ciarpame: “lo scarico in area”oppure, in assenza di sinonimi, si ripete l’ aggettivo “pazzesco”ad ogni piè sospinto.
C’è penuria, scarsezza lessicale: i telecronisti non leggono e non studiano, conoscono poche parole.
Pizzul era raffinato, elegantissimo nel raccontare una partita di calcio, come se stesse recitando un canto dell’Odissea o dell’Iliade e chi lo ascoltava ne era suggestionato, incantato.
Pizzul era innamorato di Baggio, di Schillaci ed ai Mondiali di Italia ‘90 rammento il fascino della sua telecronaca, quando il divin Codino dribblò i giocatori della Cecoslovacchia da centrocampo sino alla porta avversaria; con grazia depose il pallone in rete e cadde a terra stremato ,mentre l’Olimpico impazziva.
Pizzul disse a commento: “ e’ un pezzo di antologia calcistica “.
Oppure il racconto di Stoccarda Napoli, finale di Coppa Uefa per il goal di Ciro Ferrara; Pizzul ci fece rabbrividire quando narrò che “Ferrara non crede ai suoi occhi ed abbraccia con commozione i suoi compagni “.
Quella di Pizzul era un’epoca di prosatori, di penne autorevoli; ricordo Gianni Brera, Candido Cannavo’, Giorgio Tosatti, di telecronisti di rara efficacia narrativa, per esempio Beppe Viola.
Oggi, ahimè, scrive sul “ Corriere dello Sport” Zazzaroni, simpaticissimo, ottimo commentatore di “Ballando con le Stelle” e fashion per la cura dei suoi bellissimi capelli.
Quella di Pizzul era una scuola di prestigio che non c’è più.
Era il sontuoso della parola.

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